In Africa si vaccina meno ma ci sono pochi morti: modestamente, me lo aspettavo
Ho letto con stupore un fondo di Federico Rampini sul Corriere della Sera. Provo a sintetizzarlo: in Africa ci sono pochi morti per Covid-19 anche se le campagne vaccinali sono praticamente inesistenti. Questo è un dato di fatto. Per Rampini questo va contro ogni previsione: se le campagne vaccinali sono inesistenti ci dovrebbero essere tanti morti. Come mai questa facile previsione non si è avverata? La spiegazione di Rampini è che in Africa ci sono tantissimi giovani perché lì la natalità è molto alta mentre, si sa, in Europa abbiamo smesso di figliare come conigli (per usare una frase di Francesco).
Modestamente, anche se non l’ho scritto da nessuna parte, mi aspettavo che il Covid non avrebbe avuto grandi effetti in Africa, ma per motivi opposti a quelli invocati da Rampini. L’aspettativa di vita in Africa varia dai 78 anni dell’Algeria ai 53 del Lesotho, mentre in Europa va dagli 89 anni di Monaco ai 72 della Moldavia. In Italia è di 83 anni. Se in Africa si vive una vita breve è ovvio che ci siano pochi anziani: si muore prima di diventare anziani. E questo fa sì che l’età media sia molto bassa. Da noi l’età media è alta perché viviamo a lungo: è per questo che ci sono tanti anziani! Ora guardiamo il grafico delle classi di età colpite da mortalità da Covid: le classi più colpite sono al di sopra dei 60 anni. Pochi africani ci arrivano.
La tragedia africana non consiste nella possibile mortalità da Covid, ma nella tangibile mortalità che toglie decenni di vita agli africani, per carenze alimentari, per scarsa igiene, per carenze dei sistemi sanitari. I paesi con alta mortalità compensano con alta natalità, mentre quelli con bassa mortalità diminuiscono la natalità, anche a causa della diversa condizione femminile: le donne non sono macchine per fare figli. Studiano, lavorano, hanno ambizioni e, per perseguire i loro progetti, rimandano la prima riproduzione. Il che diminuisce radicalmente la natalità. Da una parte si dice che il pianeta non ce la fa a sostenere i miliardi di umani che lo abitano e, dall’altra, si grida alla decadenza della specie se si fanno meno figli. E addirittura si afferma che la crescita demografica è un’assicurazione contro il Covid. Mah…
In Africa, inoltre, non mi risulta esistano molti centri per anziani. I pochi anziani restano in famiglia e non sono concentrati in strutture dove, se se ne ammala uno, infetta tutti gli altri. Risulta quindi più difficile che si propaghi il contagio.
Ho già parlato di questi argomenti in un altro post e non mi pare sia il caso di ripetere gli stessi ragionamenti. Però continuo a leggere commenti sul disastro dovuto alla denatalità nel nostro paese. Incluso quello che da noi sono in tanti a morire perché ci sono pochi giovani. Ma su! Da noi si muore molto perché ci sono tanti vecchi. Federico Rampini è del 1956, ha 65 anni. Se, invece di nascere a Genova, come me, fosse nato a Lagos, in Nigeria, sarebbe statisticamente morto da cinque anni, visto che in Nigeria l’aspettativa di vita è di 60 anni. Io sarei morto da quasi undici anni, visto che tra poco ne compirò 71 (il 13 febbraio). E da noi ci sono tanti vecchi perché l’aspettativa di vita è alta, grazie alla dieta, a un sistema sanitario che, pur con tutte le sue inefficienze, dà comunque buona prova di sé e a un’accettabile salubrità ambientale, soprattutto nelle abitazioni.
Tutto bene, allora? Veramente mi spaventa un po’ l’eventualità di avere un fine vita da persona incapace di badare a se stessa, costretto in un letto, col pannolone. Preferirei vivere qualche anno in meno e morire nel (quasi) pieno possesso delle mie facoltà corporali e mentali. Pare che il fine della medicina sia di rimuovere tutte le cause di morte, il che si traduce in una speranza di immortalità (Berlusconi docet). Se le due o tre pastigliette quotidiane mi impediscono di schiattare per la pressione arteriosa troppo alta, e mi permettono di vivere normalmente, non ci sono problemi. Ma l’accanimento terapeutico penso non sia decoroso.
