Benedetto XVI replica seccato al giornale tedesco Die Zeit che lo accusa di aver coperto la pedofilia di un suo prete quando era arcivescovo di Monaco e Frisinga. “Le accuse sono false”, ha fatto sapere il Papa emerito attraverso il suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein. Il presule, che è anche prefetto della Casa Pontificia, ha aggiunto che l’allora cardinale Ratzinger “non aveva conoscenza della storia precedente, le accuse di violenza sessuale, quando prese la decisione di ammettere il sacerdote”. Per il giornale tedesco, invece, il futuro Benedetto XVI non intervenne nei confronti di un prete della diocesi bavarese, Peter H., accusato di 23 casi di abusi sessuali su minori tra gli 8 e i 16 anni commessi dal 1973 al 1996. Ratzinger fu alla guida dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga dal 1977, anno in cui fu nominato prima arcivescovo e subito dopo cardinale da san Paolo VI, fino alla fine del 1981, quando san Giovanni Paolo II lo trasferì a Roma con l’incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Il giornale tedesco sostiene che la negligenza dell’allora porporato è dimostrata da un “decreto extragiudiziale” del Tribunale ecclesiastico dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga del 2016 che critica il comportamento di alcuni alti prelati tra cui Ratzinger: “Arcivescovi, vescovi e i loro vicari non hanno adempiuto alla loro responsabilità nei confronti dei bambini e dei giovani proteggendoli dagli abusi e perseguendone gli autori”. Il documento è firmato da Lorenz Wolf, capo del Tribunale ecclesiastico di Monaco e Frisinga, da altri due giudici ecclesiastici e da un notaio anch’egli ecclesiastico. Un decreto che in passato era già stato citato da altri due giornali tedeschi. Secondo Die Zeit i superiori di Peter H., all’epoca dei fatti parroco in Baviera, non hanno fatto nulla per fermare i suoi crimini. Come unica conseguenza delle sue azioni il sacerdote ha dovuto pagare tre mesi di stipendio alla Tabaluga Children’s Foundation. Inoltre, una volta andato in pensione, non gli è stato più permesso di esercitare il sacerdozio, ma senza ridurlo allo stato laicale.
Durante gli otto anni del suo pontificato Benedetto XVI ha dovuto affrontare lo scandalo della pedofilia del clero deflagrato in modo impressionante all’interno della Chiesa cattolica. In due anni, tra il 2011 e il 2012, Ratzinger ha ridotto allo stato laicale 400 sacerdoti accusati di aver commesso abusi sessuali su minori. Già qualche settimana prima di essere eletto Papa, nelle meditazioni delle 14 stazioni della Via crucis del Venerdì Santo 2005 al Colosseo, l’allora cardinale Ratzinger aveva tuonato: “Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza”. Parole poi tradotte in azioni concrete nel contrasto della pedofilia del clero. Ma le accuse non hanno risparmiato nemmeno suo fratello maggiore, monsignor Georg Ratzinger, per 30 anni, dal 1964 al 1994, direttore dei Regensburger Domspatzen. Proprio durante questo periodo 547 bambini del celebre coro del Duomo di Ratisbona hanno subito abusi di ogni tipo, anche sessuali, senza che il fratello del futuro Papa, stando a quanto dichiarò lui stesso, se ne accorgesse.
