Mentre tutta Europa è preoccupata per le possibili conseguenze sui sistemi sanitari dovute alla rapida e massiccia diffusione della variante Omicron del coronavirus, in Spagna il presidente del governo, Pedro Sanchez, annuncia che Madrid sta valutando di modificare il proprio approccio alla pandemia che porterà anche a un piano di gestione che i media locali hanno definito “più simile a quello attuato per l’influenza”. Il capo dell’esecutivo sostiene che “dobbiamo valutare l’evoluzione del Covid dalla situazione di pandemia vissuta finora verso quella di una malattia endemica“, aggiungendo che questo è “un dibattito che stiamo cercando di aprire a livello europeo”.
Secondo il primo ministro iberico è arrivato il momento di “rispondere con altri strumenti, più legati alla vaccinazione o all’autoprotezione con le mascherine”, ricordando che oltre il 90% della popolazione over 12 ha completato il ciclo di vaccinazione. “La situazione non è quella di un anno fa”, ha sottolineato annunciando che il governo spagnolo comprerà nel mese in corso circa 344mila dosi del farmaco anti-Covid orale di Pfizer: “Riduce dell’88% la possibilità di ricovero dei pazienti di Covid più vulnerabili”, ha concluso affermando anche che il ritorno in classe in presenza di bambini e ragazzi “è sicuro”.
Diverso l’atteggiamento di altri Paesi, come la Germania, dove il ministro della Salute, Karl Lauterbach, ritiene che in futuro serviranno nuove misure per contrastare l’aumento dei casi di Covid legati alla variante Omicron, pur valutando positivamente la decisione di introdurre il 2G plus (che impedirà l’accesso a bar e ristoranti senza test a chi non abbia fatto il booster). “Penso che queste misure aiuteranno – ha affermato -, ma questo non basterà a sconfiggere Omicron. I casi aumenteranno e serviranno nuove misure a tempo debito”.
Timori sono sempre più diffusi anche in Israele, dove il premier Naftali Bennett ha ipotizzato tra i 2 e i 4 milioni di positivi (quasi il 40% della popolazione se si calcola il secondo dato) nella quinta ondata della pandemia causata dalla nuova mutazione. Nelle ultime 24 ore si sono avute 21.500 nuove infezioni a fronte di 175mila test, con un tasso di morbilità del 12.31%. A queste dovrebbero essere aggiunti i 10mila positivi che risultano, secondo i media, dai test antigenici. Se così fosse, il totale salirebbe a oltre 30mila.
Mentre il governo di Pechino è preoccupato per il regolare svolgimento delle prossime Olimpiadi invernali che si terranno dal 4 al 20 febbraio, dopo il primo focolaio della variante Omicron nella vicina Tianjin (2 casi) e altri due contagi collegati e annunciati oggi ad Anyang, nell’Henan. Il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Pechino ha consigliato ai residenti della capitale di non visitare Tianjin e a quelli di quest’ultima di evitare di recarsi a Pechino, chiedendo ai pendolari tra le due città di lavorare da casa. Da ieri sera, i biglietti dei treni in questa tratta non erano più acquistabili online. Il Centro ha anche ordinato alle persone arrivate a Pechino da Tianjin dal 23 dicembre di presentarsi alle comunità residenziali, dai datori di lavoro o agli hotel per il monitoraggio sanitario e i test Covid. Per quanti arrivati da aree ad alto rischio di Tianjin, invece, la disposizione è quella dell’autoisolamento a casa.