Oh! vedremo quando sarà il momento… magari cambierò idea e mi attaccherò alle flebo e alle poltrone a rotelle, sperando di vivere qualche momento in più. In effetti sono una persona curiosa, e mi dispiacerà non assistere quanto più possibile allo svolgersi della storia.
Stiamo vivendo un momento molto interessante, un momento di grandi possibilità di cambiamento. È tutta la vita che dico che dobbiamo fare un nuovo patto verde, che dobbiamo perseguire la transizione ecologica, e ora pare che ce ne sia la volontà. Ma poi… il ministro per la Transizione Ecologica lavorava per la Leonardo, prima di fare il ministro, e Leonardo fa affari con il nucleare. Pare che per fare la transizione ecologica il ministro stia proponendo il nucleare… Riuscirà nel suo intento? Sono davvero curioso di vedere come saranno accolte queste acrobazie logiche, e questo slalom attraverso i conflitti di interesse.
Come andrà a finire? I dieci anni che mi restano da vivere saranno cruciali per il destino dell’umanità, pare. Mi sento un privilegiato a potermi attendere di vederli, forte dei miei tre vaccini. Anche se le mie previsioni non sono rosee: tutto questo ambientalismo si sta rivelando un bluff. Le faine sono a guardia del pollaio, e i polli sono tutti contenti. Come sempre.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Anche quest'anno siamo felici e onorati di aver partecipato alla campagna che Uniamo ha svolto in questo periodo, in termini di eventi, di momenti di incontro ben organizzati e ben ideati. Sono passati più di vent'anni e Uniamo ha fatto un egregio lavoro per sensibilizzare sempre di più non solo gli addetti ai lavori, ovviamente, ma l'intera società sui temi delle malattie rare. Ecco, le malattie rare hanno ancora tanti ambiti aperti, la diagnosi, che dovrebbe essere quanto più precoce possibile, la disponibilità dei trattamenti e, ovviamente, la ricerca. Chiesi sta portando avanti diversi progetti in termini di ricerca, sia a livello nazionale, con studi clinici locali, che a livello globale, per cercare di portare terapie o anche solo sviluppi di terapie che possono essere fondamentali per i pazienti, per migliorare e facilitare la vita delle persone con malattie rare e dei loro familiari/caregiver". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Enrico Piccinini, responsabile europeo delle Malattie rare Chiesi Global Rare Diseases, in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Non finirò mai di ringraziare la Federazione Uniamo per tutto ciò che fa, perché chi soffre di una malattia rara, oltre allo sconforto, vive anche un senso di impotenza e di solitudine legato proprio alla condizione di rarità della malattia. L'impegno delle istituzioni è fondamentale, io ci tengo sempre a ricordare un aspetto, sottolineato recentemente anche dal presidente Mattarella, ovvero che 'bisogna arrivare a un'equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale', quindi bisogna lavorare e combattere gli squilibri territoriali". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Commissione Affari sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci (Fi), in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie tare che si celebra domani, 28 febbraio.
"Su questo tema - sottolinea - c'è anche il grande lavoro del ministero della Salute e del sottosegretario Marcello Gemmato, che con grande impegno ha approvato e rifinanziato il nuovo Piano nazionale delle malattie rare che non veniva aggiornato dal 2016, strumento essenziale per garantire un'assistenza più equa ed efficace a chi ne è affetto. E' fondamentale proseguire su questa strada" e intervenire "con misure concrete, come l'abolizione dei prontuari terapeutici regionali che troppo spesso allungano i tempi di accesso ai trattamenti, e il potenziamento della disponibilità dei farmaci. Altrimenti, pazienti e caregiver continueranno a essere costretti al cosiddetto 'turismo sanitario', un altro male che dobbiamo eradicare", conclude Cappellacci.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - Una "informativa urgente della presidente Meloni" è stata chiesta in aula alla Camera da Avs, Pd e M5s sulla questione dei Dazi sui prodotti europei annunciati da Donald Trump. "Meloni venga in aula a dirci cosa intende fare per difendere la nostra economia, le fabbriche, i lavoratori e le lavoratrici. Meloni scappa da settimane, non pronuncia una parola", ha detto Elisabetta Piccoloti, di Avs.
