“Noi domani presentiamo un documento in cui c’è scritto: Mes sì o no?”. Così il 7 gennaio 2021 Matteo Renzi a Tg2 Post certificava l’avvio della crisi di governo che avrebbe portato alla fine del Conte 2 e all’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Questa sera Renzi tornerà in tv, su La7, e probabilmente rivendicherà di nuovo, come già ha fatto molte volte in questi mesi, i suoi meriti. “Fiero di aver combattuto per mandare a casa Conte e portare Draghi”, ha affermato, anche ieri, in un’intervista al Corriere della Sera. Renzi tornerà in tv con un Paese che si ritrova con il record di positivi dall’inizio della pandemia ed un numero di decessi che torna a spaventare, il caos sulla scuola e con i primi ospedali che tornano in sofferenza.
In questo quadro, come è noto, tra 17 giorni iniziano le votazioni per eleggere il successore di Mattarella. “Nulla accadrà prima del 10 gennaio” affermava il leader di Italia Viva prima delle festività natalizie, ma invece già molto è accaduto in questo periodo. Infatti, dopo la conferenza stampa di fine anno del presidente Draghi, è iniziata una lunga sequela di prese di posizione a favore o contro il suo trasloco al Quirinale.
Il timing per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica appare effettivamente pessimo. La nuova ondata pandemica incrocia i leader dei partiti alle prese con gruppi parlamentari difficili da controllare. Il principale motivo è che, nella migliore delle ipotesi, alla scadenza naturale della legislatura manca circa un anno e poi, con il taglio dei parlamentari, molti di questi non saranno rieletti. Giungere alla scadenza naturale della legislatura, insomma, è in cima alle preoccupazioni della quasi totalità degli eletti. “Eleggere Mario Draghi al Colle significherebbe non solo trovare un altro premier: significherebbe costruire un nuovo governo – è l’opinione di un parlamentare di lungo corso di Italia Viva – e ad oggi nessuno può garantire che Salvini ci stia. E se la Lega si sfila servirebbe un governo politico con un premier politico, non un tecnico”.
Rumors che tra i parlamentari hanno preso vigore, al punto che sui quotidiani in questi giorni, più che il toto-Colle, impazza il toto-premier. “Di Maio, Franceschini, Giorgetti” si legge oggi sul Corriere della Sera. “Spunta l’idea Draghi + maggioranza Ursula” pubblicava invece in prima pagina La Verità due giorni fa. Ipotesi che oggi sui giornali prende corpo su diverse testate. “La tentazione di Salvini: via dal governo e Draghi al Colle” per avere “mani libere in campagna elettorale”, sintetizza il Secolo XIX. “Per una roba del genere ci vorrebbero almeno due mesi di trattative. A quel punto mi pare più facile andare al voto. Ma poi come fa Draghi ad andarsene in un momento come questo?” ci dicono da ambienti di centrodestra.
Il Mattarella Bis è una ipotesi davvero tramontata?
A far rumore, è il trambusto dentro il Movimento 5 Stelle. I senatori pentastellati si sono espressi a favore di un bis di Mattarella, nonostante il presidente della Repubblica abbia fatto chiaramente, e a più riprese, comprendere la sua indisponibilità. “La nostra proposta non è campata in aria – rivendica a ilfattoquotidiano.it un senatore M5s – Nella prossima riunione congiunta di deputati e senatori, una parte di noi chiederà a Conte che la proposta di un Mattarella bis diventi la posizione ufficiale del M5s, che questa venga votata prima del 24 gennaio in rete dai nostri attivisti e che diventi la proposta ufficiale M5s agli altri partiti. “Il governo ha fatto tanto, ma il lavoro non è finito e la pandemia galoppa. Le emergenze sono ancora rimaste tutte in piedi – aggiunge il parlamentare – Serve stabilità e la stabilità si preserva con Mattarella al Quirinale e Draghi a palazzo Chigi”.
Una corrente per il secondo mandato di Mattarella esiste anche nel Pd. L’ex presidente Matteo Orfini è arrivato a dire (all’HuffingtonPost): “Votiamo Mattarella, anche contro la sua volontà. E lasciamo Draghi lì dov’è, a Palazzo Chigi”. Il Partito Democratico ha fissato per martedì prossimo la segreteria del partito, con all’ordine del giorno l’elezione del presidente della Repubblica, ed il 13 gennaio riunirà la direzione nazionale. A ilfatto.it Orfini chiarisce: “In direzione ascolteremo anzitutto il segretario. Io non chiederò di votare ordini del giorno, ma di discutere la nostra proposta per un Mattarella bis”. “Siamo in una condizione di assoluta emergenza – aggiunge – e ritengo sbagliatissimo spostare il presidente Draghi da dove sta ora”.
