Diritti

Bonus psicologo, quasi 200mila firme per la petizione che chiede al governo di reintrodurlo: “27,5% dei pazienti non ha potuto iniziare il percorso per ragioni economiche”

La proposta bocciata poco prima di Natale prevedeva due tipologie di aiuto: bonus avviamento e il bonus sostegno. L'ordine degli psicologi: "La salute psicologica è stata oggetto di attenzione ed investimenti quasi inesistenti, che somigliano più alla carità che si concede per dire di aver fatto qualcosa"

Supera le 175mila firme la petizione lanciata nei giorni scorsi su Change.org per chiedere al governo di intervenire in merito al bonus psicologo, prima inserito in manovra e poi tolto. L’emendamento bipartisan delle senatrici Elisa Pirro (M5s), Anna Maria Parente (Italia Viva), Paola Boldrini (Pd), Loredana De Petris (Leu), Raffaella Marin (Lega) e Maria Teresa Bellucci (Fratelli d’Italia), bocciato a pochi giorni da Natale, prevedeva un fondo da 50 milioni e ipotizzava due tipologie di aiuto: un “bonus avviamento” (150 euro) per dare un primo contributo a tutti coloro che pur senza diagnosi di disturbo mentale hanno bisogno di avviare un percorso terapeutico e un “bonus sostegno” fino a 1.600 euro annui per chi ha Isee sotto i 15mila euro, 800 euro con Isee tra 15 e 50.000 euro, 400 euro per redditi compresi tra 5o e 90.000 euro. “Chiediamo al governo di prendere davvero in considerazione questa proposta e di inserirla nel primo provvedimento utile per andare incontro a un’esigenza immediata e pressante. Oltre a realizzare un investimento vero e sensato sul capitale umano e sul benessere personale e in comunità delle persone”, si legge nella petizione lanciata dal giornalista Francesco Maesano (Tg1), che ricorda: “Nel 2021, dati dell’Istituto Piepoli, il 27,5% dei pazienti che avevano intenzione di iniziare un percorso di salute mentale non ha potuto farlo per ragioni economiche. Mentre il 21% è stato costretto a interromperlo“. E precisa: “Non è un investimento sostitutivo rispetto al servizio pubblico, che pure andrebbe potenziato, ma una risposta di civiltà rispetto ai tantissimi che si rivolgono ai professionisti nel silenzio e nell’assenza di qualsiasi tipo di sostegno”.

L’APPELLO –Intanto il disagio psicologico è in aumento dall’inizio della pandemia, soprattutto fra gli under 18. Intervistato da Ilfattoquotidiano.it, il presidente nazionale dell’Ordine degli psicologi David Lazzari ha ricordato che i disturbi di ansia e depressione interessano due persone su dieci, mentre i casi di ‘disturbo dell’adattamento’, oltre una persona su quattro. E sul portale dell’Ordine ha scritto un appello in cui chiede maggior attenzione al settore facendosi interprete “non solo di chi studia sul piano scientifico il tema ma anche di tutti quei cittadini, e sono purtroppo davvero tanti, che rivendicano dignità e ascolto per la salute psicologica“. A fronte dei miliardi “investiti per fronteggiare la salute fisica nella pandemia. La salute psicologica è stata oggetto di attenzione ed investimenti quasi inesistenti, che somigliano più alla carità che si concede per dire di aver fatto qualcosa che ad un intervento pubblico. Questa logica non è sostenuta né dalla scienza né dall’economia. La prima ha ben documentato il forte impatto dei problemi psicologici sulla salute (anche fisica), sul lavoro e su tutte le dimensioni della vita. Gli studi economici hanno mostrato i costi dei problemi psicologici per chi li ha e per tutta la società. In termini di disabilità prodotta è la prima voce di costo nel campo della salute, così come è la prima causa di assenteismo dal lavoro. Secondo la London School of Economics ogni euro speso per la salute psicologica produce 2,5 euro di minori spese“. Non ci sono, continua Lazzari, “motivazioni scientifiche né economiche per continuare a trascurare un problema che è diventato sociale ed è sotto gli occhi di tutti. Non volerlo vedere è ora, come è stato detto da molti, una mancanza di rispetto verso i cittadini. Presta il fianco all’idea che per le istituzioni democratiche, ancora oggi, la sofferenza psicologica sia considerata una debolezza, un capriccio o una vergogna. I cittadini giustamente chiedono risposte immediate, in termini di bonus e di aiuto psicologico nella scuola, chiedono poi che lo Stato si organizzi per garantire in modo strutturale una rete psicologica pubblica. Continuare a girarsi dall’altra parte, ignorare questa diffusa presa di consapevolezza di milioni di persone, appare in netto contrasto con l’idea di una società in transizione che punta su visioni nuove e sulla resilienza. Facciamo in modo che i prossimi provvedimenti adottati diano risposte chiare”.

LA POLITICA – “Raccolgo il grido di allarme dell’Ordine degli psicologi sulla emergenza salute mentale che stiamo vivendo. Nel mio niente, proverò ad aiutare perché sia una priorità nei prossimi provvedimenti”, ha commentato su Twitter il deputato del Partito Democratico Filippo Sensi. Della stessa idea Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana: “Poichè al malessere psicologico – prosegue l’esponente dell’opposizione di sinistra – non si può rispondere certo con i rubinetti o le zanzariere, i cui bonus invece sono rimasti, forse è ora che la maggioranza risponda a questa sua mancanza. Nei prossimi giorni – conclude Fratoianni – il Parlamento trovi una soluzione perchè le strade possibili ci sono, basta volerlo.”