I carabinieri di Anzio stanno indagando sul ritrovamento di una mandibola sulla spiaggia di Lavinio–Lido Enea, sul litorale romano. Il resto umano è stato notato intorno alle 16 di domenica 9 gennaio da un passante, che ha subito avvisato il 112. Le forze dell’ordine, intervenute con un medico legale, dopo i sopralluoghi sul posto hanno sequestrato la mandibola, che tra i denti ne ha anche uno con una capsula in oro, e l’hanno portata all’obitorio di Tor Vergata per accertamenti tecnici. Si è quasi certi che l’osso sia arrivato sulla spiaggia trasportato dal mare, ma sono ancora tante le domande cui le analisi scientifiche dovranno rispondere.
Prima di tutto bisogna ricostruire l’identità dell’uomo o della donna, attraverso il recupero del Dna e il confronto di questo con quello in possesso delle banche dati delle forze dell’ordine. Poi restano da scoprire la causa della morte e l’età della vittima. Secondo il Corriere della Sera, la capsula d’oro sarà un elemento utile nelle indagini per risalire al dentista che l’ha installata, bisognerà stabilire se si tratta di un’operazione eseguita in Italia o all’estero.
Il giallo della mandibola ha riportato alla luce il caso di Pina Morelli, tossicodipendente di 27 anni morta all’inizio degli anni Novanta a Roma. Anche in quel caso tutto era partito dal ritrovamento di una mandibola e di un piede, come ricorda il Corriere, in un campo della periferia Est della capitale. Grazie all’analisi si arrivò all’identificazione della vittima, una ragazza di Tor Bella Monaca che un professore universitario incontrato sulla Palmiro-Togliatti aveva provato a salvare senza successo.