Un caso di peste suina africana è stato riscontrato nelle analisi della carcassa di un cinghiale trovata ad Ovada, in provincia di Alessandria. Gli esami sono stati effettuati dall’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, centro di referenza nazionale per le malattie da pestivirus. La documentazione – si apprende in Piemonte – è stata trasmessa al Ministero della Salute che la notificherà all’Oie, l’Organizzazione mondiale della sanità animale, e alla Commissione europea.
L’allarme sul rischio della peste suina era stato lanciato nei giorni scorsi da Confagricoltura Piemonte che aveva parlato di “un forte rischio” di diffusione legato “all’eccessiva proliferazione” dei cinghiali. “Dobbiamo evitarlo – aveva sottolineato il presidente Enrico Allasia – poiché sarebbe un danno enorme per i nostri allevamenti e per la sicurezza alimentare”.
Il caso di peste suina può avere conseguenze sul commercio delle carni suine italiane, con la possibilità che i Paesi che non riconoscono il principio di regionalizzazione possano imporre il divieto di importazione di tutti i prodotti suini dell’intero Paese in cui la peste si è manifestata. “Sono in corso – spiega l’assessore piemontese alla Sanità Luigi Icardi – le riunioni con i Servizi veterinari territorialmente competenti, le Autorità di gestione forestale e con i Settori ambientali e faunistico venatori. Come previsto dal Piano nazionale per le emergenze di tipo epidemico, è stato avviato l’insediamento delle Unità di crisi a livello locale, regionale e nazionale per l’adempimento delle azioni previste dal manuale operativo e dalle norme specifiche in materia”.
“Nelle prossime ore verranno definite la ‘zona infetta’ e la ‘zona di sorveglianza’ con le relative prescrizioni”, aggiunge Icardi che conclude: “Stiamo agendo con la massima tempestività, l’immediata e coordinata attuazione delle misure di controllo nei suidi selvatici risulta fondamentale nel tentativo di confinare ed eradicare il più possibile la malattia”. La peste suina africana è una malattia infettiva altamente contagiosa, tipicamente emorragica, causata da un virus appartenente al genere Asfivirus che colpisce solo i suidi domestici e selvatici causando un’elevata mortalità.