Aumentano il pressing su Musumeci affinché inasprisca le misure di contenimento del contagio. Pressioni alle quali il presidente siciliano risponde ricordando che deve attenersi alle misure nazionali: “Le norme vigenti consentono alle Regioni di intervenire con decisioni autonome solo nel caso di “zona arancione” o “zona rossa”. La Sicilia, come si sa, è nella fase attuale in “zona gialla”, quindi deve applicare le norme nazionali”. Per questo da più parti arrivano richieste di istituire zone rosse localizzate
Terapie intensive piene, tamponi esauriti, contagi in costante aumento. Dopo le immagini di mercoledì delle 15 ambulanze in fila al pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo, in Sicilia è ormai allarme Covid. Tanto che da più parti arrivano richieste al presidente della Regione, Nello Musumeci, perché inasprisca le misure di contenimento del contagio. A preoccupare soprattutto il comparto scolastico. Musumeci ha infatti specificato che da lunedì in zona gialla le lezioni riprenderanno regolarmente, mentre in arancione e rosso si potrà andare in Dad. Solo in alcuni comuni sarà perciò possibile riprendere le lezioni a distanza, dal momento che la Sicilia è ancora in giallo. Per questo da più parti arrivano richieste di passaggio di colore, per potere così attivare più limiti alla circolazione del virus.
La situazione della pandemia nell’isola, d’altronde, sembra sempre più fuori controllo. Da Partinico, a chiedere il lockdown di 15-20 giorni, per frenare “questa marea montante omicida” è Vincenzo Provenzano, direttore medico del Covid Hospital. “Qui – dice – abbiamo dovuto aprire un altro piano, non ci sono più posti. Stiamo riempiendo tutto, arrivano da ogni parte”, dice Provenzano senza nascondere la propria preoccupazione. E conferma che a contrarre la forma peggiore del virus “sono l’80 per cento, il restante 20 per cento è formato da vaccinati con seconda dose da più di quattro mesi ma con patologie pregresse”.
Non ci sono più posti anche in terapia intensiva all’ospedale Cervello di Palermo, dove mercoledì 15 ambulanze sono rimaste in fila di fronte al pronto soccorso per ore: “Da noi c’è il tutto esaurito: abbiamo 16 posti di terapia intensiva e sono tutti occupati”, spiega Baldo Renda, primario di terapia intensiva, al fattoquotidiano.it. Ed entra nel dettaglio: “Di questi 16, 14 sono settantenni non vaccinati, mentre altri due sono vaccinati con altre critiche patologie oltre il Covid”. Sono invece 200 i malati Covid in tutto ricoverati nell’ospedale palermitano. Una situazione critica che allarma soprattutto dopo i dati dei contagi di ieri, cresciuti in un giorno di 2000 casi: erano 1220 i nuovi contagiati a Palermo mercoledì, giovedì sono triplicati: 3210. Numeri in rapida ascesa anche a Catania, passata da 934 di mercoledì a 3377 di giovedì. Picco mai registrato prima dall’inizio della pandemia in Sicilia. Questo nonostante le Asp da giorni lamentino di avere esaurito i tamponi molecolari, col rischio, quindi, di falsi negativi con i rapidi: secondo il Cts siciliano, infatti, Omicron sfugge al rapido quasi la metà delle volte.
Aumentano così le pressioni su Musumeci, per l’inasprimento delle misure di contenimento del contagio. Pressioni alle quali il presidente siciliano risponde ricordando che deve attenersi alle misure nazionali: “Le norme vigenti consentono alle Regioni di intervenire con decisioni autonome solo nel caso di “zona arancione” o “zona rossa”. La Sicilia, come si sa, è nella fase attuale in “zona gialla”, quindi deve applicare le norme nazionali”.
Per questo da più parti arrivano richieste di istituire zone rosse localizzate. Come all’Asp di Enna, dove il direttore generale Francesco Iudica ha chiesto alla Regione di istituire la zona rossa per tutti i venti comuni della provincia di Enna, mentre gli ospedali rischiano il tutto esaurito: “All’Umberto prima di Enna al momento abbiamo 6 ricoverati su 8: tutti non vaccinati”, avverte Iudica. A chiedere la zona rossa anche il sindaco di Messina, Cateno De Luca, compiendo in poco tempo un’ampia giravolta: aveva pianificato un Natale ricco di eventi di piazza, sponsorizzandolo come il “Natale della Rinascita”. De Luca aveva tirato dritto, nonostante le voci di un annullamento degli eventi per la recrudescenza della pandemia. Alla fine, però, si era dovuto arrendere annullando quasi tutti gli eventi, dopo il decreto ministeriale del 23 dicembre, scagliandosi contro la mancanza dell’obbligo vaccinale: “Non è ammissibile che non ci sia distinzione tra chi è vaccinato e chi non lo è, non è comprensibile. Tutto questo penalizza chi come me si è vaccinato. Spero che anche dopo questa azione del governo ci sia un intervento mirato e si sostengano queste categorie imprenditoriali danneggiate”, diceva il 23 dicembre. Oggi ha invece chiesto a gran voce, rigorosamente in diretta social, l’istituzione della zona rossa (l’unica che non prevede distinzione tra non vaccinati e vaccinati), sostenendo di avere dati che rivelano come i posti negli ospedali di Messina siano esauriti.
Ma il primo cittadino viene smentito dalla struttura commissariale Covid, dalla quale sottolineano, invece: “I posti ci sono e li stiamo anche aumentando”. Intanto, anche Claudio Fava si appella al governo regionale: “Rimandare la riapertura delle scuole in Sicilia non è la soluzione ideale ma in questo momento è certamente la meno rischiosa. Soprattutto in considerazione delle iniziative che, precauzionalmente, stanno prendendo molti sindaci della regione. Chiediamo un atto di responsabilità e di non lasciare sindaci e famiglie in uno stato di incertezza e di confusione”. Intanto il governatore Musumeci ha firmato una nuova ordinanza che dichiara “zona arancione” altri 42 Comuni: il provvedimento scatterà domenica 9 gennaio fino a mercoledì 19 gennaio compreso.