Secondo uno studio del Molecular Virology Research Group dell’Università di Liverpool Omicron porta a "malattie meno gravi" nei topi, con carica virale inferiore e polmoniti meno gravi
A due mesi dalla scoperta di Omicron cominciano a essere informazioni più solide rispetto al comportamento dell’ultima variante di Sars Cov 2. La mutazione, rilevata per la prima volta in Botsawana e Sudafrica (dove è stato superato il picco di contagi senza un significativo aumento dei morti), avrebbe maggiori probabilità di infettare la gola rispetto ai polmoni e quindi, secondo gli scienziati, pur rischiando di essere più infettiva potrebbe essere meno letale rispetto ad altre mutazioni del virus che però si sono diffuse quando la copertura vaccinale o non c’era o era molto più bassa. È stato il quotidiano inglese The Guardian ad analizzare sei recenti studi internazionali.
La variante “sembra più in grado di infettare la gola dove si moltiplicherebbe più facilmente che nelle cellule profonde nel polmone. Si tratta di risultati preliminari, ma gli studi puntano nella stessa direzione”. L’ipotesi che Omicron – arrivata fino in Antartide – si moltiplichi di più in gola la renderebbe più trasmissibile, spiegando la rapida diffusione rispetto al virus – scrive il sito britannico riportando gli studi – che attacca i polmoni, più pericoloso ma meno trasmissibile. Secondo uno studio del Molecular Virology Research Group dell’Università di Liverpool Omicron porta a “malattie meno gravi” nei topi, con carica virale inferiore e polmoniti meno gravi.
“Il modello animale suggerisce che la malattia è meno grave della Delta e del virus Wuhan originale. Sembra essere eliminato più velocemente e gli animali si sono ripresi più rapidamente”. Anche dal Neyts Lab dell’Università di Leuven in Belgio arrivano risultati simili nei criceti siriani. E, un’ulteriore ricerca, presentata per la revisione a Nature da ricercatori Usa, conferma la tesi. Omicron – rileva poi il Centro per la ricerca sui virus dell’Università di Glasgow – sarebbe sostanzialmente in grado di eludere l’immunità dopo due dosi ma con il booster c’è “un ripristino parziale dell’immunità“. La maggior trasmissibilità preoccupa l’Oms anche il rafforzamento delle campagne vaccinali dovrebbe poter garantire un 2022 più sereno.
C’è anche su uno studio dell’Università di Hong Kong del mese scorso che mostra una minore infezione da Omicron nei polmoni e sulla ricerca guidata dal professor Ravi Gupta dell’Università di Cambridge, secondo cui la variante è meno in grado di entrare nelle cellule polmonari. L’ultima conferma arriva dall’University College di Londra secondo cui molti tamponi effettuati solo nel naso davano esito negativo, mentre se ripetuti anche con un prelievo in gola risultavano positivi.