Dopo 48 ore dalla scadenza della cassa integrazione, per cui l’azienda non ha avanzato alcuna richiesta di proroga, arrivano puntuali le prime lettere di licenziamento collettivo per i 1.322 dipendenti dell’ormai ex compagnia aerea Air Italy. La compagnia, la ex Meridiana, è partecipata al 49% da Qatar Airways e al 51% da Alisarda del principe Aga Khan. Sarebbe in particolare il socio di maggioranza a non aver voluto intervenire in alcun modo a difesa della forza lavoro. La comunicazione – anticipata via mail ad alcuni dei lavoratori – ricorda che il 23 settembre 2021 l’azienda ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per lo stop delle attività e che si è conclusa. Il licenziamento ha effetto immediato con il pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso. Il 29 dicembre scorso il vertice convocato dal ministero dello Sviluppo economico è stato disertato dall’azienda che non ha inviato alcun rappresentante. Unica nota positiva la regione Sardegna è riuscita ad accedere al Feg, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che per la vertenza Air Italy ha previsto uno stanziamento di 4,5 milioni (3,8 milioni la quota Feg, 683mila euro quella della Regione).
“Purtroppo quello che temevamo si sta concretizzando nel peggiore dei modi: il 2022 inizia con 1322 licenziamenti ” commenta William Zonca della Uiltrasporti Sardegna che aggiunge “un atto comunque inaccettabile che poteva essere evitato con i soci, Qatar e Akfed, che potevano intraprendere una strada meno dura verso i dipendenti e verso questa nazione che ha dato tanto per la loro azienda. Riteniamo che questo sia un forte dramma sociale per 1322 famiglie e vedremo quali atti mettere in campo a tutela di questi lavoratori ma soprattutto – aggiunge Zonca – bisogna a capire se il governo, ai massimi livelli, riuscirà a far fare un passo indietro all’azienda o a mettere in atto ammortizzatori sociali”. Non riesce a capacitarsi “dell’avvenuto disastro più volte annunciato” il leader della Filt Cgil Sardegna Arnaldo Boeddu, che sottolinea che “le responsabilità sono da ascrivere alla proprietà e alla politica che non ha vigilato abbastanza. Solo alcuni giorni fa, hanno continuato a dirci che i ministri stavano interloquendo con il Qatar ed il Fondo Akfed ma, di queste interlocuzioni non vi è traccia. Speriamo che il Governo abbia fatto tutto il possibile”. La Cgil ha annunciato che i suoi legali stanno verificando se ci sia un qualche margine per poter impugnare queste lettere.
LO SCARICABARILE NEL GOVERNO – La presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd) ha affermato che “Il ministero del Lavoro è pronto a mettere in campo le misure che servono, ma devono essere funzionali a un progetto industriale che deve venire dai ministri Giorgetti e Giovannini e dalle regioni Sardegna e Lombardia. Quindi chiediamo per l’ennesima volta che parlino e si rapportino con il collega Orlando, lo chieda finalmente anche il presidente Solinas in persona. Se si vuole si può ancora fare qualcosa”. Non che il tempo sia mancato visto che la crisi della compagnia dura da un paio danni e la dichiarazione di fallimento risale a quasi un anno fa.