Tra le quarantene da abolire definitivamente c’è quella sulla differenziazione dei rifiuti. A partire da una segnalazione di una residente di un comune brianzolo, ho voluto verificare se persistono le disposizioni contro la raccolta differenziata dei rifiuti dei positivi al Covid. Mi sono trovato di fronte a un doppio paradosso. Nessuno ne ha più parlato ufficialmente, non viene propagandato né richiesto ai positivi – né tanto meno a coloro che sono isolati per cautela – che raccolgano indifferenziatamente i loro rifiuti. Infatti si trattava di una precauzione assolutamente spropositata ed esagerata, basata su mere supposizioni, che era stata scritta l’anno scorso durante il primo lockdown. Ma interpellato in proposito, l’Istituto Superiore di Sanità ha ribadito di non aver mai ritirato questa raccomandazione. E soprattutto questa disposizione, presente nei primi dpcm e in ordinanze regionali, non è mai stata cancellata.

Potenzialmente assisteremmo a un calo notevole della raccolta differenziata. Le persone che devono stare in isolamento domiciliare in Italia sono infatti milioni, e destinate ad aumentare. Non c’è bisogno di aumentare i problemi con una inutile, quasi superstiziosa, fobia della raccolta differenziata. Nessuno si è mai infettato toccando i rifiuti di un altro. Ma soprattutto: l’organizzazione del conferimento e della raccolta dei rifiuti non comporta il rischio che un operatore ecologico si infetti per via dei rifiuti maneggiati ore prima da un contagioso. Non esiste questo pericolo. Però se andate a cercare in rete su un motore di ricerca, rischiate di trovare solo tracce di quella assurda e mai cancellata disposizione di quarantena. Per fortuna, nei fatti, dopo il primo lockdown, quasi tutti i comuni l’hanno lasciata cadere. Ma ancora serpeggia, e provoca sprechi significativi (per esempio se qualcuno incarica ditte specializzate in rifiuti ospedalieri di ritirare i rifiuti a casa dei positivi).

E inoltre, e soprattutto: non c’è bisogno di alimentare la diffidenza verso le norme, che devono essere chiare, attendibili, rispettabili e rispettate. Non si possono lasciare formalmente in vigore delle norme stupide e dannose accontentandosi del fatto che, tanto, di fatto quasi nessuno le applica. Non va bene. Con l’associazione Eco dalle Città ho chiesto che “In nome dell’economia circolare e dei principi di ragionevolezza, il Governo e le Regioni cancellino disposizioni inapplicabili – e per fortuna largamente inapplicate e dimenticate – e chiariscano che la gestione dei rifiuti segue le sue regole”.

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Il 2021 è stato un altro anno buio per l’ambiente

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