È un giallo in piena regola quello che da tre settimane ha come scenario il quartiere di San Giovanni a Trieste. Tutto è cominciato con la scomparsa di una donna, Liliana Resinovich di 63 anni, dipendente della Regione in pensione. Poi un’altalena di dichiarazioni e colpi di scena. Il marito Sebastiano Visintin, di 72 anni, fotografo in pensione con la passione per l’affilatura dei coltelli, ha spergiurato di non sapere nulla su che fine avesse fatto la moglie, assicurando che tra di loro “non c’è mai stato un litigio”. Ma l’ottantaduenne, Claudio Sterpin, amico della donna, con cui aveva riallacciato un’intensa amicizia da alcuni anni, ha rivelato: “Stava per lasciare il marito”. Adesso il ritrovamento del corpo, avvolto in due sacchi dell’immondizia, in un boschetto poco lontano da casa. Solo l’autopsia potrà stabilire le cause. Il corpo aveva però un sacchetto legato attorno al collo. Non si esclude che la donna sia stata portata in quel punto dopo qualche giorno, per questo la Polizia sta setacciando i palazzi della zona per capire dove possa essere rimasta nel periodo precedente. Decisivo sarà stabilire il momento del decesso.

L’identificazione – La certezza che si tratti di Liliana ancora non c’è. Il procuratore della Repubblica Antonio De Nicolo parla di “alta probabilità” e ha fissato per il 10 gennaio l’autopsia. Il corpo, appunto, “aveva un sacchetto di nylon legato stretto attorno al collo”, ha fatto sapere il procuratore, sottolineando che “finché non verrà fatta l’autopsia non ci azzardiamo in congetture”. “È certo che Liliana Resinovich si sia allontanata a piedi, per questo il 5 gennaio le attività di perlustrazione hanno riguardato la zona raggiungibile a piedi attorno alla sua abitazione” ha spiegato il prefetto di Trieste, Annunziato Vardè. Lì nessuno l’aveva ancora cercata dopo la sparizione avvenuta il 14 dicembre. “Non ci sono elementi per dire che Liliana abbia preso un bus, sono state visionate tutte le immagini delle telecamere e non è stata ripresa la signora né sulla strada che porta verso il capolinea dei bus, né dalle telecamere del piazzale” ha spiegato il prefetto. Non è stato quindi l’amico della scomparsa, Claudio Sterpin, a indicare alla polizia l’area da setacciare, nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Le ricerche sono state indirizzate verso parti del quartiere che erano rimaste inesplorate anche se la coppia andava spesso a camminare in quella zona.

Nessun indagato – Al momento non ci sarebbero indagati, questa la versione ufficiale. Ma è chiaro che gli investigatori abbiano le idee piuttosto chiare e da giorni monitorino i protagonisti di questa vicenda (pur in assenza di un cadavere) oltre a ricostruire gli spostamenti della donna. Pochi i dubbi fin dall’inizio: Resinovich non si è allontanata volontariamente da casa, anche perché quel giorno ha detto all’amico Sterpin che sarebbe andata a casa sua alle 10 (vi si recava ogni martedì per stirargli le camicie), dopo essere passata per un negozio della Wind. Nel negozio non è mai andata. Il fratello di Liliana ha detto di averle inviato un messaggio alle 9.20, ma lei non ha risposto. Solo un paio i testimoni di quei momenti. Una donna che ha sentito grida provenienti da un boschetto non lontano da casa. E la fruttivendola del quartiere che ha detto di aver visto Liliana passare davanti al negozio “tra le 8.15 e le 8.30: indossava una giacca blu scuro e la mascherina. Camminava a testa bassa, andava verso piazzale Gioberti in cui ci sono i capolinea degli autobus”. Comunque Liliana ha lasciato a casa cellulari e borsette.

Il marito: “Non l’ho uccisa” – Visintin, ex fotografo, con la passione della bicicletta, di quella mattina ha ricordato: “Abbiamo fatto colazione poi lei ha messo su una lavatrice. Io sono uscito di casa alle 7.45 e lei si è affacciata dalla finestra mandandomi un bacio come fa sempre”. Ha parlato molto con i giornalisti, respingendo ogni sospetto. “La gente pensa che io abbia ucciso mia moglie e che ne abbia nascosto il cadavere? E perché avrei dovuto distruggere la cosa più bella della mia vita? Non so cosa è accaduto a Lilly, io non le ho fatto del male… noi non litigavamo mai. Anche la polizia mi ha detto ‘si tolga un peso dal cuore’. Sono cose che mi feriscono, è come se volessero farmi confessare qualcosa. Ma se qualcuno pensa che io abbia fatto del male a mia moglie perché ero geloso di quell’uomo, si sbaglia”. E del rapporto di Liliana con Sterpin ha detto: “Ero all’oscuro di quella frequentazione, fintanto che non me l’ha detto lui, in una telefonata, dopo che mia moglie è scomparsa. Mi ha detto addirittura che si era recato al negozio WindTre per vedere se Lilly era stata lì. Ho detto alla polizia che bisogna scavare in quel rapporto. Lui dice che lei andava a sistemargli la casa, ma questo mi è difficile da capire: Lilly non si occupava di queste cose”. E poi: “Credo che lui sia stato innamorato di lei 40 anni fa e che il legame si sia rotto quando io e Lilly ci siamo conosciuti. E che lui, oggi, facendo certe affermazioni su di me e sul rapporto che ho con mia moglie, voglia vendicarsi”.

L’amico – Liliana avrebbe dovuto recarsi a casa dell’amico Sterpin. “Lilly mi ha chiamato per avvisarmi che sarebbe venuta da me un po’ più tardi, attorno alle 10, doveva passare prima al negozio di WindTre. Da qualche mese lei veniva da me per darmi una mano a stirare. Ci conosciamo da quarant’anni e siamo legati da un’amicizia affettuosa”. In un’intervista ha anche rivelato di averla ritrovata per caso dopo essere rimasto vedovo, in cimitero. Così avevano cominciato a frequentarsi. “Non sono un amante, ha detto. Figuriamoci, alla mia età, con tre interventi alla prostata, che amante sarei? Io e Lilly eravamo legati da un rapporto di profonda amicizia. Ci conosciamo da tanti anni. Negli ultimi mesi veniva a casa mia per aiutarmi un po’. E, certo, parlavamo. Da quello che mi raccontava avevo intuito che tra lei e il marito le cose non andavano bene. Lei diceva di sentirsi obbligata a fare sempre tutto quello che voleva lui: la bicicletta, i viaggi… erano sempre in giro. Lei era stufa. Avevo la percezione che fosse al culmine e volesse lascialo”. In un’altra intervista ha aggiunto che con Liliana era rinato un sentimento forte, “che negli ultimi mesi aveva assunto i colori dell’amore”. I due, stando ai suoi racconti, avevano deciso di trascorrere un weekend insieme fuori Trieste il 17 e 18 dicembre. E il 16 dicembre lei avrebbe informato il marito di volerlo lasciare.

Le reazioni – “Sono sconvolto… ora ho paura. Spero di non trovare il corpo di Lilly, è una storia che va avanti e non capisco ancora il perché. Se è lei resterà una traccia indelebile nel mio cuore. Non ho neanche più voglia di vivere” sono state le parole del marito Visintin dopo il ritrovamento del corpo. L’amico Sterpin: “Non basta aver trovato il corpo: Liliana in quel sacco non ci è entrata da sola. Ora bisogna incastrare chi l’ha uccisa, chi ha messo il suo corpo nel sacco, abbandonandolo poi come se fosse immondizia”.

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