Questa nuova stagione torna a partire dal 4 gennaio su Real Time: il conduttore svela dettagli e retroscena inediti a FqMagazine
Nella prima puntata di “Primo Appuntamento” ci sarà una proposta di matrimonio. Lo ha svelato a FqMagazine Flavio Montrucchio, il conduttore di questa nuova stagione che torna a partire dal 4 gennaio su Real Time (e che dal 7 gennaio farà il bis con “Bake Off – Dolci sotto un tetto”). “Si sono conosciuti lo scorso anno proprio a “Primo Appuntamento”. Lui quest’anno le chiederà di sposarlo, senza che lei lo sappia. In verità – aggiunge sulla proposta di matrimonio – non lo sapevamo neppure noi: si è presentato lì con l’anello”.
“Primo Appuntamento” sfida le regole. Nel mondo reale i contatti sociali sono limitati: niente baci, abbracci o contatti. Voi, invece, vi nutrite di questo. Come ci siete riusciti?
“Quando è arrivata la pandemia, è stato un dramma anche per noi. Un programma come il nostro viveva – e vive – di contatto: era diventata deficitaria la possibilità lavorare. Così, un anno fa ci siamo inventati “Primo Appuntamento Crociera”: l’unica possibilità era quella di creare una bolla Covid-free. Abbiamo preso una nave da crociera, e abbiamo tamponato tutti quelli che salivano. Nessuno è più potuto scendere finché non è finita la registrazione. E’ andata bene”.
E quest’anno? Come vi siete organizzati?
“Quest’anno torniamo alla normalità, o quasi. Il programma è stato registrato quest’estate, quando la situazione non era quella attuale. Sembrava che ne stessimo uscendo. Tutti, prima di accedere all’appuntamento, si sono sottoposti a un tampone”.
Dopo quasi due anni di pandemia, è cambiato l’approccio delle persone?
“Arrivano con una carica ormonale devastante. Vogliono usufruire di quest’occasione come se fosse un jolly, una chimera. Sono molto più intenzionati a viversi l’appuntamento, carichi di emozione. Prima poteva essere una delle tante cene, o uno dei tanti primi appuntamenti. Adesso si rendono conto di star vivendo qualcosa di speciale. Quando ti ricapita di far cena con una persona senza mascherina, sicura e tamponata? Non è semplice”.
Lei crede al fatto che una persona voglia trovare l’amore in televisione?
“Quando sono arrivato a condurre questo programma, è stata la prima domanda che mi sono fatto anche io. Adesso, dopo tante puntate, posso rispondere con un ‘dipende’. Anzitutto dipende dall’età anagrafica. Se è vero che qualcuno viene tanto per farsi un’esperienza, o anche solo per andare in televisione, è altrettanto vero che ci sono tantissime persone cariche di speranze, anche mal riposte sotto certi versi. A volte mi sento addosso il carico delle loro aspettative. Mi vengono in mente le persone più timide, o con grossi complessi, che non hanno mai avuto un appuntamento in tutta la vita. Sono loro le persone che mi colpiscono di più, arrivano dopo anni di attese o di repressione”.
Ci sono stati degli appuntamenti assurdi?
“Quest’anno succede di tutto. Due si erano incontrati 25 anni prima, e noi non lo sapevamo. C’è un ragazzo che aveva rifiutato la ragazza su Instagram, e poi se l’è ritrovata all’appuntamento. Ci sono persone che arrivano, e se ne vanno subito, senza neanche presentarsi all’altra. Questo Primo Appuntamento è diventato, negli anni, uno spaccato clamoroso dell’amore”.
E cosa dice questo manuale d’amore 2.0?
“L’amore rimane vario, ma oggi è tutto più veloce, si tende a perdere meno tempo e si vuole subito mettere le cose in chiaro. Si è perso un po’ il corteggiamento”.
Quante storie sono andate avanti, dopo “Primo Apputamento”? Sono nati figli o matrimoni?