"Mi pare non ci sia percezione dell'eccezionalità e gravità della situazione, a maggior ragione quando è stata data notizia dalla decisione degli Stati Uniti di dazi al 25% nei confronti di prodotti dell'Ue -ha spiegato Federico Fornaro, del Pd-. E' necessaria una sessione straordinaria del Parlamento dedicata alla politica estera, è in gioco un pezzo importante del nostro futuro".
"La minaccia fatta all'Europa, al Paese, al nostro tessuto industriale è concreta. E' assolutamente necessario che la presidente Meloni, che vanta una amicizia e vicinanza politica al presidente Trump, venga a spiegarci cosa intende fare il suo governo per evitare questa che sarebbe una sciagura", ha detto Marco Pellegrini, del M5s.
Catania, 27 feb. (Adnkronos) - Dall’ambiente all’industria, dall’energia al welfare, dai servizi alla formazione, dall’università alla sanità, dalla cultura all’economia e al lavoro. Ogni settore della vita sociale, economico e produttivo della Sicilia è stato analizzato da tutte le federazioni, dalle Unioni sindacali territoriali e dalla Unione sindacale regionale della Cisl, per dare vita "al primo piano di proposte del sindacato, condiviso ed elaborato con metodo partecipativo". Destinatari del piano il governo regionale, l’Ars e gli eurodeputati eletti in Sicilia, “interlocutori principali per una visione complessiva del presente e del futuro della Sicilia”, come ha ribadito il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, presentando il piano oggi all’Hotel Sheraton di Aci Castello (Catania). Sono intervenuti l’assessore regionale al Bilancio, Alessandro Dagnino, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, il presidente della Cesi, Antonino Raspanti, gli eurodeputati Marco Falcone, Giuseppe Lupo, Ruggero Razza e Gianfranco Caccamo in rappresentanza di Sicindustria.
“L’errore principale che viene fatto nella programmazione delle scelte è quello di immaginare i settori come slegati l’uno dall’altro. Invece è esattamente il contrario perché ogni segmento è interconnesso con l’altro. Da qui la decisione di elaborare un piano che fosse di tutta la Cisl siciliana, perché per noi la partecipazione è davvero un principio fondante da replicare come fondamentale metodo e strumento di lavoro”, ha detto il numero uno della Cisl Sicilia La Piana, sottolineando che non servono misure di assistenzialismo, mentre occorre pianificare e progettare, per non essere costretti poi ad affrontare le emergenze.
“Non siamo né saremo mai professionisti del No - ha aggiunto La Piana - perché abbiamo scelto di partecipare ai percorsi e ai processi, analizzandoli con approccio propositivo e criticamente costruttivo”. Ogni Federazione e ogni Unione Sindacale Territoriale della Cisl siciliana ha elaborato una scheda di approfondimento con proposte tematiche, una sintesi delle quali è poi stata inserita in una relazione complessiva elaborata dalla Confederazione regionale del sindacato. La Cisl Sicilia oltre al piano complessivo ha presentato 6 proposte di immediata realizzazione che non gravano sulle casse regionali, perché la loro copertura finanziaria è legata all’utilizzo efficace e totale dei fondi comunitari e regionali, alla razionalizzazione delle risorse e alla capacità di investire su aree ancora non valorizzate.
