“Al rientro a scuola mancheranno migliaia di docenti. Saremo costretti a ridurre l’orario di lezione o a mandare a casa i ragazzi perché non troveremo i supplenti”. I dirigenti scolastici di tutt’Italia lanciano l’allarme: da Bolzano a Palermo la situazione non cambia: tra gli insegnanti sospesi – perché non hanno provveduto a vaccinarsi entro i venti giorni previsti – quelli positivi al Coronavirus e quelli in quarantena perché contatti a rischio, al suono della campanella dopo le vacanze natalizie potrebbero mancare 40mila persone. Il calcolo l’ha fatto Antonello Giannelli, numero uno dell’Associazione nazionale presidi. Sia chiaro: è solo una stima basata sul numero di maestri e professori assenti nelle diverse regioni. Dati certi non ce ne sono: non li hanno le Asl che non sono tenute ad un’anagrafe per categorie professionali, non li hanno i ministeri dell’Istruzione e della Salute.
La questione è molto pratica: trovare i supplenti non sarà per nulla facile, per due motivi. Il primo: i contagiati sono ormai troppi e anche nelle graduatorie d’istituto o nelle “messe a disposizione” c’è gente con il Green pass revocato. Il secondo: chi accetta una supplenza lo deve fare alla cieca, senza sapere per quanti giorni lavorerà perché l’insegnante non vaccinato potrebbe decidere di effettuare il vaccino da un giorno all’altro e ha diritto di tornare in cattedra. Stessa cosa per i malati: non si sa se a fine quarantena il tampone sarà negativo o meno. Giannelli ha avanzato una proposta al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ma finora non se n’è fatto nulla: “Ho chiesto che in sede di conversione di Legge del Decreto 172 si stabilisca che la durata di sospensione di chi ha deciso di non vaccinarsi sia almeno di quindici giorni. Questo darebbe più garanzie a chi accetta una supplenza”.
Per ora l’unica certezza è che venerdì (in molte regioni si parte domani) o lunedì, la scuola sarà travolta dal caos anche perché prima che arrivi un supplente (sempre che si trovi) passano 48 ore a volte. Le segreterie possono convocarli facendo scorrere le graduatorie d’istituto o scegliendoli tra le “mad” ma i docenti hanno ventiquattr’ore per accettare o meno e altre ventiquattro per prendere servizio. Tradotto: i primi giorni di scuola o si divideranno le classi o si utilizzeranno le compresenze per riempire i vuoti oppure, nel caso, peggiore, si dovranno mandare a casa i ragazzi.
Nella provincia autonoma di Bolzano, Marco Fontana – presidente dell’ Anp locale – non nasconde l’ansia: “Il 4% dei docenti ha ricevuto la lettera del preside con l’invito a vaccinarsi ma solo la metà hanno assolto all’impegno. Solo nella mia scuola ho sei persone che non hanno alcuna dose e sono sospesi”. In Veneto, Laura Biancato, preside dell’ “Einaudi” di Bassano del Grappa è adirata: “Il 10 la scuola non dovrebbe proprio partire. Lo dico senza ipocrisia. Nel mio istituto il 10% dei docenti sarà a casa. Dove troverò chi li sostituisce?”. Ad un’ora da Bassano, (Lozzo Atestino) al comprensivo diretto da Alfonso D’Ambrosio su 127 persone attualmente ci sono cinque docenti sospesi e due positivi. In Lombardia la situazione è peggiore. “Conto – spiega Matteo Loria, presidente dell’Anp regionale – che alla ripresa mancheranno tra le tre e le 4mila persone”. Nella sua scuola, l’istituto “Caramuel Roncalli” il 7% su 180 docenti sarà assente: “Dovremo arrangiarci come sempre usando il personale del potenziamento, le compresenze. Non escludo di ridurre l’orario se non ce la farò a garantire il servizio”. Anche per Loria, a questo punto, sarebbe stato meglio rinviare la partenza di un paio di settimane: “Meglio la dad per tutti che la scuola a singhiozzo”.
Ad unirsi a Loria è la dirigente Amanda Ferrario del “Tosi” di Busto Arsizio: “Ho il 10/15% dell’organico a casa…ad andar bene! È una tragedia. Non troveremo sostituti, vaccinati, che siano disponibili per pochi giorni”. A Collecchio, Giacomo Vescovini, preside del comprensivo del paese non ha numeri ma molti dubbi: “La situazione è critica più per i positivi che per quelli non regolari con gli adempimenti vaccinali. Temo una quantità di defezioni che mi costringeranno ad allertare i genitori ad essere pronti a recuperare i figli nel caso non possa garantire il servizio”. In Liguria, stesso schema: “Abbiamo chiesto – spiega Angelo Capizzi dell’Anp – ai nostri presidi di segnalare le situazioni critiche all’Ufficio scolastico territoriale e regionale perché si rendano conto delle difficoltà che abbiamo. Ci sono colleghi che hanno due positivi e altri dieci. E poi ci saranno i contagiati dell’ultimo minuto che non possiamo prevedere. Io so solo una cosa: andava fatto un rientro graduale. Attaccarsi al principio imprescindibile della scuola in presenza non ha senso”.
A Pisa, Lucio Bontempelli che guida il comprensivo “Niccolò Pisano” spiega: “La campanella sarà il 10 per noi ma se tornassimo a scuola venerdì avrei una decina di assenti su cento persone”. Il collega Simone Vicari di Bagno a Ripoli non è messo meglio: “Prevedo diversi assenti e stiamo cercando di organizzare l’orario per far venire a scuola solo le classi che avranno almeno il 50% di lezioni assicurate”. A Firenze, Ludovico Arte del “Marco Polo” è a favore della scelta del Governo per la presenza ma deve fare i conti con una decina di docenti che non ci saranno. In ansia c’è anche Cristina Costarelli del liceo “Newton” di Roma dove registra una decina di professori positivi. In Campania a lanciare l’Sos è il presidente dell’Anp Franco De Rosa: “Stiamo monitorando la situazione ora per ora. Posso già dire che avremo il 5-6% di docenti da rimpiazzare”. In Puglia, dove Roberto Romito guida l’Anp, parla di una minoranza di convinti no vax ma di un migliaio di positivi o contatti a rischio: “Alle superiori qualche classe può essere che sia costretta a tornare a casa perché non ci saranno insegnanti in cattedra”. Vania Lato, preside del “Vico de Carolis” a Taranto parla di un “mese di gennaio difficile” partendo da un sospeso e tre postivi anche se “il numero cresce di giorno in giorno”, specifica. A Lecce, la preside Tiziana Faggiano, guarda soprattutto alla situazione dei ragazzi autistici: “Per loro cambiare docente non è facile”. Intanto la valanga Covid non ha risparmiato nemmeno le Eolie: Mirella Fanti, preside del comprensivo di Lipari che comprende anche le isole minori, parla del 25% di personale che non ci sarà alla ripartenza. Non resta che una certezza: la scuola a tutti i costi in presenza, voluta dal ministro Patrizio Bianchi e da Mario Draghi, nella pratica non potrà essere per tutti.