C’è attesa per la sentenza del Tribunale di Melbourne in merito al caso di Novak Djokovic, che al momento si trova all’interno del Park Hotel. Nel frattempo il governo australiano prende posizione tramite il ministro degli Interni: ribadisce che l’infezione da Covid non è una motivazione sufficiente per ottenere l’esenzione medica e che il campione di tennis non ha fornito ulteriori prove evidenti di controindicazione al vaccino. Specifica inoltre che non esistono garanzie di ingresso da parte di un cittadino non australiano nel Paese, ma solo criteri ragioni per cui il visto può essere annullato o rifiutato.
In conclusione, si legge nel documento rilasciato dal ministero, la domanda di Novak Djokovic deve essere rifiutata. Il Governo ribadisce inoltre la propria facoltà di annullare il visto anche nel caso in cui il tribunale desse ragione a Djokovic e ne revocasse la prima cancellazione. Questo perché: “L’Australia, in quanto Paese sovrano, mantiene la massima discrezionalità su chi lascia entrare nel suo Paese”.
Al numero 1 del tennis mondiale è stato annullato il visto la scorsa settimana dopo che i funzionari di frontiera australiani hanno stabilito che l’esenzione ricevuta dal governo dello stato del Victoria e dagli organizzatori dell’Australian Open non soddisfaceva i criteri per l’esenzione dal requisito di ingresso nel Paese, che prevede il completamento del ciclo vaccinale per il Covid-19. Da allora Djokovic è stato confinato in una struttura di detenzione per immigrati. I suoi avvocati hanno presentato ricorso contro il procedimento di espulsione e la cancellazione del permesso di soggiorno, sostenendo che Djokovic è risultato positivo al virus il mese scorso (il 16 dicembre) e si è ripreso. Però, un post del suo profilo Instagram ufficiale lo vede ritratto in una foto postata il 17 dicembre in cui riceve una targa con un francobollo a lui dedicato. Il campione serbo non indossa la mascherina e, se effettivamente contagiato, sarebbe dovuto essere in isolamento.