Le proposte sono: Creazione di un centro d’eccellenza per la formazione relativa all’intelligenza artificiale, che abbia sede a Castello Utveggio a Palermo e che sia propedeutico alla creazione di un Hub sull’AI nell’isola; Sottoscrizione di un Accordo di Programma Quadro sulla legalità fra governo regionale, associazioni datoriali, parti sociali, Anci, Inps e Inail che abbia come focus la centralizzazione delle informazioni delle aziende attraverso la creazione di una centrale digitale di tutte le informazioni, un database delle aziende siciliane; Piena attuazione della continuità territoriale, in relazione della condizione di insularità riconosciuta dal Parlamento Europeo; Riforma del Welfare che doti i Distretti Socio Sanitari di effettiva personalità giuridica; Avvio di un percorso legislativo finalizzato alla piena attuazione dello Statuto siciliano, relativamente all’obbligo del versamento dell’ imposta sui redditi delle società (Ires) per le imprese che operano in Sicilia ma hanno sede legale altrove e costituzione di un fondo per l’occupazione da realizzare attraverso le risorse reperite; istituzione della giornata regionale delle vittime del dovere, per onorare la memoria dei morti sul lavoro e incentivare le azioni di sensibilizzazione e pianificazione di interventi dedicati.
“Con questo lavoro si pongono le basi per l’avvio di un confronto permanente a livello regionale e territoriale fra le Federazioni e le Unioni territoriali con le istituzioni di riferimento- ha detto La Piana - per dare valore al coraggio delle idee e tradurre le proposte in atti concreti”.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "E' importante far conoscere le malattie rare, è importante far capire i bisogni delle persone con malattie rare, è importante parlarne. Per noi questa campagna significa portare l'attenzione sulle nostre persone e cercare di far sì che poi, con l'aiuto di tutti e con la rete che costruiamo, anche con questi convegni, incontri e dibattiti, le cose vengano strutturate sempre meglio intorno alle persone. Con Governo e istituzioni dobbiamo lavorare per ottimizzare e incentivare i percorsi per le persone con malattia rara, rispondendo ai loro bisogni reali". A tale proposito "sono appena tornata da Bruxelles, dove come Federazione abbiamo vinto il Black Pearl Awards per la categoria 'media'". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Annalisa Scopinaro, presidentessa Uniamo, Federazione italiana malattie rare, oggi a Roma in occasione del convegno finale della campagna #UNIAMOleforze, promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
Sulle differenze regionali nella presa in cura, di questi pazienti, a volte anche tra Asl della stessa città, della stessa regione, illustrate nel corso del convegno da Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato al ministero della Salute con delega alle malattie rare, Scopinaro commenta: "Purtroppo ancora oggi, nonostante la rete sia stata costituita dal 2001, abbiamo differenze territoriali dovute alle diverse organizzazioni che sono state costruite intorno alle reti, che sono diventate regionali" e non "una rete nazionale. Sarebbe fondamentale trovare dei sistemi organizzativi - e anche in questo la ricerca ci viene di supporto - che possano far sì che dappertutto il modello di presa in carico della persona sia lo stesso e che dappertutto siano garantiti gli stessi diritti, in ogni momento", conclude.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Con gli scenari che abbiamo davanti, se l'Occidente si divide si indebolisce, soprattutto si indebolisce l'Alleanza atlantica. Da una parte dobbiamo operare all'interno dell'Unione europea per evitare fughe in avanti. Ci deve essere grande coesione e una strategia. Non possiamo ripetere gli errori del passato, quando ognuno andava per la sua strada”. Così Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, intervenendo ad Agorà su Raitre.
“Dall’altra parte –aggiunge- dobbiamo lavorare per mantenere il dialogo con gli Stati Uniti d'America, perché non possiamo permetterci di aprire un fronte anti-americano. Questa è la strategia che Forza Italia sta portando avanti con il suo ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’Unione europea si deve rafforzare, come ha sottolineato anche Merz, costruendo un’industria della difesa comune, senza però rompere l’alleanza transatlantica”.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Quando in un Paese esiste un robusto partito autoritario di ultradestra come la Fpö di Herbert Kickl - dichiaratamente antieuropeista e contrario ai valori di fondo delle Costituzione - le forze parlamentari che credono nella democrazia e nell'europeismo devono mettere in secondo piano ciò che può dividerle e unirsi per non affidare il governo nelle mani di estremisti irresponsabili". Lo dice il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente commissione Affari Costituzionali.
"Devono farlo senza se e senza ma, siglando compromessi trasparenti e ragionevoli. Lo impone il senso di responsabilità nazionale. Si chiama patriottismo costituzionale", aggiunge Parrini.
