Dall’obbligo di mascherina all’aumento dei tamponi settimanali, passando per regole più drastiche, come rinvii dell’apertura o didattica a distanza: ecco come ripartono le lezioni
Mentre in Italia il dibattito sul ritorno in classe dopo le festività natalizie è tutt’altro che chiuso (anche se il governo ha confermato la riapertura del 10), negli altri Paesi d’Europa e del mondo la situazione sembra più fluida, anche se in assenza di una linea comune nelle decisioni dei vari governi. Ad ogni modo, si va all’obbligo di mascherina all’aumento dei test settimanali, passando per misure più drastiche, come rinvii dell’apertura o didattica a distanza. Il tutto tra i timori di famiglie e insegnanti per il dilagare della variante Omicron.
Germania – Sono ricominciate oggi in presenza le lezioni dopo la fine delle vacanze natalizie nei Laender di Berlino, Brandeburgo, Meclemburgo Pomerania, Sassonia, Renania Palatinato e da domani anche in Saarland e da mercoledì Amburgo. Nei Laender particolarmente colpiti dalla quarta ondata di covid, come la Turingia e il Baden-Wuerrtemberg le riaperture delle scuole sono a macchia di leopardo. In Turingia si riprenderà con le lezioni a distanza per i primi due giorni di scuola e poi ogni scuola deciderà come proseguire. Il Baden-Wuerttemberg – altro Land del Sud duramente colpito dai contagi – deciderà dopo la conferenza dei ministri dell’istruzione dei Laender mercoledì come ritornare a lezione. La Baviera dovrebbe ricominciare la scuola il 10 gennaio e questo permette al Land di prendere una decisione aggiornata con i dati del contagio in arrivo nei prossimi giorni. A Berlino per tutta la prima settimana di scuola i bambini saranno sottoposti a test-covid antigenici quotidiani.
Olanda – Le scuole olandesi riapriranno la prossima settimana come previsto dopo una vacanza di Natale più lunga del solito nonostante l’aumento delle infezioni alimentate dalla variante Omicron. Lo ha annunciato il governo. Il 19 dicembre, i Paesi Bassi hanno imposto alcune delle restrizioni più dure in Europa per frenare la rapida diffusione dell’Omicron, chiudendo le scuole per tre settimane e tutti i negozi non essenziali, i luoghi culturali e di intrattenimento fino al 14 gennaio. “La riapertura è responsabile”, ha affermato il ministero dell’Istruzione olandese, citando il team di gestione dell’epidemia del paese, che consiglia il governo sulla gestione della pandemia di Covid-19. Mentre le scuole primarie e medie riapriranno il 10 gennaio, gli istituti di istruzione superiore saranno limitati ai corsi online “a causa dell’aumento del numero di infezioni in questa fascia di età”, ha aggiunto il ministero dell’Istruzione. Gli adolescenti di età pari o inferiore a 17 anni potranno nuovamente praticare sport all’aperto fino alle 20 della prossima settimana, quando la situazione sarà nuovamente valutata. L’Istituto nazionale olandese di sanità pubblica ha dichiarato che i casi positivi di coronavirus sono in aumento, principalmente perché il ceppo Omicron, più infettivo, è ora dominante. Circa 14.623 persone sono risultate positive nelle ultime 24 ore, rispetto alle 11.440 di una settimana prima, con il tasso medio di infezione in aumento per il sesto giorno consecutivo.
Stati Uniti – Nei diversi Stati si punta ad accelerare i test di alunni e personale, ma senza escludere, come ultima risorsa, il ritorno alla Dad. Mentre le linee guida dei Cdc suggeriscono l’uso delle mascherine. A Washington, D.C., tutto il personale e 51mila studenti delle scuole pubbliche devono caricare un risultato negativo del test sul sito web del distretto prima di tornare in classe, mercoledì. La California si è impegnata a fornire kit gratuiti per il test a casa a tutti i suoi 6 milioni di studenti delle scuole pubbliche. In Massachusetts, Michigan e Washington si stanno ritardando le lezioni di alcuni giorni per consentire i test. Le scuole di New York City, il distretto più grande del Paese, riapriranno nei tempi previsti, ma con più test per il milione circa di studenti. E invece di mettere in quarantena un’intera classe se una persona risultasse positiva, a tutti i compagni verranno forniti test rapidi da effettuare a casa. In caso di esito negativo, si potrà tornare in aula il giorno dopo, sette giorni dopo se ne dovrà fare un altro.
