Sono almeno 164 le persone morte nei disordini che hanno scosso il Kazakistan questa settimana, 103 delle quali solo nella ex capitale Almaty. Tre fra gli uccisi nelle proteste erano bambini, fra cui una di 4 anni. Più di 2200 persone sono rimaste ferite e quasi 8000 sono state arrestate durante gli scontri. Lo riportano diversi media citando il ministero della Salute kazako. Secondo quanto riporta la Bcc, dopo cinque giorni di blackout è stato ripristinato Internet ad Almaty, principale città del Kazakistan. Infatti, nei giorni scorsi, secondo quanto denunciato dal gruppo di monitoraggio web NetBlocks su Twitter, il governo aveva scelto di ricorrere al blackout di Internet per oscurare tutto ciò che sta accadendo nel Paese.
È in corso un vertice in videoconferenza del Consiglio di sicurezza collettiva dell’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva (Csto), sotto la presidenza russa, dedicato alla crisi in Kazakistan. Il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, nel suo intervento al vertice, ha spiegato che le sommosse sono state un “tentativo di golpe” e di “sovvertire l’ordine costituzionale” per “distruggere le istituzioni governative, prendere il potere”. Ha continuato poi spiegando che nel Paese sono entrati in azione “gruppi di militanti armati che aspettavano nell’ombra”. “Stiamo parlando di un tentativo di colpo di stato”, ha detto Tokayev che ha infine aggiunto che “militanti stranieri” hanno partecipato all’”aggressione” contro il Kazakistan.
Sulla stessa scia del presidente kazako anche Vladimir Putin, citato dall’agenzia di stampa Sputnik, ha spiegato durante il vertice Csto che in Kazakistan è stato portato avanti un vero attacco allo Stato e ha aggiunto che quelle iniziate come proteste pacifiche contro l’aumento dei prezzi del gas si sono rapidamente trasformate “in violenti disordini e atti di terrorismo” che “non sono né il primo né l’ultimo tentativo di intromettersi nella regione dall’estero”. Ha poi spiegato che durante le sommosse degli ultimi giorni sono stati usati “metodi in stile Maidan“, facendo riferimento alla piazza simbolo delle proteste contro il governo in Ucraina del 2014. Putin ha poi concluso il suo intervento affermando che la minaccia degli ultimi giorni è stata causata da “forze distruttive interne ed esterne che hanno approfittato della situazione”.