Prendo spunto da un attacco vile, ingiustificato ed inutile, quello alla dott.ssa Antonella Viola, per cominciare il nuovo anno con alcune mie considerazioni.
I cittadini sono stanchi e, tra essi, i delinquenti fanno cose sconsiderate che possono fare del male a qualcuno ma non possono risolvere i problemi di tutti. Sono da condannare senza se e senza ma. Detto questo quello che è successo al popolo italiana negli ultimi due anni è allucinante e difficile da ricordare nella sua interezza. Governi cambiati, stato militare (ma quel signore in tuta mimetica non possono dirgli di mettere un maglione normale come faceva Marchionne? O serve a spaventare persone ormai distrutte nel fisico e nella psiche?) e nuove regole che spesso sono in contrasto con le precedenti.
In questi giorni di festa mi sono immedesimato in un cittadino italiano qualunque.
Prendo un antiipertensivo da 30 anni. Periodicamente (ma perché la ricetta non deve essere permanente fino ad eventuale modifica e ogni tre scatole occorre rifarla?) telefono alla mia gentilissima dottoressa di base. Una impresa trovare il numero libero. Ma io sono fortunato e, essendo nel mio stesso condominio, alla fine lascio alla segretaria una mia ricetta firmata da trascrivere (la semplificazione!).
Ma poniamo, come è successo a molti con l’ultima variante molto contagiosa, di scoprirsi positivo in questi giorni se si è riusciti a superare le ore di code ovunque presenti a Milano per tamponi inutili senza sintomi.
Allora si deve chiamare il medico di base, che giustamente ha un periodo di ferie e ha messo un sostituto che al telefono proprio non si trova. Allora si chiama il numero 116117. Un gentilissimo “disco” risponde, sempre lui di giorno e di notte: “A causa dell’altissimo numero di chiamate tutte le linee telefoniche sono occupate. Vi ricordiamo che: per emergenze dovete chiamare il numero unico emergenza 112; per informazione sul coronavirus dovete chiamare il numero verde 800894545; per la continuità assistenziale (!!!) siete pregati di richiamare più tardi, grazie”.
Questa la verità. E non parliamo di tutta la popolazione che ha bisogno ma di qualche decina di migliaia al giorno a Milano. Abbandonati nella paura, nei divieti, nelle chiusure, senza una parola. A meno che non ci sia l’amico dell’amico, come succede a volta a politici ed ex politici che si trovano nella stessa situazione dei cittadini. La differenza che loro hanno avuto mandato di provare a cambiare le cose. A semplificarle invece che complicarle. Poi ci sono gli eroi, anche fra i medici. Ma questo è un altro racconto.
Quindi nel nuovo anno che verrà (questo o ancora altri?), per cambiare le cose, secondo me bisogna proprio partire dal medico di famiglia come mi piace ancora chiamarlo.
Non può più essere privato accreditato ma pubblico. Deve essere, per scelta non per obbligo, il baluardo, la trincea. Non in nuove strutture costose ed inutili come la ennesima riforma sanitaria lombarda ha approvato con le case di continuità! Abbiamo ospedali pubblici di eccellenza in Italia. Mettiamoci anche i medici del territorio che in modo turnistico, come tutti i colleghi dei reparti, partecipino al bene comune. E, nello stesso modo, non ci possono più essere strutture private accreditate che non facciano le stesse prestazioni del pubblico.
Occorre controllare e cambiare. Prima che gli italiani dimentichino cosa sono stati gli ultimi due anni. Nella speranza che questo virus ci lasci in pace, finalmente, ma nella certezza di cambiamento che è indispensabile nel nostro Belpaese e che il Covid ci ha dimostrato.
Domenico De Felice
Medico, opinionista di sanità sociale
Società - 10 Gennaio 2022
L’anno nuovo porterà una trasformazione nella sanità italiana?
Prendo spunto da un attacco vile, ingiustificato ed inutile, quello alla dott.ssa Antonella Viola, per cominciare il nuovo anno con alcune mie considerazioni.
I cittadini sono stanchi e, tra essi, i delinquenti fanno cose sconsiderate che possono fare del male a qualcuno ma non possono risolvere i problemi di tutti. Sono da condannare senza se e senza ma. Detto questo quello che è successo al popolo italiana negli ultimi due anni è allucinante e difficile da ricordare nella sua interezza. Governi cambiati, stato militare (ma quel signore in tuta mimetica non possono dirgli di mettere un maglione normale come faceva Marchionne? O serve a spaventare persone ormai distrutte nel fisico e nella psiche?) e nuove regole che spesso sono in contrasto con le precedenti.
