Il tribunale ha accolto l'istanza corredata da perizia geologica ed architettonica. Il sindaco che aveva approvato il progetto fa visita al vescovo
Il parroco di Portofino blocca l’ascensore dei Malacalza. Il tribunale di Genova ha accolto l’istanza presentata dal sacerdote del paradiso ligure dei vip per fermare il progetto dell’imprenditore già azionista di Pirelli e Banca Carige che, con il via libera del Comune, intende costruire due ascensori, uno privato e uno pubblico, a poca distanza dalla chiesa romanica del Divo Martino che si trova nella parte più antica del borgo.
“Il nulla osta del Comune risulta rilasciato sulla base di una relazione geologica non conforme al Piano urbanistico comunale, adottato 14 giorni prima dell’ok – si legge in una perizia dei geologi Rosa Maria Di Maggio e Gianni Santus, allegata all’istanza parrocchiale e citata dalla stampa locale – Non c’è un piano di monitoraggio, non sono state realizzate indagini in corrispondenza degli scavi. Esiste un serio pericolo che i lavori possano modificare il delicato equilibrio di questo bene culturale del XII secolo di notevole importanza dal punto di vista storico, sociale e artistico”.
A corredare il documento, le valutazioni dell’architetto Roberto Spinetto, presidente di Italia Nostra, per il quale, riferisce Il Secolo XIX, è opportuno “evitare i lavori, anche perché emerge come non siano state date indicazioni relative alle fasi esecutive degli interventi previsti”, che sarebbero invece state fondamentali per valutare impatto ambientale e rischi prima di aprire il cantiere. Che prevedeva lo scavo di due gallerie in cui posare i due ascensori, un interrato nella villa di Vittorio Malacalza e l’altro in un immobile pubblico.
L’istanza ha avuto effetto istantaneo: mercoledì pomeriggio il giudice ha sospeso in via cautelare l’esecuzione delle opere e fissato l’udienza il 28 gennaio. La pratica, spiega ancora Il Secolo XIX, era stata approvata il 22 ottobre in consiglio comunale, contestualmente all’insediamento del sindaco Matteo Viacava, al suo secondo mandato. Quest’ultimo mercoledì pomeriggio ha fatto visita al vescovo (“mi sono confessato”, ha risposto al Corriere della Sera che gli ha chiesto un commento) e ha dato la disponibilità a un supplemento di istruttoria.