Twitter: @FrancescoGrana
Cronaca
“Ratzinger ha coperto la pedofilia di un suo prete quando era arcivescovo in Baviera”. La replica di Benedetto XVI: “Tutto falso”
Il Papa emerito ha risposto con sdegno attraverso il suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein: "L’allora cardinale Ratzinger non aveva conoscenza della storia precedente, le accuse di violenza sessuale, quando prese la decisione di ammettere il sacerdote”
Benedetto XVI replica seccato al giornale tedesco Die Zeit che lo accusa di aver coperto la pedofilia di un suo prete quando era arcivescovo di Monaco e Frisinga. “Le accuse sono false”, ha fatto sapere il Papa emerito attraverso il suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein. Il presule, che è anche prefetto della Casa Pontificia, ha aggiunto che l’allora cardinale Ratzinger “non aveva conoscenza della storia precedente, le accuse di violenza sessuale, quando prese la decisione di ammettere il sacerdote”. Per il giornale tedesco, invece, il futuro Benedetto XVI non intervenne nei confronti di un prete della diocesi bavarese, Peter H., accusato di 23 casi di abusi sessuali su minori tra gli 8 e i 16 anni commessi dal 1973 al 1996. Ratzinger fu alla guida dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga dal 1977, anno in cui fu nominato prima arcivescovo e subito dopo cardinale da san Paolo VI, fino alla fine del 1981, quando san Giovanni Paolo II lo trasferì a Roma con l’incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Il giornale tedesco sostiene che la negligenza dell’allora porporato è dimostrata da un “decreto extragiudiziale” del Tribunale ecclesiastico dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga del 2016 che critica il comportamento di alcuni alti prelati tra cui Ratzinger: “Arcivescovi, vescovi e i loro vicari non hanno adempiuto alla loro responsabilità nei confronti dei bambini e dei giovani proteggendoli dagli abusi e perseguendone gli autori”. Il documento è firmato da Lorenz Wolf, capo del Tribunale ecclesiastico di Monaco e Frisinga, da altri due giudici ecclesiastici e da un notaio anch’egli ecclesiastico. Un decreto che in passato era già stato citato da altri due giornali tedeschi. Secondo Die Zeit i superiori di Peter H., all’epoca dei fatti parroco in Baviera, non hanno fatto nulla per fermare i suoi crimini. Come unica conseguenza delle sue azioni il sacerdote ha dovuto pagare tre mesi di stipendio alla Tabaluga Children’s Foundation. Inoltre, una volta andato in pensione, non gli è stato più permesso di esercitare il sacerdozio, ma senza ridurlo allo stato laicale.
Durante gli otto anni del suo pontificato Benedetto XVI ha dovuto affrontare lo scandalo della pedofilia del clero deflagrato in modo impressionante all’interno della Chiesa cattolica. In due anni, tra il 2011 e il 2012, Ratzinger ha ridotto allo stato laicale 400 sacerdoti accusati di aver commesso abusi sessuali su minori. Già qualche settimana prima di essere eletto Papa, nelle meditazioni delle 14 stazioni della Via crucis del Venerdì Santo 2005 al Colosseo, l’allora cardinale Ratzinger aveva tuonato: “Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza”. Parole poi tradotte in azioni concrete nel contrasto della pedofilia del clero. Ma le accuse non hanno risparmiato nemmeno suo fratello maggiore, monsignor Georg Ratzinger, per 30 anni, dal 1964 al 1994, direttore dei Regensburger Domspatzen. Proprio durante questo periodo 547 bambini del celebre coro del Duomo di Ratisbona hanno subito abusi di ogni tipo, anche sessuali, senza che il fratello del futuro Papa, stando a quanto dichiarò lui stesso, se ne accorgesse.
Twitter: @FrancescoGrana
Articolo Precedente
Covid, i dati – Ancora record: 189.109 contagi in 24 ore e con meno tamponi. 231 le vittime (con riconteggi) e 452 ricoveri
Articolo Successivo
Vaccino Covid, via libera dell’Aifa al booster per la fascia 12-15 anni. “Intervallo come adulti a 4 mesi da seconda dose”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Società
Ecco i cento personaggi del 2024: da Trump a Boccia-Sangiuliano, passando da Fassino, Mangione e l’orsa KJ1. Quali sono i nomi dell’anno per Il Fatto (e perché)
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
L’analista: “Il caso Sala più complesso di quello di Piperno: pesa il ruolo degli Usa”. L’ipotesi di scambio con prigionieri iraniani
Mondo
La Corea del Sud avvia una “ispezione completa” di tutti i 101 Boeing 737-800 in servizio
Palermo, 30 dic. (Adnkronos) - Un carico di 640 pericolosissimi ordigni rudimentali stava per essere venduto in strada, ma l’intervento tempestivo della Polizia di Stato di Catania ha mandato in fumo il piano criminale di due uomini, un 37enne di Tremestieri Etneo e un 36enne di San Giovanni La Punta. I due “soci” sono stati individuati nella zona di corso Indipendenza mentre confabulavano con altre due persone scese da un’auto in sosta. Il loro atteggiamento ha insospettito i poliziotti, che, quindi, hanno effettuato un accurato controllo, identificando i quattro e perquisendo i veicoli. Non appena sono stati chiesti i documenti, gli agenti si sono accorti che due di loro avevano le mani macchiate di nero, sporche di polvere da sparo.