Un nuovo incarico al capo dello Stato uscente sembra la strada apparentemente più complicata, oggi, ma la più semplice per la tanto invocata stabilità. Quella invocata anche da Il Sole 24 Ore che ricorda come l’Unione Europea, attraverso la Commissione, vuole che nel primo semestre 2022 vengano raggiunti 45 obblighi tra riforme e target per accedere alla seconda trance di 24,1 miliardi dei fondi del Pnrr. Obiettivi “difficilmente compatibili con scenari ipotetici da crisi di governo” sottolinea il quotidiano degli industriali. “Sia spostare Draghi al Quirinale che la rielezione di Mattarella sono ipotesi complicate – è il ragionamento di un parlamentare del centrodestra di governo – ma con una votazione al giorno, se al 24 gennaio causa Covid, avessimo 100 grandi elettori assenti, cosa per la quale non esistono precedenti, chi può escludere che non si chieda un sacrificio al presidente Mattarella?”.
Lasciare Draghi premier
“Se vogliamo mantenere Draghi a palazzo Chigi gli va data la massima agibilità politica” afferma Renzi. Ipotesi davvero complicata, quella della piena “agibilità”, per un premier che sembra aver perso il quid da “decisionista” (o l’energia da capo del governo, almeno). Prova ne sono, tra rinvii e gli scontri nel governo, i 5 decreti Covid in un mese. E, anche prima che il virus rialzasse la testa, Draghi ha dovuto incassare alcuni stop, come la mancata riforma del catasto. Difficile che nell’anno che porterà alle elezioni politiche, una maggioranza tanto eterogenea possa continuare a concedere carta bianca al premier su riforma del fisco, lotta all’evasione, riforma della pubblica amministrazione, revisione della spending review chieste dall’Europa. E, come se non bastasse, decidere di avventurarsi in una nuova avventura nucleare oppure no. Può un governo che pare abbia esaurito la sua spinta propulsiva, affrontare questo insieme di materie complesse con una maggioranza così estesa e con la testa già rivolta alle prossime elezioni? Più d’un parlamentare dell’attuale maggioranza, dietro l’anonimato, ammette: “Più facile andare avanti con questo governo e questa maggioranza, se l’alternativa è Draghi nuovo presidente della Repubblica, mister X al suo posto ed il voto anticipato a giugno”
Politica
Quirinale, l’ondata Covid spinge le correnti pro Mattarella bis e frena Draghi: “Come fa ad andarsene in un momento così?”
Diario sul Colle - L'emergenza sanitaria rischia di avere un "tempismo perfetto" per congelare l'attuale assetto istituzionale e, in un colpo solo, allungare la legislatura fino al 2023. Cioè quello che tutti i parlamentari sognano
“Noi domani presentiamo un documento in cui c’è scritto: Mes sì o no?”. Così il 7 gennaio 2021 Matteo Renzi a Tg2 Post certificava l’avvio della crisi di governo che avrebbe portato alla fine del Conte 2 e all’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Questa sera Renzi tornerà in tv, su La7, e probabilmente rivendicherà di nuovo, come già ha fatto molte volte in questi mesi, i suoi meriti. “Fiero di aver combattuto per mandare a casa Conte e portare Draghi”, ha affermato, anche ieri, in un’intervista al Corriere della Sera. Renzi tornerà in tv con un Paese che si ritrova con il record di positivi dall’inizio della pandemia ed un numero di decessi che torna a spaventare, il caos sulla scuola e con i primi ospedali che tornano in sofferenza.
In questo quadro, come è noto, tra 17 giorni iniziano le votazioni per eleggere il successore di Mattarella. “Nulla accadrà prima del 10 gennaio” affermava il leader di Italia Viva prima delle festività natalizie, ma invece già molto è accaduto in questo periodo. Infatti, dopo la conferenza stampa di fine anno del presidente Draghi, è iniziata una lunga sequela di prese di posizione a favore o contro il suo trasloco al Quirinale.
Il timing per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica appare effettivamente pessimo. La nuova ondata pandemica incrocia i leader dei partiti alle prese con gruppi parlamentari difficili da controllare. Il principale motivo è che, nella migliore delle ipotesi, alla scadenza naturale della legislatura manca circa un anno e poi, con il taglio dei parlamentari, molti di questi non saranno rieletti. Giungere alla scadenza naturale della legislatura, insomma, è in cima alle preoccupazioni della quasi totalità degli eletti. “Eleggere Mario Draghi al Colle significherebbe non solo trovare un altro premier: significherebbe costruire un nuovo governo – è l’opinione di un parlamentare di lungo corso di Italia Viva – e ad oggi nessuno può garantire che Salvini ci stia. E se la Lega si sfila servirebbe un governo politico con un premier politico, non un tecnico”.
Rumors che tra i parlamentari hanno preso vigore, al punto che sui quotidiani in questi giorni, più che il toto-Colle, impazza il toto-premier. “Di Maio, Franceschini, Giorgetti” si legge oggi sul Corriere della Sera. “Spunta l’idea Draghi + maggioranza Ursula” pubblicava invece in prima pagina La Verità due giorni fa. Ipotesi che oggi sui giornali prende corpo su diverse testate. “La tentazione di Salvini: via dal governo e Draghi al Colle” per avere “mani libere in campagna elettorale”, sintetizza il Secolo XIX. “Per una roba del genere ci vorrebbero almeno due mesi di trattative. A quel punto mi pare più facile andare al voto. Ma poi come fa Draghi ad andarsene in un momento come questo?” ci dicono da ambienti di centrodestra.
