La vagina felice - Tutto quello che devi sapere sulla tua parte più intima (Sperling&Kupfer) è scritto dalla ginecologa e attivista per la salute delle donne canadese, Jen Gunter. Un saggio dardeggiante e voluminoso dedicato a tutte le donne del pianeta su come scansare consigli e falsi miti da clickbait e imparare a prendere coscienza di sé e del proprio organo sessuale
C’è poco da stare allegri in questi giorni. Ma con gli opportuni accorgimenti di lettura almeno qualcuna/o potrà festeggiare. Parliamo de La vagina felice – Tutto quello che devi sapere sulla tua parte più intima (Sperling&Kupfer) scritto dalla ginecologa e attivista per la salute delle donne canadese, Jen Gunter. Un saggio dardeggiante e voluminoso dedicato a tutte le donne del pianeta su come scansare consigli e falsi miti da clickbait e imparare a prendere coscienza di sé e del proprio organo sessuale. Intanto la dedica introduttiva: “Ad ogni donna che si è sentita dire – con tutta probabilità da un uomo – che è troppo bagnata, troppo asciutta, troppo sporca, troppo larga o troppo stretta che sanguina troppo o che puzza. Questo libro è per voi”. Poi un disegnino anatomico definitivo della vulva per illustrare nei dettagli vestibolo e prepuzio clitorideo. Infine un’analisi storica su come l’organo sessuale femminile abbia vissuto una strana, disfunzionale, patriarcale dimensione del pregiudizio e del silenzio sulle proprie fisiologiche peculiarità e necessità. Tra queste l’orgasmo “immaturo” del clitoride teorizzato nientemeno che da Freud o l’idea medico scientifica (ma quanto è strana a volte la scienza…) almeno fino a metà del ‘900 che la vulva fosse un covo di batteri. Insomma, e invece, ecco sua maestà il clitoride, che “serve a una cosa sola, il piacere sessuale”. Gunter è molto precisa, dettagliata e decisa. Prendiamo il capitolo di quella che la dottoressa chiama “manutenzione”. Miti che si sfatano a go-go. Ad esempio: la visita ginecologica non è necessaria ogni anno e soprattutto non deve essere dolorosa (seguono tipologie di speculum consigliate). L’alimentazione, quindi il cibo che mangiate, ha un impatto diretto sulla salute vaginale? La risposta è no. Gunter è perentoria: se mangi frutta o torte dolci il risultato non cambia. Quindi, spiega la dottoressa che già a 23 anni era in prima fila a fare ricerca sulla vulva, se l’odore della vagina vi preoccupa non dovete rivolgervi al negoziante di frutta e verdura o al droghiere. Semmai, e qui si corre capitolo dopo capitolo, sarebbe meglio non usare in maniera eccessiva docce o lavande vaginali, spray o ovuli per controllare gli odori, perché spesso questa tipologia di prodotto tende a peggiorare quello che viene percepito come un problema. Perché qui entra in gioco il Gunter pensiero: nei due terzi dei casi in cui la donna percepisce un cattivo odore proveniente dalla propria vagina i motivi più comuni potrebbero essere vaginosi batterica, tricomoniasi o sindrome genitourinaria della menopausa. Negli altri casi, un terzo, che non affatto poco, spiega la Gunter, non c’è nulla di anormale: l’odore che sentite è dal punto di vista medico normale e la sua classificazione nella scala della tolleranza dipende molto dalla nostra cultura olfattiva. Infine, ma lo spazio ne La vagina felice è ampio, c’è tutta la parte dedicata al piacere. E il consiglio della dottoressa è questo: “Concentrarsi meno sulla libido spontanea e più sull’idea della soddisfazione (emotiva e fisica) e, naturalmente, del divertimento e del piacere sessuale”. Il pene? “Non è affatto indispensabile a determinare il livello della soddisfazione di una donna”. L’eiaculazione femminile? “Non è lo squirting che si vede nelle pornografia”. Il sesso anale? “Solo il 27% di donne prova piacere nel farlo”. Insomma, un libro pieno si sorprese e di nuova, improvvisa e fino ad ora ignota felicità vaginale.