Prende sempre più piede l’ipotesi, anticipata da ilfattoquotidiano.it, di un cambio delle norme per le quarantene degli studenti in vista della riapertura di gennaio. Stamattina, su richiesta dei governatori, il presidente del Friuli Venezia Giulia e a capo della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga ha incontrato i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza, mettendo sul tavolo una proposta che ha l’obiettivo di alleggerire l’attuale protocollo del 3 novembre scorso eliminando i tamponi, per i vaccinati, da fare in caso di presenza di uno o più positivi in classe.

Una soluzione che va incontro alle Asl che non riescono più a reggere la massa di test da processare a fronte dell’aumento dei positivi. La proposta, avanzata da Fedriga è di prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’auto-sorveglianza (5 giorni) per i ragazzi vaccinati e la quarantena di dieci giorni con didattica a distanza e test al termine dell’isolamento per i non vaccinati. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo.

Un’idea messa in campo con la condivisione delle Regioni che puntano tutte a spingere i genitori a far vaccinare i bambini in modo da evitare le lezioni online. Ad oggi, infatti, secondo l’ultimo report del Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, i bambini dai cinque agli undici anni ancora senza alcuna dose sono 3.232.473 ovvero l’88,41%. In una settimana solo 156.051 genitori hanno accompagnato i figli a vaccinarsi. Un incremento che si registra soprattutto in Puglia, Lombardia e Veneto: nella prima Regione si è passati da 14.801(6,16%) vaccinati a 33.373 (13,88%) mentre in Lombardia da 42.587 (6,68%) a 75.048 (11,78%). Nella patria di Luca Zaia da 13.084 (4,40%) a 31.057 (10,45%).

Le altre Regioni, invece, sono tutto sotto il numero doppio con aumenti di dosi somministrate di poco conto. Va da sé che se entro il 10, quando tornerà a suonare la campanella, non ci sarà stata una rincorsa alla vaccinazione e ci saranno casi di positivi in aula (situazione prevedibile secondo i referenti Covid delle scuole), la didattica a distanza scongiurata dal ministro Bianchi tornerà a fare capolino in molti istituti mettendo in crisi, soprattutto, le famiglie dei più piccoli che non possono restare a casa da soli.

Il ministro ferrarese, tuttavia, continua a ripetere il suo mantra: “Per il Governo è fondamentale tutelare la didattica in presenza”, avrebbe detto anche stamattina. L’ex rettore, non ha ancora dato il via libera all’idea portata avanti da Fedriga in attesa anche del Consiglio dei ministri di lunedì dove il tema scuola sarà sicuramente al centro della riunione anche perché il premier Mario Draghi sembra tenerci a dire la sua sulla questione rientro.

Dal fronte dei Governatori, c’è comunque la massima coesione. A dettare la linea è Claudio di Berardino, l’assessore regionale all’Istruzione laziale che è anche coordinatore della commissione scuola della Conferenza delle Regioni: “Ci atterremo alle prescrizioni nazionali. Siamo allineati. Riconfermiamo l’appello alle vaccinazioni: serve il massimo impegno in questa direzione”. Stessa musica dal Molise dove il presidente Donato Toma dice: “E’ una soluzione accettabile. Dobbiamo imparare a convivere con il virus. Serve accelerare sulle vaccinazioni: noi puntiamo entro la metà di febbraio a somministrare la dose a tutti i bambini”. Così anche l’assessore Andrea Biancareddu che ci risponde dalla sua Tempio Pausania: “Serve sensibilizzare di più mamme e papà. Per quanto riguarda i 12-19 anni siamo i primi in Italia, per numero di vaccinazioni ora vogliamo lavorare intensamente anche con la fascia dei 5-11 anni”. Intanto qualche problema la Sardegna ce l’ha in provincia di Cagliari dove Biancareddu sta pensando, a fronte dell’aumento dei positivi, di sospendere per un periodo la mensa scolastica.

Dalla Valle d’Aosta arriva l’ok di Luciano Caveri che si augura che prima o poi si passi all’obbligo vaccinale per tutti mentre nella provincia autonoma di Bolzano, l’assessore Giuliano Vettorato, allineato con Fedriga, va orgoglioso di un’iniziativa messa in campo: “Stiamo distribuendo a tutti gli studenti, di ogni ordine e grado di scuola, cinque kit di tamponi da autosomministrare. Si possono ritirare in ogni farmacia gratuitamente. Puntiamo sulla responsabilità dei nostri cittadini”. Ma cosa e come cambierà di fatto la situazione quarantena se passerà la linea delle Regioni?

Intanto va detto che il decreto Legge 229 del 30 dicembre riguarda solo tutti coloro ai quali si applica il Green pass perciò dai 12 anni in su. Le misure, proposte da Fedriga (valide per primaria e secondarie) modificherebbero in buona parte il protocollo del 28 ottobre scorso che trova applicazione in una nota tecnica che si può reperire sul sito del ministero dell’Istruzione dove, invece, le faq sono rimaste aggiornate al 10 settembre.

Nel caso di un positivo in classe, nelle primarie e nelle secondarie, ad oggi gli alunni (tutti, sia vaccinati che non) che frequentano la stessa classe devono effettuare due test (0, il prima possibile e 5, dopo cinque giorni) e possono continuare a fare scuola se negativi. Se passasse l’ipotesi Fedriga, in caso di un positivo, scatta l’auto- sorveglianza per dieci giorni senza alcun test. In caso di due alunni positivi, il protocollo attuale, prevede per i soggetti vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi la sorveglianza con testing mentre per gli studenti non vaccinati o negativizzati da più di sei mesi l’avvio della quarantena.

Con le nuove misure, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’auto-sorveglianza (5 giorni) per i ragazzi vaccinati e la quarantena di dieci giorni con didattica a distanza e test al termine dell’isolamento per i non vaccinati. Infine, attualmente, se ci sono tre positivi in aula scatta la quarantena per tutta la classe. Su questo punto le Regioni sembra che non si siano espresse.

Nei prossimi giorni il governo dovrà dare una risposta anche ai ragazzi vaccinati tra i 12-15 anni. Ad oggi non possono fare il booster (previsto solo dai 16 anni in su) e alla scadenza del green pass non potranno rinnovarlo con le regole attuali, col risultato che potranno andare a scuola ma non al fast-food con gli amici. Probabilmente lunedì, negli Usa la Fda aprirà al booster ai 12enni e anche le altre nazioni potrebbero adeguarsi ma ad oggi se un ragazzino ha completato il ciclo il 31 luglio, dal primo febbraio ha il green pass scaduto.

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