Il numero uno al mondo del tennis, Novak Djokovic, non è “prigioniero” ma è libero di lasciare l’Australia quando lo desidera. È quanto ha sottolineato in queste ore la ministra australiana degli Interni, Karen Andrews, respingendo le accuse rivolte dalla famiglia del tennista serbo al governo australiano dopo che Djokovic è stato bloccato al suo arrivo nel Paese, dove avrebbe dovuto partecipare agli Australian Open, per irregolarità sulle regole anti-covid per l’ingresso (l’atleta non è vaccinato). “Djokovic non è prigioniero in Australia”, ha detto la ministra Andrews alla emittente nazionale Abc, scrive il Guardian, “è libero di lasciare il paese in qualsiasi momento voglia, cosa che le autorità di frontiera faciliterebbero”.

Secondo quanto ricostruito, dopo essere atterrato in Australia per partecipare al primo Slam stagionale grazie a un’esenzione vaccinale, il campione serbo ha trascorso otto ore bloccato all’aeroporto durante la notte prima che i funzionari dell’Australian Border Force annunciassero che gli era stato negato l’ingresso nel Paese, citando il mancato rispetto dei requisiti per avere l’esenzione dalla vaccinazione contro il Covid in Australia. In un’udienza urgente davanti al giudice Anthony Kelly, gli avvocati hanno ottenuto un’ingiunzione provvisoria per fermare l’espulsione del tennista ed è stata concordata un’audizione per lunedì. Il tennista numero uno al mondo si trova attualmente in un hotel a Melbourne. Un piccolo gruppo di sostenitori di Djokovic insieme a manifestanti per le restrizioni anti-virus e difensori dei diritti dei rifugiati si sono riuniti davanti al Park Hotel, utilizzato per la detenzione per immigrati a Melbourne, dove si trova appunto il tennista serbo.

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