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Ferdinando Boero
Naturalista
Società - 8 Gennaio 2022
In Africa si vaccina meno ma ci sono pochi morti: modestamente, me lo aspettavo
Ho letto con stupore un fondo di Federico Rampini sul Corriere della Sera. Provo a sintetizzarlo: in Africa ci sono pochi morti per Covid-19 anche se le campagne vaccinali sono praticamente inesistenti. Questo è un dato di fatto. Per Rampini questo va contro ogni previsione: se le campagne vaccinali sono inesistenti ci dovrebbero essere tanti morti. Come mai questa facile previsione non si è avverata? La spiegazione di Rampini è che in Africa ci sono tantissimi giovani perché lì la natalità è molto alta mentre, si sa, in Europa abbiamo smesso di figliare come conigli (per usare una frase di Francesco).
Modestamente, anche se non l’ho scritto da nessuna parte, mi aspettavo che il Covid non avrebbe avuto grandi effetti in Africa, ma per motivi opposti a quelli invocati da Rampini. L’aspettativa di vita in Africa varia dai 78 anni dell’Algeria ai 53 del Lesotho, mentre in Europa va dagli 89 anni di Monaco ai 72 della Moldavia. In Italia è di 83 anni. Se in Africa si vive una vita breve è ovvio che ci siano pochi anziani: si muore prima di diventare anziani. E questo fa sì che l’età media sia molto bassa. Da noi l’età media è alta perché viviamo a lungo: è per questo che ci sono tanti anziani! Ora guardiamo il grafico delle classi di età colpite da mortalità da Covid: le classi più colpite sono al di sopra dei 60 anni. Pochi africani ci arrivano.
La tragedia africana non consiste nella possibile mortalità da Covid, ma nella tangibile mortalità che toglie decenni di vita agli africani, per carenze alimentari, per scarsa igiene, per carenze dei sistemi sanitari. I paesi con alta mortalità compensano con alta natalità, mentre quelli con bassa mortalità diminuiscono la natalità, anche a causa della diversa condizione femminile: le donne non sono macchine per fare figli. Studiano, lavorano, hanno ambizioni e, per perseguire i loro progetti, rimandano la prima riproduzione. Il che diminuisce radicalmente la natalità. Da una parte si dice che il pianeta non ce la fa a sostenere i miliardi di umani che lo abitano e, dall’altra, si grida alla decadenza della specie se si fanno meno figli. E addirittura si afferma che la crescita demografica è un’assicurazione contro il Covid. Mah…
In Africa, inoltre, non mi risulta esistano molti centri per anziani. I pochi anziani restano in famiglia e non sono concentrati in strutture dove, se se ne ammala uno, infetta tutti gli altri. Risulta quindi più difficile che si propaghi il contagio.
Ho già parlato di questi argomenti in un altro post e non mi pare sia il caso di ripetere gli stessi ragionamenti. Però continuo a leggere commenti sul disastro dovuto alla denatalità nel nostro paese. Incluso quello che da noi sono in tanti a morire perché ci sono pochi giovani. Ma su! Da noi si muore molto perché ci sono tanti vecchi. Federico Rampini è del 1956, ha 65 anni. Se, invece di nascere a Genova, come me, fosse nato a Lagos, in Nigeria, sarebbe statisticamente morto da cinque anni, visto che in Nigeria l’aspettativa di vita è di 60 anni. Io sarei morto da quasi undici anni, visto che tra poco ne compirò 71 (il 13 febbraio). E da noi ci sono tanti vecchi perché l’aspettativa di vita è alta, grazie alla dieta, a un sistema sanitario che, pur con tutte le sue inefficienze, dà comunque buona prova di sé e a un’accettabile salubrità ambientale, soprattutto nelle abitazioni.
Tutto bene, allora? Veramente mi spaventa un po’ l’eventualità di avere un fine vita da persona incapace di badare a se stessa, costretto in un letto, col pannolone. Preferirei vivere qualche anno in meno e morire nel (quasi) pieno possesso delle mie facoltà corporali e mentali. Pare che il fine della medicina sia di rimuovere tutte le cause di morte, il che si traduce in una speranza di immortalità (Berlusconi docet). Se le due o tre pastigliette quotidiane mi impediscono di schiattare per la pressione arteriosa troppo alta, e mi permettono di vivere normalmente, non ci sono problemi. Ma l’accanimento terapeutico penso non sia decoroso.
