Il primo tweet risale al 9 dicembre scorso: “Una nuova variante Covid-19 è stata rilevata a Forcalquier. È stata chiamata variante IHU e depositata su GISAID con il nome B.1.640.2“. Così l’istituto IHU Méditerranée Infection di Marsiglia annunciava di aver scoperto una nuova variante del coronavirus e di averla caricata sul database genetico internazionale. È stata individuata su 12 persone nel comune di Forcalquier, nel sud della Francia, e il “paziente zero” è proveniente dal Camerun. Il giorno dopo i giornali francesi ne hanno dato la notizia, ma la scoperta di questa nuova variante è arrivata alla ribalta in Italia solo a inizio gennaio.

Se ne parla adesso perché proprio nei giorni scorsi è stato pubblicato in versione prestampa (non sottoposta a revisione paritaria) sulla piattaforma ‘Medrxiv proprio il lavoro condotto da Philippe Colson e dal suo gruppo di lavoro a Marsiglia. Ma gli esperti sono divisi nell’approccio e nella definizione della portata della minaccia. L’Organizzazione mondiale della sanità, dal canto suo, vigila a distanza. E l’esperta Oms Maria Van Kerkhove via Twitter ricorda che la ‘madre’ di questa sottovariante – B.1.640 – è stata “classificata come ‘Variante sotto monitoraggio’ (Vum)” dall’agenzia Onu per la salute già “da novembre” e che l’Oms ha un solido sistema per intercettare e valutare le evoluzioni di Sars-CoV-2.

Ci sono ancora molti i dubbi quindi sulla rilevanza della variante, individuata nell’unità ospedaliera di cui era responsabile il controverso professor Didier Raoult, detto il “padre della clorochina“, che con questo prodotto curava i suoi pazienti di Covid. Sotto accusa davanti al Comitato di etica, Raoult è ormai in pensione.

Nuove varianti del SARS-CoV-2 vengono sequenziate continuamente e la B.1.640.2, come la maggior parte, non è stata ancora inserita nemmeno nella lista di quelle che l’Oms tiene sotto monitoraggio. L’Oms infatti classifica le diverse varianti a seconda del livello di pericolosità per la sanità globale: al momento le varianti di preoccupazione (Voc) sono Alfa, Beta, Gamma, Delta e Omicron. Poi ci sono le varianti di interesse, tra cui rientrano ad oggi solo Lambda e mu. Infine, l’Oms ha inserito altre tre varianti tra quelle “sotto monitoraggio”. Ma la IHU scoperta a Marsiglia non rientra nemmeno tra queste, almeno al momento.

Perché allora questa preoccupazione? Perché, dicono i medici di Marsiglia,, questa nuova variante – che discende appunto da B.1.640 (identificata per la prima volta in Congo e in Francia nel settembre 2021) – sembrerebbe avere 46 nuove mutazioni e 37 soppressioni immunitarie, di cui 23 localizzate sulla proteina spike. Più di Omicron quindi. Inoltre, la variante presenta entrambe le sostituzioni N501Y ed E484K nella proteina spike. Finora la prima ha portato a una maggiore trasmissibilità, la seconda ha ridotto la ricettività agli anticorpi del vaccino.

Non è convinto dall’eccesso di riflettori sulla variante il virologo Tom Peacock, del Dipartimento di malattie infettive dell’Imperial College di Londra. E spiega perché via social: per l’esperto occorre tenere presenti alcuni aspetti, come per esempio il fatto che “B.1.640.2 in realtà precede Omicron“, scrive in un tweet, e che “in tutto questo tempo ci sono state” esattamente “21 sequenze” depositate. “Non mi preoccuperei troppo al momento”.

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