In attesa delle decisioni del cdm – per arginare l’onda dei contagi di Covid – alcune regioni hanno deciso di posticipare il rientro a scuola dopo le festività al 10 gennaio. Sul punto il governo due giorni fa aveva fatto sapere che non ci sarebbe stato nessun rinvio. Lazio, Basilicata (ordinanza pronta in attesa del governo, ndr), Sicilia hanno deciso di far slittare di un paio di giorni il rientro mentre in alcune regioni come la Lombardia era già previsto il ritorno in classe dopo li lungo weekend dell’Epifania. Dove non hanno ancora deciso le regioni intervengono i sindaci in ordine sparso. In Toscana a Massa Marittima (Grosseto) il sindaco, Marcello Giuntini, ha ordinato la sospensione dell’attività didattica in asili nido, scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di tutto il territorio comunale nei giorni 7-8 gennaio. La sospensione riguarda esclusivamente l’accesso degli studenti, e non del personale addetto agli uffici scolastici.
Gli studenti di Spoleto (Perugia) – in Umbria – torneranno in classe lunedì 17 gennaio, con la didattica a distanza prolungata per un ulteriore settimana rispetto al resto della regione per decisione del sindaco Andrea Sisti, che nel pomeriggio ha firmato un’ordinanza in materia, prevedendo la dad per la prossima settimana per tutte le scuole di ogni ordine e grado. “Il provvedimento – ha spiegato il sindaco – si è reso necessario per cercare di limitare questo continuo aumento dei contagi. Abbiamo anche la necessità di recuperare terreno sul fronte del tracciamento, tanto che nei prossimi giorni l’esercito allestirà a Spoleto un centro per effettuare tamponi esclusivamente dedicato agli studenti. L’obiettivo è di garantire maggior sicurezza per la ripresa delle attività educative e didattiche in presenza”. Il comune di Pescara(Abruzzo) ha organizzato screening di massa su tutta la popolazione scolastica. L’esecuzione del tampone antigenico rapido nasale non obbligatoria ed è prevista per tutti gli istituti scolastici del capoluogo adriatico.
I sindaci della Campania chiedono il rinvio, ed è nota la posizione del presidente Vincenzo De Luca che avrebbe voluto un rinvio di 20-30 giorni. “Già prima delle feste natalizie abbiamo visto aumentare il numero delle classi in didattica a distanza per i molti focolai di contagio che si sono accesi nelle scuole, coinvolgendo anche docenti e personale Ata. Se andiamo avanti così – dice è il presidente di Anci Campania e sindaco di Caserta, Carlo Marino.a metà gennaio corriamo rischi concreti perché, nonostante i nostri continui appelli e gli allarmi che ci arrivano dal mondo scolastico, le misure finora adottate sono state confuse e insufficienti”.
I tamponi con screening preventivi sono previsti in Sardegna per il ritorno in classe in sicurezza. La Asl di Cagliari, capofila per tutto il sud dell’Isola, ha acquisito 150mila tamponi antigenici per lo screening di massa negli istituti scolastici del territorio delle aziende sanitarie di Cagliari, Sulcis e Medio Campidano. I tamponi sono destinati a tutti gli studenti delle scuole, al personale scolastico e Ata che volontariamente vorranno sottoporsi al test, per garantire un rientro in sicurezza dalle vacanze natalizie. “Ad oggi, in Lombardia, non sono previsti screening test preventivi per ricominciare la frequenza scolastica. Non lo prevedono né le indicazioni regionali, né quelle di livello nazionale” comunica invece in una nota la Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia, dopo che nei centri tamponi lombardi, più di un genitore si è presentato con i figli senza alcuna richiesta del medico curante, ma adducendo ad una presunta necessità di effettuare un tampone per screening/test preventivo per la ripresa della presenza a scuola.
In Sicilia la ripresa delle scuole, dopo la pausa per le festività, è stata stabilita ieri per il 10 gennaio, ma il governatore Nello Musumeci fa intendere che fino all’ultimo minuto qualcosa potrebbe cambiare. “Questi tre giorni ci consentiranno di valutare la variazione del numero dei contagi”, ha detto a Sky Tg24.” L’ultima cosa che vorremmo chiudere è lo spazio scolastico”, ha aggiunto.