Una volta aperto il bagagliaio dell’auto, i poliziotti hanno scoperto diversi cartoni con all’interno numerosi ordigni rudimentali, ragion per cui è stato richiesto l’intervento immediato del nucleo artificieri della Questura che, giunti sul posto, hanno prioritariamente messo in sicurezza l’ingente quantitativo di materiale esplodente che è stato sequestrato per poi essere distrutto. Dall’analisi e dalla catalogazione degli ordigni, è stato possibile constatare che i due andavano in giro con 640 bombe fatte in casa, denominate “bombe Sinner”, in omaggio al celeberrimo campione di tennis. Si tratta di botti contraddistinti da un involucro di colore arancione e aventi portata micidiale.
I poliziotti hanno ritenuto necessario approfondire le verifiche ed estendere la perquisizione anche alle rispettive abitazioni del 37enne e del 36enne, nella convinzione che ulteriore materiale esplodente potesse trovarsi nella loro disponibilità. Le intuizioni si sono rivelate fondate dal momento che in casa di uno dei due, sono state trovate e sequestrate altre 110 “bombe Sinner”, custodite in modo del tutto illegale, senza precauzioni, con un concreto ed elevato rischio per l’incolumità dei residenti della zona. Oltre al materiale esplodente, i poliziotti hanno scovato una pistola e munizioni da guerra, nascoste in casa tra suppellettili e immediatamente poste sotto sequestro.
Oltre agli ordigni fai-da-te, i poliziotti hanno trovato il materiale utilizzato per la loro produzione, segno che l’uomo avesse trasformato una parte dell’abitazione in un laboratorio abusivo per fabbricarli in vista del Capodanno, incurante dell’elevato rischio per la sua famiglia e per le case vicine. Infatti, il nucleo artificieri ha avuto modo di accertare come la quantità di botti sequestrati sarebbe stata in grado di produrre effetti devastanti anche su immobili di recente costruzione, anche perché l’accensione di uno di essi avrebbe potuto portato alla cosiddetta accensione a catena con effetti devastanti.
I due uomini sono stati arrestati per porto in luogo pubblico e detenzione di ordigni e, su disposizione del PM di turno, sono stati condotti in carcere in attesa del giudizio di convalida da parte del GIP, ferma restando la presunzione di innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva. Le attività di controllo dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Catania hanno già portato, negli ultimi mesi, al sequestro di un ingente quantitativo di materiale esplodente, sottraendolo al mercato nero e preservando la sicurezza dei cittadini, soprattutto dei più giovani che, ignari della pericolosità del maneggio di artifizi pirotecnici, si espongono a concreti rischi per la loro incolumità.
Ulteriori azioni di contrasto alla vendita e alla custodia di fuochi senza licenza sono state rafforzate per i prossimi giorni in vista della notte di San Silvestro.
