Nella terra del celebre vino si punta sulle pale anche a costo di sacrificare delle aree coltivate. Oltre all'impianto da 22 torri alte 123 metri che la Red Energy ha chiesto di installare nell'areale del primitivo, il ministero della Transizione ecologica sta valutando un'altra opera che prevede altri 19 aereogeneratori nei territori di Manduria, Erchie, Torre Santa Susanna e Avetrana. L'assessore regionale Pentassuglia: "Le vocazioni dei territori vanno rispettate"
La corsa all’eolico continua. Anche in Puglia. A dispetto di uliveti e, naturalmente, vigneti. Estesi su larghe porzioni del paesaggio regionale. Così rilevanti da esserne a tutti gli effetti elementi distintivi. Anzi, in alcuni casi, identificativi. Come accade in un’area compresa tra il territorio di Taranto e quello di Brindisi. Dove, oltre a conservarsi diverse masserie anche di pregio storico e lunghe delimitazioni realizzate con caratteristici muretti a secco, si coltiva il Primitivo di Manduria, un celebre vino rosso, Doc dal 1974. Del quale nel 2020 sono stare prodotte oltre 28milioni di bottiglie che corrispondono a più di 21milioni di litri. Per un giro d’affari di 182 milioni di euro. Con un aumento del 26% rispetto al 2019.
Insomma un importante traino all’economia. Evidentemente trascurabile. Già perché in quelle zone sono in progetto due parchi eolici. Quello denominato Sava-Maruggio, costituito da 22 aerogeneratori, ognuno con una torre alta circa 123 metri e un’apertura delle pale, da punta a punta, di 115 metri, per complessivi 132 MW, ed uno storage da 50 MW, per una potenza complessiva di 182 MW, da realizzarsi nei comuni di Erchie nel brindisino, Manduria, Sava, Maruggio e Torricella nel tarantino. Presentato ad agosto scorso dalla Red Energy S.r.l.
L’altro denominato Contrada Sparpagliata, Donne Masi e Tostini ancora nei Comuni di Erchie e Manduria, oltre che in quelli di Torre Santa Susanna nel brindisino e di Avetrana nel tarantino. Con 19 aereogeneratori, ognuno alto 115 metri con soprastante pale che avranno una lunghezza massima di 83,5 metri, per una potenza complessiva di 154 MW e diverse opere connesse tra cui un sistema di accumolo di energia in agro di Erchie della potenza di 40 MW. A presentarlo al Ministero dell’Ambiente a luglio 2020, la Yellow energy S.r.l.
In attesa della valutazione dell’Impatto ambientale i territori interessati dai progetti hanno mostrato le loro preoccupazioni. Da subito. Aereogeneratori, stazioni ed opere connesse sembrerebbero mal conciliarsi con il paesaggio e la produzione del vino. Anche se non é la prima volta che la zona di produzione del Primitivo di Manduria viene scelta per l’eolico.
È accaduto già nel 2013 quando i parchi eolici, per un numero complessivo di 200 torri, sarebbero dovuti essere addirittura tre. Dei quali almeno uno in un’area compresa tra la strada Manduria-San Pietro, dove esiste un sito archeologico di grande rilievo, e una zona protetta dove si trova quel che resta della foresta Oritana, il bosco delli Cuturi. In quella occasione non se ne fece nulla. La protesta degli agricoltori sostenuti dalle associazioni di categoria, dagli agronomi e dal Gal Terre del Primitivo sollecitò l’intervento del Commissario straordinario del comune messapico, Aldo Lombardo. Che in una delibera sottolineava come “il suddetto territorio va tutelato per le distese a perdita d’occhio di vigneti del celebratissimo Primitivo di Manduria Doc e Docg, per gli estesi uliveti monumentali serviti da tratturi delimitati da muretti a secco, con presenza di trulli e manufatti della civiltà contadina”.
Pericolo scampato, ma solo per qualche anno. Fino ai due nuovi progetti. Avversati da più parti. Anche dalle istituzioni. Almeno parti di esse. Dei sindaci dei comuni interessati dai due progetti, al momento hanno fatto chiarezza sulla loro posizione quelli di Manduria e Sava. “Abbiamo un vino che deve essere tutelato e anche il suo territorio e come comune già in passato abbiamo espresso la nostra contrarietà all’invasione delle pale eoliche”, ha sostenuto Gregorio Pecoraro, sindaco di Manduria. Stessa posizione per il sindaco di Sava, Dario Iaia che si è detto contrario, come già aveva fatto ad ottobre 2020, “alla possibilità che il territorio possa essere oggetto di un intervento se pur di energia alternativa, così impattante”.
Ma non sono solo alcune amministrazioni locali a mostrare il loro dissenso. Lo ha fatto anche l’assessore regionale all’agricoltura, Donato Pentassuglia che a ilfattoquotidiano.it ha dichiarato che “non esiste disponibilità alla realizzazione degli impianti eolici nell’areale del Primitivo. Ma non per un preconcetto, quanto per conoscenza dei territori. Delle loro vocazioni. Che vanno rispettate. Anzi, valorizzate. Piuttosto che disseminare nuove torri anche in questa parte di Puglia, credo sia preferibile procedere all’ammodernamento dei vecchi impianti”.
Medesima posizione per quanti hanno cercato di utilizzare in maniera sostenibile quelle terre. “La nostra viticoltura va tutelata in tutti i modi e non può essere messa a rischio da investimenti che mal si conciliano con un territorio che fa del patrimonio vitivinicolo il suo principale punto di forza. Non è difficile immaginare quelli che possono essere gli effetti negativi su un paesaggio da sempre caratterizzato dalla presenza preponderante dei vigneti”, ha sostenuto il presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, Francesco Filograno. Che ha spiegato come “questa non è una battaglia contro le fonti di energia alternative ma il tentativo di preservare un’area che fa della viticoltura e dell’enoturismo uno dei settori di riferimento della propria economia”.
Pur non sembrando documentati rischi al patrimonio archeologico, anche il locale archeoclub ha sollevato forti perplessità. Soprattutto per quel che riguarda la possibile trasformazione del paesaggio. “L’Archeoclub di Manduria ribadisce il proprio fermo no alla installazione di parchi eolici nei vigneti che producono il Primitivo … L’Archeoclub d’Italia si schiera ovunque a difesa del Paesaggio, naturale o antropizzato che sia, in particolar modo quando esso sia indissolubilmente legato alla storia e alla civiltà del territorio che lo ha prodotto, tanto da divenire espressione della sua peculiare identità”, ha scritto a dicembre l’Archeclub di Manduria.
Si attendono segnali dal Ministero. Ma l’idea che la transizione ecologica debba contemplare nuove foreste di eolico suscita diversi dubbi. Come la circostanza che troppo di frequente la scelta delle aree nelle quali installare i nuovi impianti sembra prescindere dai caratteri che le definiscono. In fondo proprio questo sembra stia accadendo tra Manduria ed Erchie, Avetrana e Torricella, Maruggio e Sava, Torre Santa Susanna. Non aver tenuto conto che su quelle terre ci sono i vigneti del Primitivo.