Il Lazio tutto, in zona gialla da ieri 3 gennaio, fa i conti con l’impennata di contagi dovuta alla variante Omicron. E a Roma i casi Covid che si moltiplicano rischiano di causare disagi ai principali servizi pubblici. Nelle due aziende che gestiscono i trasporti e la raccolta dei rifiuti ci sono già dal 27 dicembre scorso alcune centinaia di dipendenti fermi.
Secondo i più recenti dati comunicati ai sindacati, al 4 gennaio, in Atac, azienda da 11mila dipendenti, ci sono 303 operatori bloccati perché positivi al Covid e altri 559 in quarantena preventiva. In Ama, invece, sui circa 7mila dipendenti, sono 240 i lavoratori che risultano contagiati e 200 quelli in isolamento. I numeri, secondo il sindaco, “sono ancora sotto controllo. Le aziende stanno implementando i protocolli di sicurezza con la massima attenzione. È inevitabile che l’aumento dei contagi riguarda tutti e anche le aziende di Roma Capitale”, ha detto Roberto Gualtieri a margine di una cerimonia stamattina.
Per la Cgil, tuttavia, la situazione non è da sottovalutare. Se i contagi, come prevedibile, resteranno in linea con la curva regionale in ascesa, l’emergenza sarà inevitabile. Interpellato da ilfattoquotidiano.it, Natale Di Cola della segreteria della Cgil di Roma e del Lazio spiega: “Sia Ama che Atac scontano una politica di assunzioni molto ristretta negli anni precedenti. Già a pieno organico, prima della pandemia, si andava in difficoltà, così si va letteralmente in affanno”.
Un disservizio pesante si è già verificato la sera del 31 dicembre scorso quando i treni della ferrovia Roma-Lido, che collega il centro della Capitale con Ostia, hanno sospeso le corse alle 19:30 poiché gli operatori in turno sono risultati positivi al Covid ed è stato impossibile sostituirli all’ultimo minuto. L’episodio non è piaciuto per niente ai vertici dell’assessorato ai Trasporti capitolino, tanto che il titolare, Eugenio Patané, nel corso di una seduta della commissione Mobilità, ha colto l’occasione per sottolineare: “se devo dire che sono rimasto contento di quello che è successo il 31 dicembre sulla Roma-Lido non posso dirlo, anzi”. Così in Atac, su richiesta dell’assessorato, sono stati avviati già da oggi controlli più stringenti, in particolare per quanto riguarda gli isolamenti volontari: come indicato dal nuovo protocollo i dipendenti che hanno la terza dose di vaccino vanno esclusi dal regime di isolamento preventivo e quindi dovranno andare regolarmente a lavorare. Un modo per abbassare il numero di coloro che si sono messi in quarantena dopo un contatto con un collega positivo. Accanto a questo, con una circolare interna, l’azienda ha fatto sapere di aver rafforzato i controlli e ha invitato i lavoratori a rispettare le norme già previste: utilizzare sempre i dispositivi di protezione, mascherine e gel disinfettante, arieggiare i mezzi tenendo aperti i finestrini, evitare assembramenti o promiscuità nelle rimesse e in altre aree destinate alla sosta. I trasgressori rischiano provvedimenti disciplinari. In Ama, invece, da stamani, a quanto si apprende da fonti sindacali, è partito un servizio di screening e tracciamento con un pulmino che circola tra rimesse e aree di sosta per verificare la salute dei lavoratori.
Un modo per frenare nuovi ed eventuali disservizi sul nascere – secondo il sindacato – c’è e si articola su tre punti. “Sono tre le richieste che facciamo ad Ama e Atac”, aggiunge Di Cola. “Ricostituire i comitati Covid-19, come impostati dal governo Conte 1, e che consentono il confronto tra azienda e lavoratori sulle norme da adottare per la salute e la sicurezza. Avviare una attività di screening e tracciamento dei casi a tappeto. Dare seguito velocemente ai piani di assunzione già previsti e che, in entrambe le aziende, consentirebbero in poche settimane di far fronte all’emergenza, in questo momento, e di rilanciare sia Atac sia Ama a termine della pandemia. In 24 mesi di pandemia questi lavoratori sono stati esposti al Covid più di altri – sottolinea il sindacalista della Cgil – e, insieme ad altre categorie, hanno garantito servizi essenziali. Grazie ai vaccini ora i casi sono meno gravi, ma nei mesi passati, in Ama in particolare, ci sono stati diversi decessi. Riteniamo che eliminare ogni forma di precariato e favorire le assunzioni, oggi – conclude –, sia anche un giusto riconoscimento”.