di Carblogger
Bill Ford, presidente della big di Detroit, è nato nel 1957. Proprio in quell’anno l’azienda di famiglia stava lavorando alla Nucleon, prototipo di auto alimentata a energia nucleare che sarebbe stata presentata come maquette in scala 1:33 l’anno successivo e poi finire in museo come una cosa mai nata. Crescendo, Bill sarebbe diventato un ambientalista convinto, ma certo fare 8.000 chilometri con un pieno di uranio sembrava un sogno. Piuttosto pericoloso, guidando con alle spalle una bomba radioattiva.
Da allora, di auto a propulsione nucleare non si è più teorizzato in maniera seria. Però adesso c’è l’auto elettrica che richiederà sempre più energia da produrre in modo pulito. E non è una coincidenza che in Europa si torni a discutere di un ritorno al nucleare. C’è chi lo considera una specie di terza via per sbarazzarsi del petrolio e garantire una certa produzione di energia elettrica in vista di una decarbonizzazione al 2050 e della fine, almeno in Europa, dell’auto con motore endotermico dal 2035.
La Commissione europea ha appena proposto di inserire il nucleare tra le fonti “green”. In Italia, Matteo Salvini ha chiesto un referendum sul nucleare, anche se è stato il pentastellato ministro alla Transizione Roberto Cingolani a lasciarsi andare tempo fa contro “ambientalisti radical chic” non meglio definiti, dicendo che sarebbe “da folli” non considerare l’energia atomica.
In piena campagna elettorale per l’Eliseo, Emmanuel Macron sta insistendo sulla necessità di reinvestire sul nucleare di quarta generazione, argomento divisivo anche nella Francia nuclearista: qui Salvini si troverebbe a fianco dei comunisti all’atomo rosso guidati da Fabien Roussel, contro il no dei Verdi e il ni dei socialisti.
L’auto elettrica non ha bisogno del nucleare per diventare maggioritaria. E’ la variante buona del virus della mobilità che ha trasformato in meglio la nostra esistenza nell’ultimo lunghissimo secolo. E’ vero che l’auto elettrica si presenta con sintomi da transizione complessa, ma chi si salverebbe da una febbre atomica?