Canada – Scuole chiuse in Ontario, la provincia più popolosa del Canada, a causa dell’aumento record di casi di Covid-19. Lo ha annunciato il premier Doug Ford. Nella regione si passerà quindi alla didattica a distanza. Vietati i pasti nei locali al chiuso, serrande abbassate poi per palestre e cinema. Agli ospedali è stato detto di sospendere tutti gli interventi chirurgici non urgenti. L’Ontario sta registrando nuovi picchi di contagi, alimentati dalla variante Omicron, tra la preoccupazione per la pressione sugli ospedali. “So che la didattica a distanza non è l’ideale”, ha detto Ford, “Il fatto è che l’omicron si diffonde a macchia d’olio”. La riapertura delle scuole è stata rinviata almeno fino al 17 gennaio. Il premier ha detto di aspettarsi uno “tsunami” di casi e ha notato che solo l’1% di 100.000 nuovi casi al giorno potrebbe sopraffare gli ospedali. Le chiusure inizieranno mercoledì.
Francia – Oltre 12 milioni di bambini francesi sono tornati oggi a scuola, con nuove regole volte a rallentare la diffusione del Covid-19. Da novembre, gli alunni francesi dai 6 anni in su devono indossare la mascherina in aula. Se un bambino risulta positivo, tutti gli altri della stessa classe dovranno risultare negativi tre volte nei quattro giorni successivi per rimanere a scuola. Il primo test antigenico o PCR deve essere eseguito da un operatore sanitario, seguito da test fai da te ogni due giorni, che devono essere forniti gratuitamente dalle farmacie. I farmacisti hanno espresso preoccupazione lunedì per possibili carenze causate dalle nuove regole. Il governo sta inoltre incoraggiando le autorità locali, incaricate di finanziare le scuole pubbliche, ad acquistare monitor che avvisano quando le aule devono essere ventilate
Regno unito – Riapertura post natalizia delle scuole confermata nel Regno Unito dai prossimi giorni, malgrado i contagi Covid alimentati dalla nuova variante Omicron, ma con un rafforzamento dei protocolli di cautela sanitaria per i ragazzi: lo ribadisce oggi il governo di Boris Johnson per bocca del ministro dell’Istruzione, Nadhim Zahawi, precisando che anche in Inghilterra – di gran lunga la maggiore nazione del Regno – sarà introdotto non solo il già annunciato obbligo di mascherina in aula per gli studenti di medie e superiori, ma anche quello di un test negativo per rientrare dalle vacanze e d’un doppio tampone settimanale di controllo per tutti.
Zahawi ha sottolineato che l’imposizione delle mascherine a lezione resterà peraltro in vigore solo “il tempo strettamente necessario”, con scadenza al momento fissata al 26 gennaio. E che i kit per i test verranno forniti gratuitamente ai vari istituti. La mascherina era già prevista, al pari dei tamponi, nelle scuole di Scozia e Irlanda del Nord, dove su sanità e istruzione decidono i governi locali regionali, mentre in Galles scatteranno pure alla ripresa del dopo Natale con la sola differenza che i test settimanali saranno 3. L’opposizione laburista, che governa proprio in Galles, accusa in ogni caso l’esecutivo centrale Tory di aver ritardato troppo le sue decisioni relative all’Inghilterra, tanto più che l’ondata Omicron sta causando nell’isola buchi nel settore scolastico – come in quello cruciale degli ospedali e in altro ambiti – in conseguenza delle assenze di personale legate ai contagi o ai contatti con persone infettate (sebbene per quest’ultima fattispecie la durata dell’isolamento sia stata già ridotta nel Paese). Lo stesso governo Johnson ha anticipato che la revisione delle regole generali sull’emergenza Covid, attesa in settimana, non comporterà neppure ora la reintroduzione di alcuna nuova restrizione modello lockdown poiché gli ultimi dati “non lo giustificano”: visto il calo dei casi complessivi registrato ieri (sia pure a quota 137.000 circa) e il contenimento dei morti, a fronte di un numero di vaccini salito a circa 35 milioni di terze dosi booster già somministrate e a un totale di ricoveri in aumento, ma per ora lontano dai picchi della prima ondata della pandemia.