Le grandi storie di ricerca scientifica del 2021 per la prestigiosa rivista Nature sono dieci e alcune necessariamente alla pandemia di Covid. Nella lista c’è il primo scienziato ad aver sequenziato la variante Omicron – che ha portato a una esplosione di nuovi contagi nel mondo – ma c’è anche la ribelle che ha lasciato Google per realizzare sistemi di Intelligenza Artificiale (AI) etici e il ricercatore cinese che ha guidato la storica discesa del primo rover non americano su Marte.
L’elenco si apre con Winnie Byanyima (al centro nella foto) che a capo del programma delle Nazioni Unite per la lotta all’Hiv (Unaids) ha più volte espresso forti critiche a istituzioni e aziende chiedendo una maggiore equità’ nella distribuzione dei vaccini anche ai paesi poveri. Ben prima dell’arrivo dei primi vaccini, Byanyima era stata una delle pochissime voci ad allertare sulla necessità di prendere delle decisioni politiche radicali e concrete per dare sostegno ai paesi poveri aiutando ad esempio la creazione di impianti di produzione di vaccini e migliori sistemi di distribuzione. Una lotta contro le disparità’ ma che finora ha prodotto ben poco considerando che solo il 6% della popolazione africana ha la copertura vaccinale mentre il mondo ricco sta già ricevendo la dose booster.
Legate al coronavirus Sar Cov 2 c’è Tulio de Oliveira, direttore del centro di ricerca sudafricano KwaZulu-Natal che con la sua squadra ha sequenziato e allertato il mondo su rischi della nuova variante Omicron del Sars-Cov-2, Meaghan Kall, epidemiologa dell’Agenzia della sicurezza sanitaria britannica che si è dedicata a un lungo e paziente lavoro di informazione e divulgazione sulla pandemia, e Janet Woodcock che ha guidato l’Agenzia del farmaco negli Stati Uniti (Fda) attraverso una serie di difficili decisioni come la dose booster dei vaccini e un nuovo farmaco contro l’Alzheimer.
Nella lista ci sono anche la climatologa Friederike Otto del Grantham Institute di Londra che ha lavorato sulle misure degli impatti dell’uomo sulla crisi climatica, l’attivista Victoria Tauli-Corpuz che da anni difende i diritti delle popolazioni indigene, Timnit Gebru, ex dipendente di Google che dopo aver perso il lavoro in una causa di discriminazione con il colosso californiano ha dato vita a un istituto di ricerca per realizzare sistemi di AI etici. Una questione rilevante per la diffusione di queste tecnologie e che Gebru è riuscita a far diventare tema di dibattito pubblico. Sul tema della disinformazione ruolo rilevante viene riconosciuto all’informatico francese Guillaume Cabanac mentre in ambito spaziale viene sottolineato il contributo offerto da Zhang Rongqiao, capo progettista della missione Tianwen-1 che ha portato allo sbarco del primo rover non americano su Marte, un grande successo per l’agenzia spaziale cinese Cnsa. A chiudere l’elenco è infine John Jumper, uno dei responsabili dell’azienda britannica DeepMind che ha scosso il campo della biologia rilasciando pubblicamente i codici di AlphaFold, l’algoritmo di AI capace di prevedere le strutture tridimensionali delle proteine con altissima precisione.