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Chi sta usando i farmaci sotto prescrizione medica può tranquillamente guidare. Come faceva l'anno scorso". Così Matteo Salvini in una diretta social. "Ovviamente ci sono farmaci che impediscono di guidare nelle ore successive, però esattamente come l'anno scorso chi prende dei farmaci oncologici. Abbiamo istituito un tavolo tecnico proprio per andare incontro alle centinaia di migliaia di pazienti che dietro somministrazione medica usano dei farmaci".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - “Costruttivo, senza pregiudizi, determinato, ma sempre improntato ad un dialogo costante con il governo per fare davvero gli interessi dei lavoratori. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in questi anni ha avuto il merito di confrontarsi con le istituzioni, criticando e proponendo allo stesso tempo soluzioni, senza però mai cercare, a differenza degli altri sindacati, il pretesto dello scontro e dell’istigazione alla rivolta sociale. A lui va il mio apprezzamento e il sincero ringraziamento di come ha svolto la sua delicata e fondamentale funzione, sempre e solo dedicata a tutelare davvero chi lavora”. Così, la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Ringraziamo Luigi Sbarra per il grande e costruttivo contributo che, alla guida della Cisl, ha dato alla tutela degli interessi dei lavoratori in Italia ed al mondo delle relazioni industriali. Ha guidato il sindacato con una vera visione strategica e con la consapevolezza che il dialogo tra le parti sociali e’ la chiave per rendere il sistema produttivo sempre più equo, dinamico e sostenibile. Lo ha fatto rispettando il ruolo e l’autonomia sindacale, senza mai trasformare la Cisl nell’appendice di una parte politica. Abbiamo sottoscritto la sua proposta di partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda e continueremo a sostenerla politicamente in Parlamento. Auguriamo a Luigi Sbarra di continuare a contribuire, con la stessa dedizione, al bene dell’Italia”. Lo afferma il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi.
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Avere ridotto del 25 per cento, dal 14 al 28 dicembre, nei primi quindici giorni del nuovo Codice della strada, il numero di morti sulle strade è qualcosa che dovrebbe rendere orgoglioso me e voi". Lo dice Matteo Salvini in una diretta social.
"Mi faccio carico volentieri se c'è qualche polemica, ho le spalle larghe, ho rischiato 6 anni per aver bloccato immigrati clandestini. Quindi figurarsi se per salvare vite umane non mi faccio carico di qualche polemica e degli attacchi di Vasco o di radical chic di sinistra".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - “Come dice Renato Brunetta sul Sole24Ore ‘in un carcere sovraffollato, luogo di isolamento, umiliazione, malattia e morte, la pena rischia di perdere la certezza dell'esempio, che è la vera fonte di legittimazione della potestà punitiva, per trasformarsi invece in certezza della recidiva’. È vero, e non conviene a nessuno un modello di pena che incentiva i detenuti a tornare a delinquere o a cominciare a farlo se detenuti ingiustamente. La sua proposta di indulto parziale, per il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, merita attenzione e una iniziativa parlamentare trasversale. Sarebbe infatti positivo che anche nella maggioranza la proposta di Brunetta, che ha alle spalle una lunga militanza nel centrodestra, venisse raccolta e rilanciata. La situazione nelle carceri è incivile ed inaccettabile, quindi bisogna agire con urgenza”. Lo afferma il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova.
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - “Una manovra nella quale emerge la totale mancanza di visione economica del governo Meloni: competitività, occupazione, giovani, sanità, ambiente, riduzione del debito pubblico e concorrenza sono state le note a margine di una legge di bilancio in cui la parte più consistente è stata occupata dalle mancette elettorali dei partiti di maggioranza. Tutto questo è stato fatto calpestando la democrazia parlamentare, riducendo al minimo non solo le possibilità di modifica ma anche di dibattito”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
“Per fortuna, grazie alle poche modifiche fatte alla Camera, è stato possibile introdurre alcune cose positive. Attraverso un nostro emendamento, con buona pace dei pro-vita, è stato rafforzato il fondo per corsi di informazione e prevenzione rivolti a studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, relativamente alle tematiche della salute sessuale e dell’educazione sessuale e affettiva; inoltre è stato confermato e rafforzato il bonus psicologo ed è stato istituito il Fondo per il servizio di sostegno psicologico in favore delle studentesse e degli studenti. Sono piccoli ma importanti passi avanti, nonostante - conclude Magi - un governo oscurantista e antiscientifico”.