A dicembre il tasso di inflazione su base annua, stando alle stime preliminari Istat, si è attestato a +3,9%: è il dato più alto da agosto 2008. L’ulteriore accelerazione della crescita dei prezzi è dovuta prevalentemente ai beni alimentari, sia lavorati (da +1,4% di novembre a +2,0%) sia non lavorati (da +1,5% a +3,6%), ai beni durevoli (da +0,4% a +0,8%) e ai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,9% a +2,3%). I prezzi dei beni energetici, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, rallentano (da +30,7% a +29,1%), a causa di quelli della componente non regolamentata (da +24,3% a +22%), mentre la crescita dei prezzi della componente regolamentata rimane stabile (da +41,8% a +41,9%). In base alle stime preliminari l’inflazione acquisita o trascinamento per il 2022 (cioè la crescita media che si avrebbe nell’anno se i prezzi rimanessero stabili fino a dicembre) è pari a +1,8%. Nel 2021 è stata pari a -0,1%.
L’aumento rispetto a novembre, pari a +0,4%, è dovuto da un lato ai prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,1%) e a quelli dei beni durevoli (+0,6%), dall’altro alla crescita, influenzata da fattori stagionali, dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+1,9%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%). A dicembre i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona raddoppiano la loro crescita da +1,2% di novembre a +2,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano da +3,7% a +4,0%.
Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,5% su base mensile e del 4,2% su base annua (da +3,9% di novembre). La variazione media annua del 2021 è pari a +1,9% (-0,1% nel 2020). L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +1,5% e a +1,6% (entrambe da +1,3% di novembre).