Il premier olandese Mark Rutte ha appena prestato giuramento, insieme ai nuovi ministri, nelle mani di Re Willem-Alexander, dando vita al suo quarto governo. La cerimonia si è svolta nella sala da ballo del Palazzo Noordeinde a L’Aia. La nascita del nuovo esecutivo arriva quasi dieci mesi dopo le elezioni legislative, al termine dei negoziati più lunghi della storia del Paese. “Siamo pronti a dedicarci con piena energia ai Paesi Bassi durante questo mandato”, ha scritto Rutte su Twitter. Il premier fa soprattutto riferimento alle grandi sfide che l’Olanda deve affrontare e che il nuovo governo si augura di risolvere: dalla nuova variante Omicron del Covid (che ha imposto un lockdown in tutto il Paese) al cambiamento climatico, dalla carenza di alloggi fino al futuro dell’agricoltura.
Pilastro del nuovo governo è il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, di cui è membro lo stesso Rutte. A farne parte anche il partito di centrodestra Appello Cristiano Democratico (Cda), i centristi dell’Unione cristiana e il movimento europeista e liberale Democraten66 (D66), diventato il secondo partito della coalizione. Tutti insieme controllano una maggioranza risicata nella Camera bassa (composta da 150 seggi) ma sono in minoranza nella Camera alta.
Per la prima volta nella storia politica olandese, inoltre, metà della squadra di ministri sarà composta da donne: una di loro, la leader del D66 Sigrid Kaag – nuova vicepremier e ministra delle Finanze – ha preso parte al giuramento in videoconferenza perché in isolamento dopo essere risultata positiva al Covid. A tenere unita la coalizione è, innanzitutto, il patto sul clima, con lo stanziamento di 35 miliardi per incentivare da qui ai prossimi anni gli investimenti nell’economia sostenibile. Ma il cambio degli equilibri potrebbe avere conseguenze sensibili anche sulle politiche fiscali dell’Olanda, finora leader dei cosiddetti Paesi “frugali”, che chiedono rigore nei conti degli Stati membri dell’Ue.