Dopo la scarcerazione di uno dei presunti assassini del figlio, Luigi Ciatti aveva annunciato che avrebbe scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ieri, come riportano alcune testate tra cui la Repubblica e La Nazione, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha chiamato l’uomo: “Vi sono vicina, e voglio dirvi che ho chiesto ai miei uffici di esaminare tutto quello che è accaduto per capire cosa si può fare. Ovviamente nel pieno rispetto della magistratura”.
Niccolò Ciatti, 22 anni, fu pestato a morte l’11 agosto 2017 in una discoteca di Llorrt de Mar in Spagna. Il 29 dicembre, per un vizio di procedura, uno dei presunti assassini, arrestato ed estradato dalla Germania, è stato scarcerato. Rassoul Bissoultanov, 28 anni, atleta di lotta libera, accusato di aver sferrato un calcio alla tempia risultato fatale al giovane, ha così potuto lasciare il carcere di Rebibbia. Il ministero aveva già dato il via libera al mandato di arresto europeo e ora gli uffici di via Arenula approfondiranno il caso assieme alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. “Mi ha assicurato che tutto quello che si potrà fare lo farà – dice il padre di Niccolò a Repubblica – e io e mia moglie gliene siamo grati perché è il segno che le istituzioni ci seguono, anche se purtroppo l’assassino è libero”. È impossibile anticipare dove potrà portare l’approfondimento. Perché, come notano magistrati e giuristi, c’è qualcosa che non va nel rapporto tra il mandato d’arresto europeo e l’articolo 10 del codice penale, che determina la procedura per processare in Italia chi ha commesso un reato all’estero a condizione che “si trovi nel territorio dello Stato” e che “vi sia la richiesta del ministro della Giustizia”.
La scarcerazione dell’uomo, per cui il processo sarebbe iniziato il prossimo 18 gennaio, è stata decisa infatti per difetto di procedibilità. I giudici hanno ritenuto infatti che Bissoultanov non era presente sul territorio italiano quando è stata emessa la misura di custodia cautelare nei suoi confronti. Provvedimento che gli era stato notificato quando, estradato dalla Germania, era arrivato sul territorio italiano.