“Nei prossimi 30 giorni, se continuiamo con questo ritmo, avremo 2500 morti tra i no vax. E sono tutte morti che potevano essere evitate. Ai cattivi maestri che parlano di ‘libertà violate’ con le vaccinazioni dico di stare zitti, perché ci saranno almeno 2500 italiani che moriranno nel prossimo mese e che non sarebbero dovuti morire”. Sono le dure parole pronunciate ai microfoni de “Il caffè della domenica”, su Radio24, dall’immunologo e membro del Cts, Sergio Abrignani, che aggiunge: “Se oggi non ci fosse quel 7% di non vaccinati ultracinquantenni, avremmo metà dei morti e un quarto dei ricoveri in terapia intensiva. Questa è la ragione per cui continuo a dire che non vaccinarsi è come andare in moto a folle velocità senza casco. È vero che muoiono anche i vaccinati, ma parliamo di ultraottantenni che hanno fatto di tutto per proteggersi”.
Abrignani sottolinea: “Sull’obbligo vaccinale per gli over 50 sono più che d’accordo. Nella fascia sopra i 50 anni ci sono circa 2 milioni e 200mila italiani non vaccinati, che costituiscono il 7% di quel range anagrafico. E contribuiscono al 75% dei ricoveri in terapia intensiva e al 60% dei morti. In questi ultimi 10 giorni abbiamo avuto una media di 160 morti al giorno, di cui 85-90 non vaccinati. Sono morti che potevano essere evitate”.
L’immunologo si pronuncia poi sull’immunità di gregge: “È difficile che venga raggiunta, perché questi vaccini sono estremamente efficaci nella protezione dalla malattia severa, ma purtroppo non proteggono efficacemente dall’infezione. Quindi, anche al picco della risposta immunitaria, cioè 15 giorni dopo la terza dose, la protezione dall’infezione è intorno al 75%. Ma un quarto dei vaccinati, anche al massimo della risposta immunitaria, si può infettare e pertanto l’immunità di gregge è difficile – continua – Ma, in realtà, non bisogna pensare all’immunità di gregge. Dobbiamo vaccinare il più possibile. Questa estensione della campagna vaccinale ha fatto tanto, ma dobbiamo fare di più. Ricordiamo che i tre quarti delle persone ricoverate in terapia intensiva sono non vaccinati. Se tutti fossimo vaccinati, tutta l’Italia sarebbe oggi in zona bianca“.
Circa la riapertura delle scuole, Abrignani osserva: “Sono d’accordo con la decisione del governo. Se i bambini e i ragazzi possono andare al cinema, al bar, al ristorante, alle feste, cioè possono fare tutto, sarebbe incomprensibile chiudere la scuola, che è la cosa a cui dobbiamo tenere di più. Sicuramente la situazione sarà da monitorare e ci saranno contagi in più, però l’educazione dei nostri ragazzi – chiosa – è la priorità numero uno e quello di riaprire le scuole è un rischio da prendere. Chiudere le scuole, assieme ai bar e ristoranti, era una scelta comprensibile nel lockdown, a cui certamente non torneremo. Ma non sono affatto d’accordo sul tenere tutto aperto e chiudere le scuole“.