Dopo che l'assemblea di Palazzo Madama si è espressa per il rinnovo di Mattarella al Colle, dai vertici hanno cercato di sminuire la posizione che di fatto rompe con la linea ufficiale e accodarsi al gruppo. Ma i parlamentari chiedono di contare di più e soprattutto i capigruppo vogliono sedere al tavolo delle trattative
“Sergio Mattarella è stato sempre ed è il primo nome che il M5s voterebbe per il Quirinale”. Ma “conosciamo tutti la sua posizione in merito a un suo secondo mandato”. La discussione sulla linea da tenere in vista della prossime elezione del presidente della Repubblica anima il gruppo 5 stelle e al momento regna la confusione. A confermarlo sono le parole del vicepresidente M5s Michele Gubitosa, intervenuto dopo che solo ieri il M5s a Palazzo Madama, nel corso di un’assemblea si è espresso a favore del rinnovo del capo dello Stato uscente. Una posizione che però cozza almeno con due fattori: Mattarella ha detto molto chiaramente che non intende restare al termine del suo “ruolo” e lo stesso Giuseppe Conte sta lavorando per una candidatura unitaria (preferibilmente femminile) o al massimo per digerire il nome di Mario Draghi. Ecco perché le parole dei senatori M5s sono state interpretate come di rottura. Ma il tempo ora inizia a scarseggiare e alle 17.30 ci sarà una nuova assemblea congiunta: all’ordine del giorno l’emergenza sanitaria, ma inevitabile che si parli anche di Quirinale.
Chi ha cercato di sminuire quanto emerso dall’assemblea dei senatori e accordarsi ai gruppi parlamentari è stato appunto il vicepresidente 5 stelle. “Non sono per niente sorpreso dal pensiero di alcuni nostri senatori espresso nella riunione di ieri. Lo condivido in pieno”, ha detto a Lapresse. Ma non a caso ha specificato: “Conosciamo tutti la posizione del presidente Mattarella in merito ad un suo eventuale secondo mandato. Se dovesse cambiare idea, il M5S non farà mancare il proprio sostegno“. Al di là del nome che verrà sostenuto alla fine però, quello che è emerso chiaramente è che i gruppi 5 stelle chiedono di avere voce in capitolo nella trattativa: “Abbiamo discusso”, ha dichiarato al termine dell’assemblea la capogruppo Mariolina Castellone, “di come affrontare in modo partecipato ed insieme al Presidente Giuseppe Conte questo importante passaggio per la vita del paese e del M5s”. E proprio in quel “partecipato”, si intende che i capigruppo vorranno sedere al tavolo con il leader al momento di decidere la linea finale.
Intanto tra i parlamentari c’è chi si muove in ordine sparso. Il primo fra tutti è l’ex ministro e senatore Danilo Toninelli: “Come prima cosa, è necessario che il M5s ufficializzi a tutte le altre forze politiche la proposta di chiedere, tutti assieme, al Presidente Mattarella di accettare un reincarico”, ha dichiarato all’agenzia Adnkronos ammettendo di essere stato il primo a proporre il tema durante l’assemblea di ieri sera. “Questa è l’unica ipotesi che ci può permettere di eleggere un Presidente alla prima votazione senza bloccare Parlamento e governo. Penso che il Mattarella-bis oggi sia la soluzione migliore per tutti. Per il Parlamento, il governo, e per tutti gli italiani”. Ma proprio le dichiarazioni di Toninelli hanno provocato il caos nella chat M5s di Palazzo Madama. Stando a quanto apprende l’Adnkronos, la vicepresidente del Senato (nonché vicepresidente vicaria del Movimento) Paola Taverna, che rivolgendosi alla capogruppo Castellone avrebbe chiesto ironicamente: “Siamo in autogestione?”. Drastico il collega Gabriele Lanzi, il quale avrebbe addirittura proposto di cessare qualsiasi riunione. Sempre nella chat è intervenuto anche il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli, per ribadire la necessità di affidarsi al leader Conte (e ai due presidenti di gruppo) nella partita per il Colle: se fossimo un gruppo unito – il senso del suo ragionamento – dovremmo dire che la trattativa sul Colle la portano avanti Conte e i due capigruppo. Lo stesso ministro contiano in una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ questa mattina è tornato sulla possibilità di eleggere una donna al Quirinale (“farebbe fare un salto culturale all’Italia”), ribadendo anche che per il M5s non c’è “nessuna preclusione” su un eventuale trasferimento di Mario Draghi al Colle a patto però di scongiurare “una crisi di governo al buio”.
In attesa di capire quale sarà la linea ufficiale del M5s, si muove qualcosa anche sul fronte degli ex 5 stelle. Il gruppo l’Alternativa vuole infatti “fare massa critica con un gruzzolo di una sessantina di voti per “contare” e lanciare un candidato al Quirinale. “Cerchiamo di mettere insieme delle persone con degli incontri informali per vedere di arrivare ad una candidatura da spendere qualora non si arrivasse ad un accordo generale dei partiti su un nome secco”, ha dichiarato Pino Cabras di Alternativa. Mentre il collega Raffaele Trano ha aggiunto: “Stiamo ragionando su una rosa di nomi su cui scegliere per poi lanciarlo già alla prima votazione”. Nella rosa, a quanto risulta, ci sarebbero nomi già testati in occasione di precedenti “Quirinarie” del M5s. Tra questi, secondo l’agenzia Ansa, quelli dei magistrati e giuristi Paolo Maddalena e Lorenza Carlassarre.