Oh! vedremo quando sarà il momento… magari cambierò idea e mi attaccherò alle flebo e alle poltrone a rotelle, sperando di vivere qualche momento in più. In effetti sono una persona curiosa, e mi dispiacerà non assistere quanto più possibile allo svolgersi della storia.
Stiamo vivendo un momento molto interessante, un momento di grandi possibilità di cambiamento. È tutta la vita che dico che dobbiamo fare un nuovo patto verde, che dobbiamo perseguire la transizione ecologica, e ora pare che ce ne sia la volontà. Ma poi… il ministro per la Transizione Ecologica lavorava per la Leonardo, prima di fare il ministro, e Leonardo fa affari con il nucleare. Pare che per fare la transizione ecologica il ministro stia proponendo il nucleare… Riuscirà nel suo intento? Sono davvero curioso di vedere come saranno accolte queste acrobazie logiche, e questo slalom attraverso i conflitti di interesse.
Come andrà a finire? I dieci anni che mi restano da vivere saranno cruciali per il destino dell’umanità, pare. Mi sento un privilegiato a potermi attendere di vederli, forte dei miei tre vaccini. Anche se le mie previsioni non sono rosee: tutto questo ambientalismo si sta rivelando un bluff. Le faine sono a guardia del pollaio, e i polli sono tutti contenti. Come sempre.
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Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Anche quest'anno siamo felici e onorati di aver partecipato alla campagna che Uniamo ha svolto in questo periodo, in termini di eventi, di momenti di incontro ben organizzati e ben ideati. Sono passati più di vent'anni e Uniamo ha fatto un egregio lavoro per sensibilizzare sempre di più non solo gli addetti ai lavori, ovviamente, ma l'intera società sui temi delle malattie rare. Ecco, le malattie rare hanno ancora tanti ambiti aperti, la diagnosi, che dovrebbe essere quanto più precoce possibile, la disponibilità dei trattamenti e, ovviamente, la ricerca. Chiesi sta portando avanti diversi progetti in termini di ricerca, sia a livello nazionale, con studi clinici locali, che a livello globale, per cercare di portare terapie o anche solo sviluppi di terapie che possono essere fondamentali per i pazienti, per migliorare e facilitare la vita delle persone con malattie rare e dei loro familiari/caregiver". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Enrico Piccinini, responsabile europeo delle Malattie rare Chiesi Global Rare Diseases, in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Non finirò mai di ringraziare la Federazione Uniamo per tutto ciò che fa, perché chi soffre di una malattia rara, oltre allo sconforto, vive anche un senso di impotenza e di solitudine legato proprio alla condizione di rarità della malattia. L'impegno delle istituzioni è fondamentale, io ci tengo sempre a ricordare un aspetto, sottolineato recentemente anche dal presidente Mattarella, ovvero che 'bisogna arrivare a un'equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale', quindi bisogna lavorare e combattere gli squilibri territoriali". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Commissione Affari sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci (Fi), in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie tare che si celebra domani, 28 febbraio.
"Su questo tema - sottolinea - c'è anche il grande lavoro del ministero della Salute e del sottosegretario Marcello Gemmato, che con grande impegno ha approvato e rifinanziato il nuovo Piano nazionale delle malattie rare che non veniva aggiornato dal 2016, strumento essenziale per garantire un'assistenza più equa ed efficace a chi ne è affetto. E' fondamentale proseguire su questa strada" e intervenire "con misure concrete, come l'abolizione dei prontuari terapeutici regionali che troppo spesso allungano i tempi di accesso ai trattamenti, e il potenziamento della disponibilità dei farmaci. Altrimenti, pazienti e caregiver continueranno a essere costretti al cosiddetto 'turismo sanitario', un altro male che dobbiamo eradicare", conclude Cappellacci.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - Una "informativa urgente della presidente Meloni" è stata chiesta in aula alla Camera da Avs, Pd e M5s sulla questione dei Dazi sui prodotti europei annunciati da Donald Trump. "Meloni venga in aula a dirci cosa intende fare per difendere la nostra economia, le fabbriche, i lavoratori e le lavoratrici. Meloni scappa da settimane, non pronuncia una parola", ha detto Elisabetta Piccoloti, di Avs.
