La diffusività della variante Omicron preoccupa anche l’Oms. Al ritmo attuale dei contagi, da qui a due mesi oltre il 50% degli europei sarà contagiato dalla mutazione di Sars Cov e rilevata per la prima volta in Botsawana e Sudafrica. Il direttore regionale per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge, in un briefing sull’andamento della pandemia del Vecchio Continente ha spiegati che “in alcuni Paesi europei il picco della variante Omicron è già stato raggiunto ma la situazione all’interno del continente è molto variegata quindi bisogna sempre ricordarsi di proteggere i più vulnerabili”. Oltre il 73% della popolazione europea è completamente vaccinata, ma si tratta di una media: ci sono che hanno già iniziato da tempo la campagna per la terza dose e altri stati soprattutto nell’est che hanno tassi di immunizzazione ancora molto bassi.
La regione europea “ha registrato oltre 7 milioni di nuovi casi di Covid segnalati nella prima settimana del 2022, più che raddoppiati in un periodo di due settimane. Al 10 gennaio, 26 paesi hanno segnalato che oltre l’1% della loro popolazione si è ammalata ogni settimana”, ha aggiunto Kluge che ha aggiunto: “Sono anche profondamente preoccupato per il fatto che la variante si sta spostando verso est e quindi dobbiamo ancora vedere il suo pieno impatto in paesi in cui i livelli di vaccinazione sono più bassi e dove si rischia una malattia più grave nei non vaccinati”, ha sottolineato.
Infine un appello per l’istruzione e il benessere dei più giovani: “Mantenere aperte le scuole ha importanti benefici per il benessere mentale, sociale ed educativo dei bambini. Le scuole dovrebbero essere gli ultimi posti a chiudere e i primi a riaprire” ha detto il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge in conferenza stampa. Il numero di persone infette sarà così alto in molti Paesi che le scuole potrebbero non essere in grado di tenere tutte le classi aperte per tutto il tempo, a causa della mancanza di personale questo inverno, è consigliabile quindi organizzare l’apprendimento a distanza oltre a quello in presenza, in modo che i bambini possano continuare la loro istruzione quando non possono frequentare la scuola di persona”, ha aggiunto Kluge, sottolineando l’importanza di “garantire la ventilazione” nelle strutture scolastiche, “l’igiene delle mani, l’uso delle mascherine, vaccinare con priorità gli insegnanti e i bambini fragili o che entrano in contatto con adulti fragili”.