Il generale Francesco Paolo Figliuolo ha sempre garantito che le forniture non avranno problemi. Ma fra una settimana il 10 gennaio scatterà la riduzione da cinque a quattro mesi dell'intervallo minimo fra il primo ciclo e il richiamo, e da allora la platea potenziale delle persone a cui somministrare una nuova iniezione salirà a ben 23 milioni.
Valle D’Aosta, Molise, la provincia autonoma di Trento, l’Emilia-Romagna. A guardare il report del governo sulla distribuzioni delle dosi di vaccino e delle somministrazioni si scopre che le tre regioni e la provincia hanno superato 100%: ovvero hanno inoculato più dosi di quelle che hanno ricevuto probabilmente utilizzando il “magazzino”. E poi ci sono Piemonte, Liguria, Veneto, Toscana, Puglia, Lombardia che viaggiano tra il 98 e il 99%. Una buona notizia se non fosse che le dosi a disposizioni a oggi 3 gennaio (aggiornamento delle 6.15) siano 2.530.364 di dosi. Solo nell’ultima settimana – cioè dal 27 dicembre al 2 gennaio – sono state somministrate 3.105.752 le fiale utilizzate per l’immunizzazione: quasi 2 milioni di Moderna, poco più di 960mila di Pfizer e oltre 165mila di Pfizer pediatrico. Il 29 dicembre per esempio sono state oltre 619 mila somministrazioni, dopo le 583 mila di lunedì 2. La domanda è quindi se basteranno a coprire le esigenze visto che probabilmente nei prossimi giorni – terminate le festività – ci sarà una ulteriore progressione. Sì, è la risposta che arriva dalla struttura del commissario Figliuolo: “Il fabbisogno di vaccini per il mese di gennaio verrà assicurato dalle dosi di Pfizer e Moderna nella disponibilità della struttura commissariale. Nel complesso, i quantitativi sono in grado di esprimere una potenzialità di 26 milioni di somministrazioni”, si legge in una nota.
Una precisazione importante, visto che tra una settimana, come ricorda La Stampa, scatterà la riduzione da cinque a quattro mesi dell’intervallo minimo fra il primo ciclo e il richiamo, e da allora la platea potenziale delle persone a cui somministrare una nuova iniezione salirà a ben 23 milioni. A scarseggiare è il vaccino Pfizer-Biontech l’unico che può essere somministrato agli under 18 e con l’ondata di contagi dei più giovani nelle settimane precedenti e con l’imminente riapertura delle scuole l’immunizzazione dei più giovani, soprattutto nella fascia 5-11 anni, sembra essenziale.
Senza contare che a breve il governo potrebbe decidere l’obbligo vaccinale (il 5 gennaio è previsto un consiglio dei ministri9 per lavorare e allora un’altra platea di vaccinandi si potrebbe aggiungere tra coloro che fino a questo momento non hanno ricevuto neanche una dose per scelta personale.
A dare un po’ di respiro dovrebbe essere in ogni caso la distribuzione di Novavax, il vaccino proteico che ha ricevuto il via libera dell’Agenzia europea del farmaco il 20 gennaio scorso. La Commissione Europea, che il 4 agosto scorso ha siglato il contratto di acquisto preliminare riguardo la fornitura ai Paesi membri dell’Ue di 100 milioni di dosi di vaccino, aveva garantito che le forniture sarebbe iniziate dal primo trimestre 2022. Intanto la variante Omicron di Sars Cov 2, che al momento viene considerata meno letale ma estremamente più contagiosa della Delta, ha spinto molti paesi europei ad accelerare ed accorciare la campagna per il booster creando così una richiesta più alta di dosi di quella che era stata preventivata. E intanto in Israele è stato dato il via libera alla quarta dose a soli quattro mesi dal booster, a testimonianza e in considerazione del fatto che Tel Aviv che ha sempre anticipato decisioni poi prese nel resto del mondo, che i vaccini saranno ancora fondamentali anche nel 2022.