Morto uno dei pazienti ospiti della struttura “lager” di Castelbuono. Ha perso la vita stanotte Francesco Paolo Bua, a 46 anni, poco dopo essere stato trasferito dalla residenza per disabili, dove lo scorso 17 dicembre sono state arrestate 17 persone (10 in carcere e 7 ai domiciliari), mentre altri 5 hanno avuto la misura cautelare dell’obbligo di dimora.

Bua, paziente con insufficienza mentale profonda e affetto da grave malformazione cardiaca era uno dei 23 disabili maltrattati all’interno della struttura Suor Rosina La Grua. Dopo le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, la residenza era stata messa sotto sequestro e i disabili tutti trasferiti in altre strutture. Bua era andato alla Sereni Orizzonti, una struttura geriatrica di Palermo. Si trovava lì da 18 giorni, quando stanotte è intervenuto per il disabile l’arresto cardiaco. Gli uomini della Guardia di finanza hanno requisito le cartelle dalla residenza palermitana e la salma è stata posta sotto sequestro. Saranno adesso gli esperti che nominerà la procura di Palermo a verificare le cause della morte di Bua: “Era stato trasferito dalla clinica di Castelbuono da meno di venti giorni, è chiaro che la famiglia adesso voglia capire cos’è successo. Se il decesso è diretta conseguenza dei maltrattamenti subiti lì o se ci sia altro. Una famiglia che di certo merita risposte”, sottolinea l’avvocato Giorgio Bisagna, legale della madre di Bua, Lucia Agnello.

Una famiglia quella di Bua, che aveva già subito una grave perdita nel novembre del 2018, quando un altro fratello, Samuele Bua, era stato trovato impiccato nella propria cella, al carcere Pagliarelli di Palermo: aveva solo 29 anni. Anche Samuele era affetto da una patologia mentale ed era rimasto senza alcuna assistenza in carcere. “Con la disponibilità di una corda”, sottolinea Bisagna. Il processo di primo grado ha assolto i responsabili del carcere: nessuna responsabilità per la morte di Samuele. Adesso si prospetta un nuovo processo per la famiglia Bua, stavolta per un altro figlio: “La madre lo ha riconosciuto in una delle immagini registrate dalle telecamere degli inquirenti e di certo lo avevano visto malnutrito negli ultimi tempi”, continua il legale.

Secondo le indagini Bua veniva spesso picchiato da altri pazienti nella più totale incuria degli operatori della struttura. Lo scorso dicembre le indagini coordinate dalla procura di Termini Imerese avevano fatto emergere un contesto di gravi maltrattamenti e ingiurie perpetrati dagli operatori della struttura. Alcuni dei pazienti venivano spesso ristretti in una “sala relax” che in realtà si era rivelata essere una vera e propria stanza di contenzione. Le terribili immagini della Guardia di Finanza di Palermo hanno registrato come alcuni pazienti venissero di fatto incarcerati nella stanza priva di arredamento e al buio, perfino abbandonati nei loro escrementi. Una struttura “lager”, dove i pazienti venivano anche pesantemente sedati: “Torture sistematiche che aggravano la loro condizione mentale e ne devastano il corpo”, “condotte inusitate di violenza, scherno, umiliazione”, scriveva la gip Angela Lo Piparo nell’ordinanza in cui disponeva l’arresto per gli operatori della struttura. E continuava: i pazienti, “alcuni dei quali molto giovani sono denutriti (la privazione del cibo è una delle “punizioni” che gli vengono inflitte), sono sottoposti a cure farmacologiche inadeguate che li riducono in stato comatoso minando ulteriormente la loro salute già cagionevole, vengono picchiati (a volte selvaggiamente presi a calci, a volte strattonati, abitualmente gli si tirano le orecchie o i capelli), abbandonati a se stessi nudi nel cortile o riversi per terra anche sotto la pioggia, lasciati sporchi e sovente puliti con guanti da cucina”.

L’inchiesta era partita dalla denuncia della ex direttrice sanitaria, Caterina Saladino, che ai pm Alessandro Macaluso e al procuratore Ambrogio Cartosio, aveva rivelato, tra le altre cose, la pesante sedazione subita dai pazienti a sua insaputa: “Presso la struttura si va avanti con punture di Largactil (un neurolettico) e di En (un potente tranquillante, un sonnifero utilizzato anche come ansiolitico). Si tratta di farmaci che non ho mai somministrato ai pazienti nei tre anni in cui sono stata direttore sanitario. Soprattutto se somministrati insieme hanno un effetto devastante”. Un effetto che ha avuto ripercussioni sul precario stato di salute di Bua? “Ancora non abbiamo elementi per accusare nessuno – continua l’avvocato della famiglia del disabile – ma di certo chiederemo che si faccia ampia chiarezza su quanto è successo”.

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