In questi giorni di festa mi sono immedesimato in un cittadino italiano qualunque.
Prendo un antiipertensivo da 30 anni. Periodicamente (ma perché la ricetta non deve essere permanente fino ad eventuale modifica e ogni tre scatole occorre rifarla?) telefono alla mia gentilissima dottoressa di base. Una impresa trovare il numero libero. Ma io sono fortunato e, essendo nel mio stesso condominio, alla fine lascio alla segretaria una mia ricetta firmata da trascrivere (la semplificazione!).
Ma poniamo, come è successo a molti con l’ultima variante molto contagiosa, di scoprirsi positivo in questi giorni se si è riusciti a superare le ore di code ovunque presenti a Milano per tamponi inutili senza sintomi.
Allora si deve chiamare il medico di base, che giustamente ha un periodo di ferie e ha messo un sostituto che al telefono proprio non si trova. Allora si chiama il numero 116117. Un gentilissimo “disco” risponde, sempre lui di giorno e di notte: “A causa dell’altissimo numero di chiamate tutte le linee telefoniche sono occupate. Vi ricordiamo che: per emergenze dovete chiamare il numero unico emergenza 112; per informazione sul coronavirus dovete chiamare il numero verde 800894545; per la continuità assistenziale (!!!) siete pregati di richiamare più tardi, grazie”.
Questa la verità. E non parliamo di tutta la popolazione che ha bisogno ma di qualche decina di migliaia al giorno a Milano. Abbandonati nella paura, nei divieti, nelle chiusure, senza una parola. A meno che non ci sia l’amico dell’amico, come succede a volta a politici ed ex politici che si trovano nella stessa situazione dei cittadini. La differenza che loro hanno avuto mandato di provare a cambiare le cose. A semplificarle invece che complicarle. Poi ci sono gli eroi, anche fra i medici. Ma questo è un altro racconto.
Quindi nel nuovo anno che verrà (questo o ancora altri?), per cambiare le cose, secondo me bisogna proprio partire dal medico di famiglia come mi piace ancora chiamarlo.
Non può più essere privato accreditato ma pubblico. Deve essere, per scelta non per obbligo, il baluardo, la trincea. Non in nuove strutture costose ed inutili come la ennesima riforma sanitaria lombarda ha approvato con le case di continuità! Abbiamo ospedali pubblici di eccellenza in Italia. Mettiamoci anche i medici del territorio che in modo turnistico, come tutti i colleghi dei reparti, partecipino al bene comune. E, nello stesso modo, non ci possono più essere strutture private accreditate che non facciano le stesse prestazioni del pubblico.
Occorre controllare e cambiare. Prima che gli italiani dimentichino cosa sono stati gli ultimi due anni. Nella speranza che questo virus ci lasci in pace, finalmente, ma nella certezza di cambiamento che è indispensabile nel nostro Belpaese e che il Covid ci ha dimostrato.
Articolo Precedente
A fare l’amore sono capaci tutti, a essere l’amore sono capaci solo gli idioti
Articolo Successivo
I medici fuggono in pensione? Il mio vuole restare ma il sistema l’ha rottamato
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono stati necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
Politica
Meloni: “Ucraina combatte contro un brutale aggressore. Con Trump raggiungeremo una pace giusta”
Politica
Renzi a Miami da Trump all’evento del fondo saudita. Calenda: “Mi vergogno di averlo fatto eleggere”
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - L'Italia è "una nazione con un legame profondo e indistruttibile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e dai principi condivisi. Ed è incarnato dagli innumerevoli americani di discendenza italiana che per generazioni hanno contribuito alla prosperità dell'America". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac a Washington. "Quindi, a loro, permettimi di dire grazie. Grazie per essere stati ambasciatori eccezionali della passione, della creatività e del genio italiani".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Standing ovation dalla platea della convention Cpac a Washington al termine dell'intervento video della premier Giorgia Meloni. Un intervento nel quale la presidente del Consiglio ha richiamato valori e temi che uniscono conservatori europei e americani, a partire dalla difesa dei confini, ribadendo la solidità del legame tra Usa e Ue. "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno".
"So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta. Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente", ha affermato la premier.
La presidente Meloni ha fatto un passaggio sull'Ucraina ribadendo "la brutale aggressione" subito dal popolo ucraino e confidando nella collaborazione con gli Usa per raggiungere una "pace giusta e duratura" che, ha sottolineato, "può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".
(Adnkronos) - "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno. So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta".
"Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente".