È quanto emerge dalla fotografia di fine anno scattata dall’Osservatorio CittàClima di Legambiente, che traccia un bilancio complessivo sugli eventi estremi che hanno colpito il Paese e chiede al governo Draghi di approvare il Piano nazionale di adattamento climatico "come hanno fatto tutti gli altri grandi Paesi europei, con chiare priorità di intervento in modo da indirizzare le risorse nazionali e i 2,5 miliardi di euro previsti dal Pnrr verso interventi davvero utili di messa in sicurezza e la riqualificazione delle città e dei territori italiani"
Dal medicane Apollo alle temperature record in estate (a Siracusa l’11 agosto si sono toccati i 48,8 gradi), dalle piogge intense alle grandinate estreme. Il 2021 è stato un anno da codice rosso per il clima in Italia. Sono 187 gli eventi che hanno provocato impatti nei territori e causato la morte di nove persone: 97 allagamenti da piogge intense, 46 casi di danni da trombe d’aria, 13 di frane provocati da piogge intense, 11 esondazioni fluviali, 9 casi di danni da siccità prolungata, 8 casi di danni alle infrastrutture e 3 al patrimonio storico a causa di piogge intense. È quanto emerge dalla fotografia di fine anno scattata dall’Osservatorio CittàClima di Legambiente, che traccia un bilancio complessivo sugli eventi estremi che hanno colpito l’Italia nel 2021, oltre che offrire un quadro aggiornato di quanto avvenuto dal 2010 ad oggi, panoramica del decennio fornita nel report di un mese fa. Molti gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni anche alle infrastrutture. Rispetto al 2020 nell’ultimo anno in aumento i danni da grandinate intense (17 rispetto ai 9 nel 2020) e le frane da piogge intense (13 rispetto alle 10 nel 2020), mentre allo stesso livello record i dati sugli allagamenti (97 nel 2021 e 102 nel 2020).
I territori più colpiti – Tra le città più colpite nel corso di quest’anno svetta al primo posto Roma con 9 eventi estremi, seguita da Napoli con 5, Catania con 4, Palermo e Milano con 2. A livello regionale, nello stesso periodo di tempo considerato, la Sicilia e la Lombardia sono in testa alla classifica con 30 e 23 eventi estremi. Rilevanti anche i casi della Campania con 16 eventi, del Veneto e della Sardegna con 14 eventi, del Lazio con 13 eventi, del Piemonte con 12 e della Liguria con 11. “Le città italiane hanno bisogno di urgenti interventi di adattamento a un clima che rende piazze, strade e linee ferroviarie sempre più pericolose durante le piogge di forte intensità e le case sempre più invivibili durante le ondate di calore” spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, che chiede al Governo Draghi che si approvi il Piano nazionale di adattamento climatico “come hanno fatto tutti gli altri grandi Paesi europei, con chiare priorità di intervento in modo da indirizzare le risorse nazionali e i 2,5 miliardi di euro previsti dal Pnrr verso interventi davvero utili di messa in sicurezza e la riqualificazione delle città e dei territori italiani”.
Le emergenze del 2021 – Tra gli eventi più significatici del 2021, la grandinata sull’A1 nel tratto fra Parma e Fiorenzuola, del 26 luglio, con l’autostrada chiusa e centinaia di auto distrutte o, il 16 settembre, l’allagamento dell’aeroporto di Malpensa, con decine di persone evacuate e messe in salvo con i gommoni. E ancora, il 4 ottobre, le esondazioni del torrente Letimbro (in zona Santuario di Savona), e dell’Erro a Pontinvrea, con negozi, scantinati e abitazioni allagate. Momento in cui è stato registrato un nuovo record pluviometrico nazionale con 496 millimetri in 6 ore, poi superato nelle stesse ore a pochi chilometri di distanza, a Rossiglione (Genova) dove è stato segnato un primato europeo con oltre 740 millimetri di pioggia caduti in dodici ore.
A preoccupare è stata poi la costa orientale della Sicilia: a Siracusa l’11 agosto si è registrato il record europeo di 48,8 °C, il 10 settembre, l’isola di Pantelleria è stata colpita da una tromba d’aria che ha provocato due vittime e il 5 ottobre, una forte perturbazione caratterizzata da venti record, ha causato danni al centro storico di Catania, con diversi feriti. Ancor più grave è quanto avvenuto tra il 24 ed il 29 ottobre con cinque eventi estremi che hanno interessato questa zona, dovuti al medicane Apollo che ha provocato la devastazione di intere aree con fiumi di acqua e fango, provocando la morte di tre persone, a Scordia e Gravina di Catania. Incredibili i dati cumulati di pioggia registrati in 48 ore, con strade inagibili e trasformate in fiumi a Catania, venti che sulla costa hanno raggiunto i 100 chilometri orari con intense mareggiate che hanno isolato per ore Augusta (Siracusa).
A Misterbianco (Catania), per lo smottamento di fango e detriti provenienti dal Monte Cardillo, sono state fatte evacuare quattro famiglie. A Modica (Ragusa), il 17 novembre, un uomo è rimasto vittima di una violenta tromba d’aria. Un anno difficile anche per il sud Sardegna che il 14 novembre ha registrato conseguenze gravi per l’ondata di maltempo: un anziano è stato trovato morto nella sua auto ribaltata, non lontano dalla provinciale 73 a Sant’Anna Arresi. A Villa San Pietro (Cagliari), invece, sono state recuperate con l’elicottero cinque persone rimaste isolate per l’acqua alta, mentre Pirri e numerose zone dell’area metropolitana di Cagliari sono state completamente allagate.