Dal 1 gennaio 2022 in Austria il suicidio assistito è legale. La nuova legge garantisce la protezione penale per chi “aiuta le persone gravemente malate a decidere di morire con dignità” e riconosce, per i pazienti, il diritto di porre fine volontariamente alle loro sofferenze. Al tempo stesso definisce i criteri per accedere al fine vita assistito. Questa possibilità è prevista solo per i pazienti terminali e quelli affetti da gravissime patologie senza possibilità di guarigione che potranno ricevere tramite le farmacie un farmaco letale. I minorenni sono esplicitamente esclusi. Contemporaneamente è previsto l’ampliamento della rete di centri palliativi.
La domanda va presentata a un notaio oppure ricorrendo al ‘difensore civico dei pazienti’. Servono due consulti di medici, uno dei quali deve avere la specializzazione per le cure palliative. Va documentata anche la capacità di intendere e volere del paziente. Nel caso che uno dei due medici abbia dei dubbi, va coinvolto anche uno psichiatra oppure uno psicologo. Seguirà poi un’attesa di 12 settimane dopo un eventuale assenso, ridotte a due in caso di malattia terminale. Se al termine di questo la persona confermerà la volontà di morire, potrà ottenere i farmaci letali in farmacia dopo averlo comunicato a un legale o notaio.
Il governo ha anche previsto fondi per sviluppare le cure palliative, per garantire che nessuno scelga di morire quando siano disponibili altre opzioni. L’assistenza attiva al suicidio resta invece vietata nel Paese, così come il suicidio assistito per le persone minorenni o con problemi di salute mentale. Prima dell’approvazione di questa legge, chiunque aiutasse qualcuno a mettere fine alla propria vita rischiava fino a 5 anni di carcere. In Europa il suicidio assistito è legale anche in Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Spagna.