“La Francia non è lontana dai 300mila casi di coronavirus al giorno”. La previsione senza precedenti in Europa dall’inizio della pandemia arriva per bocca del ministro della Salute di Parigi, Olivier Véran, che ha reso pubblico il dato nel corso del suo intervento in Parlamento. E in effetti nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 271.686 nuovi casi, contro i 67.461 del giorno prima e i 179.807 di martedì scorso.
Tutto mentre l’Assemblea riprenderà oggi pomeriggio, dopo lo stop di stanotte, la discussione sul disegno di legge che prevede l’introduzione di un super green pass simile a quello italiano. Mentre il portavoce del governo, Gabriel Attal, ha annunciato che i figli degli operatori sanitari potranno continuare ad andare in classe anche se la loro è stata chiusa per contagi da Covid-19: “Abbiamo previsto di accogliere ovunque in Francia i bambini del personale sanitario – ha detto ai microfoni di France Inter – così che i genitori possano continuare a lavorare”, ha spiegato.
Anche gli Stati Uniti sono stati travolti dalla nuova variante Omicron e nelle ultime ore hanno fatto registrare il più alto numero di contagi dall’inizio della pandemia, con oltre 1 milione di casi registrati. Un incremento mai visto, soprattutto in alcuni Stati come la Florida, dovuto anche agli assembramenti durante le festività. In quattro giorni, i numeri della pandemia in tutti gli States sono raddoppiati. Sono invece 4 volte di più se raffrontati ai dati di appena una settimana fa. In Florida, uno degli Stati Usa meno restrittivi, i casi sono cresciuti del 948% in due settimane. Contagi che, fa sapere la Johns Hopkins University, potrebbero persino essere sottostimati, visto che tantissimi americani ormai si affidano ai test Covid fai-da-te che hanno un margine d’errore ben più ampio dei molecolari.
Record anche in Gran Bretagna, dove i casi registrati sono 218.724, picco assoluto da inizio pandemia e per la prima volta oltre quota 200mila. Sono comunque 48 i morti registrati, anche se si registra un balzo dei ricoveri in ospedale totali che superano i 14mila, 2mila circa più di ieri. Ma il primo ministro, Boris Johnson, pur ammettendo che la pandemia non è finita e che chi lo pensa “si sbaglia profondamente”, dichiara che il governo non ha intenzione di imporre altre restrizioni oltre quelle attuali e di “non richiudere il Paese”. Numeri mai visti anche in Grecia dove si contano 50.126 nuovi casi di Covid-19, mai così tanti dall’inizio della pandemia.
In Germania i casi di Covid tornano di nuovo a salire. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 30.561 nuovi contagi e 356 morti. I dati del Robert Koch Institut riportano un’incidenza settimanale in crescita per il sesto bollettino giornaliero consecutivo e che oggi si attesta a 239,9 casi ogni 100mila abitanti. Numeri comunque ben più bassi dell’incidenza di 432,2 di un mese fa. Mentre in Spagna l’incidenza settimanale è ormai alle stelle: 1.348 casi ogni 100mila abitanti, in netto aumento rispetto al dato di lunedì sera, fermo a 1.086 casi. La situazione negli ospedali appare però sotto controllo, grazie all’alto numero di vaccinati. I posti letto occupati dai pazienti Covid sono il 10%, con il 21% dei posti di terapia intensiva. “Solamente poche persone contagiate necessitano della terapia intensiva”, ha detto il ministro Felix Bolanos. A dicembre, per fermare la nuova ondata di contagi, le autorità hanno nuovamente imposto l’uso delle mascherine all’aperto. Il tasso di vaccinazione con due dosi tra gli over 12 ha intanto superato il 90%, mentre circa un terzo dei bambini tra i 5 e 12 anni hanno ricevuto la prima dose. Record di nuovi casi, invece, in Australia, dove nell’ultima giornata si sono contati più di 47mila contagi.
Nuovo record anche in Svezia, dove sono stati toccati gli 11.507 contagi ed è stata rilevata anche la positività del re Carlo XVI Gustavo e della regina Silvia: “Il re e la regina, che sono completamente vaccinati con tre iniezioni, hanno sintomi lievi e si sentono bene, date le circostanze”, ha riferito il palazzo.
Da Israele, il coordinatore della lotta al Covid, il professor Saman Zarka, ha fatto sapere che il Paese non punta “all’immunità di gregge. Non vogliamo che tutti vengano contagiati, ci mancherebbe altro. Qui c’è un virus nuovo, che non conosciamo in maniera sufficiente. Non sappiamo quali potrebbero essere le sue conseguenze future. Pertanto è opportuno che tutti andiamo a vaccinarci, che teniamo le mascherine e ci proteggiamo”.
In Belgio le persone che sono state doppiamente vaccinate da meno di cinque mesi o che hanno già ricevuto una dose booster saranno esentate dalla quarantena dopo un contatto ad alto rischio e non dovranno più essere testate, se asintomatiche. Le nuove regole entreranno in vigore lunedì 10 gennaio. Cambiano inoltre le norme per le persone positive: l’isolamento passa da 10 a 7 giorni per gli asintomatici e per chi presenta sintomi lievi. Per le persone parzialmente vaccinate (senza booster o che hanno ricevuto l’ultima dose da oltre cinque mesi) o non vaccinate che vengono a contatto con una persona positiva la quarantena viene mantenuta a 7 giorni per i primi e a 10 giorni per i secondi.