“Un buon 60% delle conoscenze non va a buon fine. Un 30% si piaciucchia e quindi è capace che si continua a vedere per qualche serata. Qualcuno so che ha portato avanti abbastanza la frequentazione. Ma posso dire che siamo arrivati addirittura a tre casi di matrimonio”.
Lei è stato definito un “re di cuori”. Si sente addosso questa definizione?
“Questo programma mi ha regalato questo ruolo di esperto in amore, ma credo che sia solo un gioco di parole. Spesso mi chiedono consigli, ma io faccio il conduttore: non mi hanno scelto perché sono bravo nell’arte amatoria (ride, ndr)”.
Cosa ci dice della nuova edizione di “Bake Off – Dolci sotto un tetto”, invece?
“Sono molto contento di poterlo fare. Rimane la pietra miliare della rete dove lavoro, Real Time. Mi dà la possibilità di poter esercitare altre carte, a livello di conduzione”.
Ho letto che quest’anno metterà alla prova le sue abilità culinarie, conferma?
“L’ho detto in maniera ironica però sì, avendo a disposizione spesso degli ospiti, anche stellati, ne approfitterò per prendere qualche consiglio. Mi cimenterò in qualche preparazione, niente di più”.
Cosa non sopporta in televisione?
“La partenza ritardata dei programmi. È sempre più allungata, tutti partono sempre più tardi, sempre alla ricerca di quell’indice di ascolto che fa tanto gola. Una volta la prima serata iniziava alle 20.30, adesso siamo arrivati alle 21.40. Poi parte una pubblicità, e sono le 22. Diventa impegnativo”.
I virologi in tv?
“Non ne posso più, basta. Se continuano così, infettano anche l’intrattenimento”.
La sua carriera ha vissuto fasi alterne: è passato dalla recitazione alla conduzione. Pensa che sia un capitolo chiuso, quello del grande schermo?
“Ci sono dei momenti nella vita che accadono cose che uno non aveva programmato. Anche a me è capitato. Facevo l’attore, e andava tutto bene, ma c’è stato un momento in cui non ero felice di quello che facevo. Non mi sentivo meritevole. Le cose mi capitavano, ma non avevo quella passione che vedevo in tanti dei miei colleghi. Ho pensato che sarebbe stato meglio lasciare il mio posto a qualcuno che aveva più voglia di farlo”.
Non si reputava bravo come attore?
“Non ci pensavo neanche. Vedevo nei miei colleghi un ardore che io non avevo. Ho capito che, più che l’attore, mi sarebbe piaciuto lavorare su me stesso. Così ho pensato che avrei voluto virare verso la televisione e la conduzione”.
Quindi, cos’è successo?
“Beh, il passaggio non è stato così scontato. Ero al Sistina come primo nome, in tv con “Provaci ancora prof”, al cinema con Veronesi. Un giorno sono andato dal mio manager e gli ho detto: ‘Cambio lavoro, non voglio più fare l’attore’. Mi hanno preso tutti per matto, tant’è che pure io a un certo punto ho titubato se fosse la strada giusta. Oggi, a distanza di non così troppi anni, mi ritrovo molto più a mio agio con me stesso e sono più felice di quello che sto facendo. Credo che sia la strada più congeniale per me”.
Ha mai pensato di abbandonare il mondo dello spettacolo?
“Eccome. Io per quindici anni ho sempre pensato che fosse un’occasione che mi era capitata, ma che non era detto sarebbe durata. Lo penso ancora, che potrebbe finire tutto da un momento all’altro, ma penso che sia diventata la mia professione. Lo penso da sei anni, non di più. Di piani b ne avevo parecchi, al tempo avevo aperto anche dei negozi di articoli sportivi. Vivevo su due strade parallele”.
Il sogno, oggi, qual è?
“Amo sperimentare. Mi piacerebbe fare anche altre cose. Un programma itinerante o un reality, per esempio. Ma è un game quello a cui ambisco da sempre. Mi piace portare leggerezza”.