E il governo scoprì la crisi Air Italy. Mentre partivano le lettere di licenziamento per 1.322 dipendenti delle compagnia, ieri è stato tutto un rincorrersi di dichiarazioni di ministri e viceministri per palesare sconcerto ma anche per passare il cerino nelle mani di qualcun altro. A dire il vero i lavoratori che dal primo gennaio sono senza occupazione e senza cassa integrazione lamento da tempo una scarsissima attenzione da parte del governo e istituzioni per la vicenda nonostante i numeri in gioco. I licenziamenti non sono certo un fulmine a ciel sereno visto che la dichiarazione di insolvenza della compagnia risale a quasi due anni fa (il Covid ha poi congelato la situazione per alcuni mesi), l’avvio della procedure di licenziamento collettivo data il 23 settembre scorso . Certo, la proprietà (Qatar Airways e Aga Khan) ci ha messo del suo rifiutando di chiedere una proroga della cig ma le intenzioni della compagnia erano chiare da tempo, come detto e ripetuto da sindacati e, soprattutto, lavoratori.
Il primo a smarcarsi è stato il ministro del Lavoro Andrea Orlando che ieri ha lanciato la palla nel cortile dei colleghi Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) ed Enrico Giovannini (Trasporti). I due per ora tacciono. “Il ministero del Lavoro è pronto a mettere in campo le misure che servono, ma devono essere funzionali a un progetto industriale che deve venire dai ministri Giorgetti e Giovannini e dalle regioni Sardegna e Lombardia. Quindi chiediamo per l’ennesima volta che parlino e si rapportino con il collega Orlando, lo chieda finalmente anche il presidente Solinas in persona. Se si vuole si può ancora fare qualcosa”, ha affermato ieri la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd) dopo aver parlato con Orlando dopo che sono state ricevute le prime lettere di licenziamento per i 1.322 lavoratori.
La viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde fa intanto sapere di “aver appreso dai sindacati delle prime lettere di licenziamento dei lavoratori Air Italy”. E aggiunge “Sono dispiaciuta e delusa che gli azionisti abbiano deciso di procedere unilateralmente. Ho richiesto al ministero del lavoro la convocazione del tavolo che era già prevista per i primi i giorni di gennaio e proseguirò l’impegno sugli emendamenti come condiviso all’ultimo incontro con i sindacati”.
“La politica parlasse di meno ed agisse di più: ad un giorno dall’invio delle lettere di licenziamento è imbarazzante il rimpallo di responsabilità fra i vari dicasteri e istituzioni regionali che rende ancor più drammatica la situazione” ha detto oggi il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito, secondo il quale “nessuno finora ha mosso un dito”. L’unica ad aver fatto qualcosa di concreto è la regione Sardegna che è almeno riuscita ad accedere al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che per la vertenza Air Italy ha previsto uno stanziamento di 4,5 milioni (in tutto circa 3.400 euro per ognuno dei 1.322 dipendenti).
Lo scorso 28 dicembre Sardegna e Lombardia avevano rivolto un nuovo appello al governo perché intervenisse nella vicenda. “Sono stata zitta solo il giorno di Natale – ha detto l’assessora al Lavoro e vicepresidente della Giunta sarda Alessandra Zedda – ieri ho scritto di nuovo al ministro del Lavoro Orlando: l’appello nostro e della Regione Lombardia è stato corale, abbiamo supplicato il Governo fare una proposta ad Air Italy per conservare la cig. Sappiamo che da parte della proprietà non c’è alcuna voglia di concederla”. Ma, ha concluso, “bisogna essere propositivi e solo il Governo nazionale può farlo”.