"Mi pare non ci sia percezione dell'eccezionalità e gravità della situazione, a maggior ragione quando è stata data notizia dalla decisione degli Stati Uniti di dazi al 25% nei confronti di prodotti dell'Ue -ha spiegato Federico Fornaro, del Pd-. E' necessaria una sessione straordinaria del Parlamento dedicata alla politica estera, è in gioco un pezzo importante del nostro futuro".
"La minaccia fatta all'Europa, al Paese, al nostro tessuto industriale è concreta. E' assolutamente necessario che la presidente Meloni, che vanta una amicizia e vicinanza politica al presidente Trump, venga a spiegarci cosa intende fare il suo governo per evitare questa che sarebbe una sciagura", ha detto Marco Pellegrini, del M5s.
Catania, 27 feb. (Adnkronos) - Dall’ambiente all’industria, dall’energia al welfare, dai servizi alla formazione, dall’università alla sanità, dalla cultura all’economia e al lavoro. Ogni settore della vita sociale, economico e produttivo della Sicilia è stato analizzato da tutte le federazioni, dalle Unioni sindacali territoriali e dalla Unione sindacale regionale della Cisl, per dare vita "al primo piano di proposte del sindacato, condiviso ed elaborato con metodo partecipativo". Destinatari del piano il governo regionale, l’Ars e gli eurodeputati eletti in Sicilia, “interlocutori principali per una visione complessiva del presente e del futuro della Sicilia”, come ha ribadito il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, presentando il piano oggi all’Hotel Sheraton di Aci Castello (Catania). Sono intervenuti l’assessore regionale al Bilancio, Alessandro Dagnino, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, il presidente della Cesi, Antonino Raspanti, gli eurodeputati Marco Falcone, Giuseppe Lupo, Ruggero Razza e Gianfranco Caccamo in rappresentanza di Sicindustria.
“L’errore principale che viene fatto nella programmazione delle scelte è quello di immaginare i settori come slegati l’uno dall’altro. Invece è esattamente il contrario perché ogni segmento è interconnesso con l’altro. Da qui la decisione di elaborare un piano che fosse di tutta la Cisl siciliana, perché per noi la partecipazione è davvero un principio fondante da replicare come fondamentale metodo e strumento di lavoro”, ha detto il numero uno della Cisl Sicilia La Piana, sottolineando che non servono misure di assistenzialismo, mentre occorre pianificare e progettare, per non essere costretti poi ad affrontare le emergenze.
“Non siamo né saremo mai professionisti del No - ha aggiunto La Piana - perché abbiamo scelto di partecipare ai percorsi e ai processi, analizzandoli con approccio propositivo e criticamente costruttivo”. Ogni Federazione e ogni Unione Sindacale Territoriale della Cisl siciliana ha elaborato una scheda di approfondimento con proposte tematiche, una sintesi delle quali è poi stata inserita in una relazione complessiva elaborata dalla Confederazione regionale del sindacato. La Cisl Sicilia oltre al piano complessivo ha presentato 6 proposte di immediata realizzazione che non gravano sulle casse regionali, perché la loro copertura finanziaria è legata all’utilizzo efficace e totale dei fondi comunitari e regionali, alla razionalizzazione delle risorse e alla capacità di investire su aree ancora non valorizzate.
