Inizio d’anno amaro per 90 lavoratori impiegati dalla XBT Servizi e Logistica al blocco 3.2 dell’Interporto di Bologna, in appalto per la lavorazione della merce del gruppo americano Tnt/FedEx. Lo ha reso noto il sindacato Si Cobas di Bologna secondo cui la società, lo scorso 31 dicembre, “con una nota, attraverso uno dei consueti messaggini WhatsApp” ha comunicato ai dipendenti, tutti a tempo determinato, il mancato rinnovo dell’appalto e che “sarebbe terminata la loro collaborazione, così come i loro contratti“.
Nella nota “inviata nella chat di gruppo – sottolinea l’organizzazione sindacale – si legge: ‘Buongiorno a tutti vi comunico che con oggi 31 dicembre 2021 termina la nostra collaborazione così come i vostri contratti, anche il nostro contratto è terminato, purtroppo non è stato rinnovato, quindi il magazzino rimane chiuso questo a causa di tutte le vicende che conoscete bene e che hanno portato a questo risultato, errori fatti sicuramente da entrambe le parti. Nel mese di gennaio 2022 vi verrà corrisposto lo stipendio relativo al mese di dicembre e tutto il resto. Vi auguro Buon Anno”.
Di fatto, argomenta ancora il Si Cobas di Bologna, “oltre il danno la beffa ed è così che i 90 lavoratori dopo essere stati liquidati con un Whatsapp vengono anche colpevolizzati per ‘errori fatti da entrambe le parti'”. Secondo i Si Cobas gli unici errori dei lavoratori sono stati “aver denunciato le irregolarità. Aver reso pubblico tutto ciò che accadeva nell’ennesimo luogo dello sfruttamento. Bisognava stare zitti. Sarebbe stato opportuno non ribellarsi. Questo il democratico punto di vista di XBT e della Zampieri Holding. La colpa è un po’ di tutti. Certo è che nei dieci mesi di sopravvivenza di quel magazzino gli unici a trarne profitto sono stati esclusivamente XBT, la Zampieri holding e Tnt/FedEx. Le aziende hanno sfruttato al meglio una situazione di lavoratori fin troppo precari (tutti e 90) senza il riconoscimento dei diritti più basilari”.