Mentre continuano le pressioni dei senatori M5s perché Giuseppe Conte sostenga l’ipotesi di un Mattarella-bis per il Quirinale, anche nel Pd c’è chi si dice favorevole a sostenere la proposta. La corrente dem dei Giovani turchi, come confermato dal deputato Matteo Orfini, ha intenzione di presentare l’idea ufficialmente a Enrico Letta in occasione della riunione del 13 gennaio con direzione e gruppi parlamentari.

Secondo il senatore Francesco Verducci, l’impressione è che “nel Pd ci sia sensibilità sul tema”, ha dichiarato all’agenzia Adnkronos. Una ‘sensibilità’ quanto larga? “La fase è molto fluida ma noi il ragionamento fatto lo porteremo avanti nel Pd. E il ragionamento è questo: noi siamo ancora pienamente dentro le emergenze per cui è stato chiamato Draghi a dirigere il governo. Sia sul Pnrr che è tutto da realizzare. Sia sulla pandemia, che anzi sta conoscendo proprio in questo momento la sua fase più acuta. Per cui tutte le ragioni del governo Draghi sono confermate e anche rafforzate dalla situazione che abbiamo”. Resta però un problema fondamentale: Mattarella ha chiaramente detto e ridetto che non intende restare. “Nessuno vuole tirare il Presidente per la giacca”, ha continuato Verducci. “Ma ora il tema è tutto interno al Parlamento dal punto di vista costituzionale. È il Parlamento che deve decidere e assumersi la responsabilità di fronte all’eccezionalità della situazione che stiamo vivendo: la conferma del binomio Draghi-Mattarella è la garanzia migliore per uscire da un’emergenza che non è finita“. Senza poi dimenticare la freddezza del centrodestra che potrebbe rendere complicata la rielezione: “Di fronte a un gigante come Mattarella, che ha avuto grande apprezzamento da tutti vedremo”, ha chiuso Verducci. “Intanto noi riteniamo che sia utile che cominciassimo noi, come Pd, a prendere in mano il tema. È il momento della responsabilità per il Parlamento e, lo ribadisco, confermare lo schema con Draghi a palazzo Chigi e Mattarella al Colle sia la garanzia più forte che possiamo mettere in campo“.

Una proposta, quella dei Giovani turchi e dei senatori M5s, che al momento può creare più disagi ai leader che altro. Nelle scorse ore è stato Giuseppe Conte a intervenire per chiedere “unità e compattezza” al gruppo, ribadendo che “non è il momento di fare nomi“. Ma nonostante la frenata del presidente 5 stelle, una parte del gruppo insiste perché l’ipotesi sia appoggiata da tutto il Movimento. La strategia dei leader del fronte centrosinistra (sia Conte che Letta) sembra però andare in tutt’altra direzione. Ma da qui al 24 gennaio, giorno della convocazione del Parlamento in seduta comune, tutto ancora può succedere.

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