Chissà se finirà come in Forrest Gump, con mezza America che seguiva – a piedi o in televisione – la marcia di Tom Hanks. L’intenzione dei camminatori, in questo caso, è quella di andare da Venezia a Roma raccogliendo lungo la strada chiunque voglia accompagnarli in quella che hanno chiamato “La marcia delle libertà”. Basta l’identità dei promotori per capire che si tratta di una iniziativa no vax. Stefano Puzzer è infatti l’ex portavoce dei portuali di Trieste, che lo scorso autunno ha coordinato le prime manifestazioni per chiedere l’abolizione del green pass obbligatorio per accedere al posto di lavoro. Paolo Sceusa è un ex magistrato (terminò la carriera come presidente del Tribunale per i minorenni di Trieste) e studioso di diritto. “Siamo partiti da Venezia il 6 gennaio perché questa è la città più importante del Nordest e fra le più importanti del mondo. Siamo partiti da piazzale Roma perché è a Roma che vogliamo andare e i primi passi li abbiamo fatti sul Ponte della libertà, quella libertà che vogliamo difendere”, dice. Ma i primi passi hanno causato i primi grattacapi. Siccome erano presenti alcune centinaia di persone, ecco scattare una segnalazione di manifestazione non autorizzata, a cui i promotori replicano che si tratta di una semplice passeggiata.
In ogni caso, l’intento è sostenere le tesi di chi si oppone ai vincoli vaccinali. Sulla propria pagina Facebook, Puzzer ha postato un fotomontaggio che lo vede ritratto accanto al tennista serbo Novak Djokovic, bloccato al momento dell’ingresso in Australia per gli Australian Open perché non vaccinato. “Io e Djoko siamo una cosa sola, abbiamo gli stessi ideali. Nonostante le differenze economiche il cuore è di uguale grandezza. Questa marcia è un modo per mettersi in gioco e chiedere il rispetto dei principi costituzionali”. Cita frasi celebri, come quella di Tucidide che nel 430 avanti Cristo scrisse: “La peste distrusse Atene, non la paura della peste”. Oppure fa gli auguri al mondo: “Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, la libertà e i bambini. Guardate le stelle, accarezzate i vostri bambini e combattete per la libertà”. Sceusa invece lancia un appello: “Tutti possono seguirci, da qualsiasi punto del percorso, devono però provvedere a vitto e alloggio perché questa non è una gita organizzata. L’idea di alzarmi dal divano e cominciare a camminare è piaciuta a tante persone e gli ultimi obblighi imposti dal governo non fanno altro che aggiungere motivazioni alla marcia”.
La prima tappa ha coperto il percorsio Venezia–Dolo, la seconda (7 gennaio) quello da Dolo a Padova. Il cammino proseguirà lungo la ciclovia del Brenta, con l’obiettivo di raggiungere Verona, Mantova, Modena e Bologna. Prima dell’arrivo a Padova, Sceusa ha scritto su Telegram: “Un blocco delle forze dell’ordine ha determinato di fatto la separazione tra me e altri marcianti. La trovo una cosa molto positiva. Così tutti (forze dell’ordine e marcianti) comprenderanno che chi marcia lo fa individualmente e, se si generano aggregazioni fra marcianti, si capirà che separarli non farà altro che moltiplicarne all’infinito i tronconi”. Tra Noventa Padovana e la zona industriale di Padova, infatti, la Polizia ha creato un cordone di agenti, il che ha fatto assottigliare il corteo. In Prato della Valle, la piazza principale della città euganea, sono arrivate solo una ventina di persone. La Questura di Padova ha comunicato che l’organizzatore della manifestazione verrà denunciato per mancato preavviso e trenta persone saranno sanzionate “per aver partecipato ad una manifestazione dinamica in zona gialla, non consentita dalla normativa anti-Covid”. Infine, saranno sanzionate tutte le persone che non hanno rispettato le misure di distanziamento e che non indossavano la mascherina di protezione.