Il costruttore tedesco si è presentato alla rally raid con un concept elettrificato sviluppato in circa un anno: è spinto da due motori elettrici, e a ricaricare la batteria ad alto voltaggio c'è un quattro cilindri a benzina
In sette giorni ben 6 podi in altrettante tappe, di cui un primo posto, due secondi posti e tre terzi. Sono questi i risultati che il buggy di Audi Sport ha ottenuto a metà corsa della Dakar 2022: ovvero oltre 4.700 chilometri percorsi dalle coppie Sainz/Cruz, Peterhansel/Boulanger e Ekstrom/Bergkvist con un concept elettrico sviluppato in appena un anno.
Audi RS Q e-tron, infatti, è una vettura equipaggiata con due motori elettrici di derivazione Formula E, sviluppati per la monoposto Audi e-tron FE07, posizionati ciascuno su un assale per agire sulla trazione, e un propulsore termico – il quattro cilindri TFSI benzina a iniezione diretta – in funzione di range extender, cioè “caricatore” per la batteria che sarebbe altrimenti impossibile da ricaricare nel bel mezzo del deserto.
“Quello che il nostro team ha dimostrato sino ad oggi mi ha impressionato” ha dichiarato Oliver Hoffmann, del board per lo sviluppo tecnico di Audi AG, “Audi RS Q e-tron è stata sviluppata in tempi record. Nonostante ciò, siamo risultati immediatamente competitivi. I piloti, i navigatori, i meccanici, tutti i collaboratori attivi sul progetto Dakar hanno fatto un grande lavoro. L’innovazione tecnologica che abbiamo introdotto in occasione del rally raid più difficile al mondo soddisfa pienamente le nostre aspettative”, ha concluso.
“La fase di preparazione è stata estremamente intensa per essere “race ready” alla partenza. Il progetto Audi RS Q e-tron è stato sviluppato in tempi record” ha sottolineato Julius Seebach, a.d. di Audi Sport. La prima parte del rally non ha però risparmiato intoppi o più strutturali problemi alla vettura, come quello avvenuto con alla guida Peterhansel e che poi è valso più di 16 ore di penalità, quando una pietra lungo il tracciato ha danneggiato radicalmente i bracci della sospensione posteriore di sinistra e il pilota ha dovuto attendere il soccorso di gara.
Stefan Dreyer, responsabile sviluppo Audi Sport per i progetti sportivi, la vede però in positivo: “siamo sorpresi di come gli unici ostacoli incontrati sinora riguardino componenti convenzionali quali le sospensioni. È impressionante come il nostro concept tecnico, portato al limite durante ogni tappa, abbia funzionato perfettamente risultando oltretutto immediatamente competitivo”. E l’unico vero obiettivo di Audi, ora, è arrivare a Jeddah con le vetture al completo.