Nato a Sandrigo, vicino Vicenza, nel 1960, era arrivato tardi alla scrittura: nel corso della sua vita ha svolto moltissimi mestieri, dall'operaio al gelataio al geometra. Nel 2002 ha raggiunto il successo nazionale col romanzo I quindicimila passi (vincitore dei premi "Campiello Europa" e "Lo straniero"), che racchiude i pensieri di un uomo dalle mille fobie e dai meccanici comportamenti ossessivo-compulsivi
È morto a 62 anni Vitaliano Trevisan, scrittore, attore, drammaturgo e sceneggiatore. Nato a Sandrigo, vicino Vicenza, nel 1960, era arrivato tardi alla scrittura: nel corso della sua vita ha svolto moltissimi mestieri, dall’operaio al gelataio al geometra. Nel 2002 ha raggiunto il successo nazionale col romanzo I quindicimila passi (vincitore dei premi “Campiello Europa” e “Lo straniero”), che racchiude i pensieri di un uomo dalle mille fobie e dai meccanici comportamenti ossessivo-compulsivi. Sottoposto a ricovero psichiatrico coatto nell’autunno scorso, aveva raccontato la sua esperienza su Repubblica come “inviato speciale in incognito”, raccontando i compagni di degenza con cui aveva condiviso quel periodo difficile.
Negli anni Duemila, Trevisan si era diviso tra letteratura, lscrittura per il cinema e teatro e recitazione. Tra gli altri suoi libri pubblicati da Einaudi, si ricordano Il ponte, un crollo (2007) e Grotteschi e Arabeschi (2009). Per il teatro, curò nel 2004 l’adattamento di Giulietta di Federico Fellini e scrisse, tra gli altri, Il lavoro rende liberi, messo in scena nel 2005 da Toni Servillo. I suoi monologhi Oscillazioni e Solo RH sono stati pubblicati, sempre da Einaudi, nel volume Due monologhi (2009). Aveva lavorato anche per il cinema, come attore e co-sceneggiatore in Primo Amore di Matteo Garrone (2004) e in tv (tra le altre, nella serie RIS Roma – Delitti imperfetti, nel 2009).
(foto di Giuditta Godano)