Nessun rifinanziamento degli ecobonus nella nuova manovra appena approvata dal Governo Draghi per il 2022, solo sostegno agli operatori economici del settore auto e bonus per il retrofit elettrico. L'associazione dei costruttori esteri che operano nel nostro Paese la ritiene "un'assenza di strategia, o forse proprio una strategia che farà inevitabilmente ricadere i costi sociali ed economici della transizione esclusivamente su consumatori, lavoratori e imprese". Il ministro Giorgetti: "Dispiace, ma affronteremo prestissimo la questione all'interno del governo"
La Legge di bilancio 2022 fa riferimento in due provvedimenti al comparto automotive: e no, nessuno dei due riguarda gli ecobonus tanto attesi per le auto a basse emissioni ed elettriche.
Le due misure rivolte all’auto prevedono, infatti, un bonus per gli operatori economici del settore da un lato, e dall’altro la proroga dei termini per usufruire dell’incentivo per il retrofit elettrico. Nel primo caso si tratta di un provvedimento a sostegno di settori “gravemente colpiti dall’emergenza epidemiologica Covid-19”, come riporta il testo di legge: 150 milioni di euro che saranno stanziati, per i prossimi dodici mesi, a favore anche del settore dello spettacolo e turistico, oltre che dell’automobile, appunto.
Nel testo di legge, come destinatari del bonus si parla di “operatori economici” del settore, con cui molto probabilmente si fa riferimento alle concessionarie. Comunque, per sapere chi ne avrà effettivamente diritto, bisognerà attendere il prossimo decreto congiunto del ministero per lo Sviluppo Economico, per il Turismo e per lo Spettacolo.
Per quanto riguarda la seconda misura, invece, la nuova manovra stabilisce che fino al 31 dicembre 2022 ci sarà tempo per chiedere il bonus fiscale del 60% (fino a 3.500 euro) per il retrofit elettrico del proprio veicolo a benzina o diesel, ovvero l’installazione del motore elettrico in sostituzione a quello endotermico.
Si tratta di un contributo pari al 60% delle spese di installazione del kit per la “riqualificazione” (come riporta il testo di legge) di qualsiasi veicolo, anche commerciale leggero (le categorie considerate sono M1, M1G, M2, M2G, M3, M3G, N1 e N1G), e un contributo pari ancora al 60% delle spese di imposta di bollo per l’iscrizione al registro automobilistico e di imposta provinciale di trascrizione.
Una Legge di bilancio dalla quale ci si aspettava un’attenzione maggiore nei confronti del settore automobilistico: “Non resta che esprimere sconcerto per la decisione delle Istituzioni di ignorare totalmente nella Legge di Bilancio gli incentivi per il mercato delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri” è stata la dichiarazione dell’Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri) in un comunicato a commento (sdegnato) dell’approvazione della nuova manovra.
“Un’assenza di strategia, o forse proprio una strategia che farà inevitabilmente ricadere i costi sociali ed economici della transizione esclusivamente su consumatori, lavoratori e imprese” – prosegue l’unione dei costruttori esteri in Italia, esprimendo preoccupazione sugli effetti che l’assenza di determinati provvedimenti produrrà sul mercato nazionale – “e che rischia di relegare l’Italia a una sorta di mercato di “serie B” – in Europa – per diffusione di nuove tecnologie e per anzianità e obsolescenza del parco circolante”.
Negli ultimi dodici mesi, 350 mila le vetture rottamate di cui il 90% con oltre 10 anni di vita e +116% delle vendite di auto elettriche ed elettrificate: sono i dati raccolti dall’associazione e con cui questa, nel comunicato, ha insistito sull’importanza degli ecobonus non riprogrammati.
“Dispiace la mancanza di incentivi per automotive, che pure come Mise avevamo chiesto con forza proprio in virtù della fase delicata è difficile che sta vivendo il settore stretto tra transizione e conseguenze pandemia” ha dichiarato invece Giancarlo Giorgetti, a capo del dicastero, “ci riproponiamo però di affrontare prestissimo la questione all’interno del governo”.