FQChart è la media aritmetica settimanale dei sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani in esclusiva per Il Fatto Quotidiano. Concorrono alla media tutti i sondaggi pubblicati dai maggiori istituti demoscopici nella settimana appena conclusa.
Settimana dal 21/12 al 28/12/2021
Abbondante infornata di sondaggi per l’ultima media del 2021: sono infatti ben nove gli istituti che hanno pubblicato le rilevazioni di fine anno (Swg, Emg, Ixè, Demos, Demopolis, Euromedia, Bidimedia, Tecnè e Ipsos), tutti concordi nell’assegnare al Pd il ruolo di primo partito italiano.
Infatti, i Dem guidano la nostra Chart con un valore medio del 21,3% e staccano di quasi due punti il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, secondo con il 19,5% ma in leggera flessione in almeno la metà delle rilevazioni considerate. Uno stallo che permette alla Lega di recuperare qualcosa a destra portandosi al 18,9%, terzo partito d’Italia (secondo per Ixè, Ipsos e Bidimedia).
Perde ancora qualche decimale il M5s, che chiude l’anno al 15,3% tra segnali ondivaghi (oltre il 16% per Demos, Ipsos, Ixè, sotto il 14% per Swg). Forza Italia si trova all’otto per cento, Azione al 3,3%, A1+SI al 3,7%, mentre ItaliaViva rimane intorno al due per cento (2,2) nonostante il generoso quattro per cento che Emg attribuisce da mesi al partito di Matteo Renzi.
Guardando indietro di 12 mesi è possibile notare che nel 2021 non ci sono state grandi evoluzioni degli equilibri politici, eccezion fatta per il calo di un solo partito.
Molte analisi di fine anno sottolineano risultati che, dati alla mano, non sono per niente sorprendenti. Prendiamo il caso del Partito Democratico: nella FQChart del 28/12/2020, giusto un anno fa, il partito oggi guidato da Enrico Letta era al 20,9%, solo pochi decimali al di sotto del dato odierno.
È vero, c’è stato un breve periodo di crisi in conseguenza delle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario (17,1% nella media del 15/3/2021), ma è durato solo qualche settimana. Insomma, il Pd rispetto allo scorso anno è rimasto stabile nelle intenzioni di voto degli elettori. Similmente per i Fratelli d’Italia che, nel 2021 hanno sì guadagnato circa tre punti percentuali e mezzo, ma avevano già chiuso il 2020, l’anno del vero exploit, con un ottimo 16,1%.
E ancora, mettendo a confronto i dati di fine anno si nota come il 2021 non sia stato l’anno del crollo del M5s, come piace sottolineare alla maggior parte della stampa, giacché alla fine dello scorso anno erano scesi al 14,1% medio, ovvero più di un punto indietro rispetto al dato odierno. E Azione dopo 12 mesi esatti è rimasto perfettamente stabile al 3,3%, nonostante la popolarità del fondatore Carlo Calenda, grande protagonista sotto il profilo mediatico per tutto il 2021, insomma un altro exploit più “pubblicizzato” che reale.
Chi, invece, ha vissuto un 2021 di cambiamenti (in negativo) è la Lega che ha perso 4,5 punti percentuali in 12 mesi, sebbene abbia mantenuto lo status di primo partito per i primi sei mesi dell’anno, fino al crollo della scorsa estate. Similmente a Salvini anche l’altro Matteo della politica italiana non può guardare con soddisfazione ai numeri dell’anno che si avvia alla conclusione. ItaliaViva, infatti, nel 2021 perde quasi un punto rispetto all’anno precedente e con esso anche la speranza di superare la soglia di sbarramento del 3% prevista dalla legge elettorale vigente. Che ironia della sorte è quel Rosatellum fortemente voluto e difeso dai renziani…