Le proposte sono: Creazione di un centro d’eccellenza per la formazione relativa all’intelligenza artificiale, che abbia sede a Castello Utveggio a Palermo e che sia propedeutico alla creazione di un Hub sull’AI nell’isola; Sottoscrizione di un Accordo di Programma Quadro sulla legalità fra governo regionale, associazioni datoriali, parti sociali, Anci, Inps e Inail che abbia come focus la centralizzazione delle informazioni delle aziende attraverso la creazione di una centrale digitale di tutte le informazioni, un database delle aziende siciliane; Piena attuazione della continuità territoriale, in relazione della condizione di insularità riconosciuta dal Parlamento Europeo; Riforma del Welfare che doti i Distretti Socio Sanitari di effettiva personalità giuridica; Avvio di un percorso legislativo finalizzato alla piena attuazione dello Statuto siciliano, relativamente all’obbligo del versamento dell’ imposta sui redditi delle società (Ires) per le imprese che operano in Sicilia ma hanno sede legale altrove e costituzione di un fondo per l’occupazione da realizzare attraverso le risorse reperite; istituzione della giornata regionale delle vittime del dovere, per onorare la memoria dei morti sul lavoro e incentivare le azioni di sensibilizzazione e pianificazione di interventi dedicati.
“Con questo lavoro si pongono le basi per l’avvio di un confronto permanente a livello regionale e territoriale fra le Federazioni e le Unioni territoriali con le istituzioni di riferimento- ha detto La Piana - per dare valore al coraggio delle idee e tradurre le proposte in atti concreti”.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "E' importante far conoscere le malattie rare, è importante far capire i bisogni delle persone con malattie rare, è importante parlarne. Per noi questa campagna significa portare l'attenzione sulle nostre persone e cercare di far sì che poi, con l'aiuto di tutti e con la rete che costruiamo, anche con questi convegni, incontri e dibattiti, le cose vengano strutturate sempre meglio intorno alle persone. Con Governo e istituzioni dobbiamo lavorare per ottimizzare e incentivare i percorsi per le persone con malattia rara, rispondendo ai loro bisogni reali". A tale proposito "sono appena tornata da Bruxelles, dove come Federazione abbiamo vinto il Black Pearl Awards per la categoria 'media'". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Annalisa Scopinaro, presidentessa Uniamo, Federazione italiana malattie rare, oggi a Roma in occasione del convegno finale della campagna #UNIAMOleforze, promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
Sulle differenze regionali nella presa in cura, di questi pazienti, a volte anche tra Asl della stessa città, della stessa regione, illustrate nel corso del convegno da Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato al ministero della Salute con delega alle malattie rare, Scopinaro commenta: "Purtroppo ancora oggi, nonostante la rete sia stata costituita dal 2001, abbiamo differenze territoriali dovute alle diverse organizzazioni che sono state costruite intorno alle reti, che sono diventate regionali" e non "una rete nazionale. Sarebbe fondamentale trovare dei sistemi organizzativi - e anche in questo la ricerca ci viene di supporto - che possano far sì che dappertutto il modello di presa in carico della persona sia lo stesso e che dappertutto siano garantiti gli stessi diritti, in ogni momento", conclude.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Con gli scenari che abbiamo davanti, se l'Occidente si divide si indebolisce, soprattutto si indebolisce l'Alleanza atlantica. Da una parte dobbiamo operare all'interno dell'Unione europea per evitare fughe in avanti. Ci deve essere grande coesione e una strategia. Non possiamo ripetere gli errori del passato, quando ognuno andava per la sua strada”. Così Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, intervenendo ad Agorà su Raitre.
“Dall’altra parte –aggiunge- dobbiamo lavorare per mantenere il dialogo con gli Stati Uniti d'America, perché non possiamo permetterci di aprire un fronte anti-americano. Questa è la strategia che Forza Italia sta portando avanti con il suo ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’Unione europea si deve rafforzare, come ha sottolineato anche Merz, costruendo un’industria della difesa comune, senza però rompere l’alleanza transatlantica”.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Quando in un Paese esiste un robusto partito autoritario di ultradestra come la Fpö di Herbert Kickl - dichiaratamente antieuropeista e contrario ai valori di fondo delle Costituzione - le forze parlamentari che credono nella democrazia e nell'europeismo devono mettere in secondo piano ciò che può dividerle e unirsi per non affidare il governo nelle mani di estremisti irresponsabili". Lo dice il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente commissione Affari Costituzionali.
"Devono farlo senza se e senza ma, siglando compromessi trasparenti e ragionevoli. Lo impone il senso di responsabilità nazionale. Si chiama patriottismo costituzionale", aggiunge Parrini.