Il Mattarella Bis è una ipotesi davvero tramontata?
A far rumore, è il trambusto dentro il Movimento 5 Stelle. I senatori pentastellati si sono espressi a favore di un bis di Mattarella, nonostante il presidente della Repubblica abbia fatto chiaramente, e a più riprese, comprendere la sua indisponibilità. “La nostra proposta non è campata in aria – rivendica a ilfattoquotidiano.it un senatore M5s – Nella prossima riunione congiunta di deputati e senatori, una parte di noi chiederà a Conte che la proposta di un Mattarella bis diventi la posizione ufficiale del M5s, che questa venga votata prima del 24 gennaio in rete dai nostri attivisti e che diventi la proposta ufficiale M5s agli altri partiti. “Il governo ha fatto tanto, ma il lavoro non è finito e la pandemia galoppa. Le emergenze sono ancora rimaste tutte in piedi – aggiunge il parlamentare – Serve stabilità e la stabilità si preserva con Mattarella al Quirinale e Draghi a palazzo Chigi”.
Una corrente per il secondo mandato di Mattarella esiste anche nel Pd. L’ex presidente Matteo Orfini è arrivato a dire (all’HuffingtonPost): “Votiamo Mattarella, anche contro la sua volontà. E lasciamo Draghi lì dov’è, a Palazzo Chigi”. Il Partito Democratico ha fissato per martedì prossimo la segreteria del partito, con all’ordine del giorno l’elezione del presidente della Repubblica, ed il 13 gennaio riunirà la direzione nazionale. A ilfatto.it Orfini chiarisce: “In direzione ascolteremo anzitutto il segretario. Io non chiederò di votare ordini del giorno, ma di discutere la nostra proposta per un Mattarella bis”. “Siamo in una condizione di assoluta emergenza – aggiunge – e ritengo sbagliatissimo spostare il presidente Draghi da dove sta ora”.
Un nuovo incarico al capo dello Stato uscente sembra la strada apparentemente più complicata, oggi, ma la più semplice per la tanto invocata stabilità. Quella invocata anche da Il Sole 24 Ore che ricorda come l’Unione Europea, attraverso la Commissione, vuole che nel primo semestre 2022 vengano raggiunti 45 obblighi tra riforme e target per accedere alla seconda trance di 24,1 miliardi dei fondi del Pnrr. Obiettivi “difficilmente compatibili con scenari ipotetici da crisi di governo” sottolinea il quotidiano degli industriali. “Sia spostare Draghi al Quirinale che la rielezione di Mattarella sono ipotesi complicate – è il ragionamento di un parlamentare del centrodestra di governo – ma con una votazione al giorno, se al 24 gennaio causa Covid, avessimo 100 grandi elettori assenti, cosa per la quale non esistono precedenti, chi può escludere che non si chieda un sacrificio al presidente Mattarella?”.
Lasciare Draghi premier
“Se vogliamo mantenere Draghi a palazzo Chigi gli va data la massima agibilità politica” afferma Renzi. Ipotesi davvero complicata, quella della piena “agibilità”, per un premier che sembra aver perso il quid da “decisionista” (o l’energia da capo del governo, almeno). Prova ne sono, tra rinvii e gli scontri nel governo, i 5 decreti Covid in un mese. E, anche prima che il virus rialzasse la testa, Draghi ha dovuto incassare alcuni stop, come la mancata riforma del catasto. Difficile che nell’anno che porterà alle elezioni politiche, una maggioranza tanto eterogenea possa continuare a concedere carta bianca al premier su riforma del fisco, lotta all’evasione, riforma della pubblica amministrazione, revisione della spending review chieste dall’Europa. E, come se non bastasse, decidere di avventurarsi in una nuova avventura nucleare oppure no. Può un governo che pare abbia esaurito la sua spinta propulsiva, affrontare questo insieme di materie complesse con una maggioranza così estesa e con la testa già rivolta alle prossime elezioni? Più d’un parlamentare dell’attuale maggioranza, dietro l’anonimato, ammette: “Più facile andare avanti con questo governo e questa maggioranza, se l’alternativa è Draghi nuovo presidente della Repubblica, mister X al suo posto ed il voto anticipato a giugno”
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Covid, De Luca attacca il governo: ‘Misure demenziali, Italia presa in giro. Ci si è rassegnati al fatto che dobbiamo contagiarci tutti’
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Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
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A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
Cronaca
Francesco, condizioni critiche ma stazionarie: “Nuova tac di controllo”. Ha visto il cardinale Parolin. Buenos Aires in ansia per il ‘suo’ Papa
Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.