È tornato al lavoro pochi giorni dopo essere tornato in libertà Vitangelo Dattoli, l’ex dg degli Ospedali Riuniti di Foggia, finito ai domiciliari il 13 dicembre scorso nell’inchiesta sulla turbativa d’asta degli appalti milionari per l’elisoccorso e il trasporto di organi. Alla fine di dicembre, il tribunale del Riesame aveva revocato la misura cautelare per mancanza di esigenze cautelari, ma confermando nei suoi confronti i gravi indizi di colpevolezza raccolti dalla procura foggiana e dalla Guardia di finanza di Bari: una decisione maturata anche sulla base delle dimissioni presentate da Dattoli dal ruolo ricoperto nella struttura dauna. A quel punto, però, Dattoli non è tornato libero solo in senso giudiziario, ma anche lavorativo: terminata l’esperienza a Foggia, ha chiesto quindi il reintegro nell’ospedale “Miulli”, una struttura ecclesiastica d’eccellenza ad Acquaviva delle Fonti. nel Barese, dal quale era in aspettativa da diverso tempo a causa dei numerosi incarichi pubblici che aveva ricoperto.

Il Miulli ha quindi avviato la procedura per il reintegro e affidato a Dattoli il ruolo di direttore sanitario. La vicenda ha suscitato polemiche sulle quali l’ente ecclesiastico è intervenuto con una nota nella quale ha precisato che Dattoli è dipendente dell’ospedale “ove ricopriva il ruolo di Direttore dei Presidi Distaccati” e aggiungendo che “dal settembre 2002 ha fruito di periodi di aspettativa in relazione ai plurimi incarichi rivestisti all’interno di realtà sanitarie della Regione Puglia, aspettativa interrotta con le recenti dimissioni dell’incarico di direttore generale del PoliclinicoOspedale Riuniti’ di Foggia. Dovendo selezionare – si legge ancora nella nota – il nuovo Direttore Sanitario del Miulli, come da prassi la Direzione Generale del nosocomio di Acquaviva ha cercato all’interno del proprio organico la professionalità idonea a ricoprire tale ruolo, individuandola nella figura di comprovata esperienza del dott. Dattoli. L’Ente Miulli sta dunque procedendo alla nomina del dott. Dattoli come Direttore Sanitario, col quale era nel frattempo stato già ripristinato il rapporto di servizio”. L’arresto e le accuse, insomma, non hanno avuto alcun effetto deterrente per l’ospedale barese.

Sull’opportunità di stoppare il rientro fino alla conclusione della vicenda giudiziaria, il Miulli interpellato da ilfattoquotidiano.it ha fatto sapere attraverso il suo ufficio stampa che “non sono state ravvisate ragioni di opportunità per fermare il reintegro. Il dottor Dattoli ritorna al Miulli nel suo proprio ruolo, quello di Direttore Sanitario, per giunta in un momento in cui c’è necessità di una figura che ricopra quell’incarico di sensibile importanza”.

Eppure negli atti di indagine raccolti dalle fiamme gialle guidate dal colonnello Luca Cioffi, non sono mancati gli elementi che, al di là degli aspetti penali, potrebbero provocare un qualche problema di opportunità per il nuovo direttore sanitario. Come la foto della vacanza alle isole Tremiti con l’imprenditore Roberto Pucillo, anch’egli arrestato nell’inchiesta. Dattoli, insomma, resta al Miulli che in questi giorni è alle prese con una serie di bufere per vicende che nemmeno la riguardano direttamente. Nei giorni scorsi, infatti, nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex dirigente della Protezione Civile della Regione Puglia, Mario Lerario, finito in carcere il 23 dicembre scorso, i finanzieri hanno perquisito l’abitazione di un sacerdote, parente dell’ex dirigente. Il religioso non è indagato nell’inchiesta, ma gli inquirenti hanno cercato riscontro ad alcuni elementi raccolti nel corso delle indagini che toccherebbero anche il religioso. Inoltre uno degli imprenditori arrestati per le tangenti versate a Lerario aveva tentato di spiegare ai pubblici ministeri che quei 20mila euro consegnati all’ex dirigente della Protezione civile, nascosti all’interno di una fornitura di carne pregiata, era in realtà un regalo a Lerario fatto all’insaputa del dirigente. Un dono che serviva sia per ringraziarlo dei lavori che gli erano stati affidati e sia per l’interessamento del dirigente per le condizioni di salute della moglie, a cui aveva fatto effettuare esami diagnostici, grazie a un familiare, proprio al Miulli.

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