Inizio d’anno da dimenticare per i mercati internazionali, anche oggi alle prese con cali marcati su tutti gli indici. Sotto pressione in particolare il Nasdaq statunitense che lascia sul terreno l’1,9% con big come Amazon, Alphabet (Google), Apple o Facebook (Meta) in calo tra l’1 e il 3%. Amazon in particolare è tornata sui valori dello scorso maggio a 3.156 dollari ad azione. L’ S&P500, il principale indice statunitense e globale, arretra dell’1,6%. Negative tutte le chiusure dei mercati europei. Peggio di tutti Parigi in discesa dell’ 1,2%, seguita da Francoforte (- 0,8%), Londra (- 0,4%). Milano ha chiuso a meno 0,9%. Molto male i titoli Nexi (- 4,8%), Stm (- 4,5%) e Amplifon (- 4,4%). In controtendenza Leonardo (+ 1,8%) e Pirelli (+ 1,4%) e Poste (+ 0,9%)
Giornata altalenante per il bitcoin che prima si “immerge” sotto i 40mila dollar,i portando il suo calo da inizio anno al 14%, peggior avvio dal 2012, salvo poi recuperare quota 41mila. Sulle valute digitali i0ncidono anche le tensioni geopolitiche in Kazakhstan, secondo hub al mondo per la “produzione” di criptovalute. Viceversa salgono i prezzi dei titoli di Stato. Quello dei decennali statunitensi, l’asset sicuro per eccellenza, crescono dell’ 1,8%. Si rafforza anche il dollaro, in progresso dello 0,3% sull’euro. Moderate tensioni anche sullo spread che si amplia da 132 a 135 punti. Lo scossone sui mercati è riconducibile ai recenti dati su inflazione (in aumento) e disoccupazione (in discesa). Elementi che, combinati, favoriscono un’azione restrittiva più energica da parte della Federal Reserve con conseguente riduzione della liquidità e meno “benzina” per economia e mercati. La banca centrale statunitense prevede almeno 3 rialzi dei tassi nel corso del 2022.