Società

Palermo, chi ha profanato il nostro centro antiviolenza vuole farci ‘girare dall’altra parte’: non accadrà

Sembra proprio che la società attuale tenda a farci abituare a “tutto”: alle sevizie a danno degli anziani “parcheggiati” in discutibili case di riposo, agli abusi sui bambini negli asili nido, ovvero nei luoghi deputati alla promozione della loro crescita, alle violenze sessuali di gruppo su giovani donne che volevano solo festeggiare il nuovo anno, al massacro delle donne di ogni età per mano di uomini incapaci di amare.

Per lungo tempo ha prevalso un atteggiamento mafioso: il “girarsi dall’altra parte” per non vedere. Oggi tutti vediamo e sentiamo, ma è come se nulla accadesse e a questo non si attribuisce lo stigma dell’atteggiamento mafioso. Chi ha profanato il Centro Antiviolenza del Centro di Accoglienza Padre Nostro lo ha fatto con l’intento di darci un avvertimento concreto rispetto a ciò che potrebbe accadere se continuiamo sulla strada indicataci dal nostro Fondatore 28 anni fa… il Beato Giuseppe Puglisi.

Ci hanno lasciato un messaggio chiaro: “Non siamo entrati distruggendo un vetro antisfondamento per rubare le attrezzature del Centro Antiviolenza. Non siamo entrati per vandalizzare gli ambienti, arredati con mobili che rendono accoglienti quei locali cui si rivolgono le donne in difficoltà e vittime di violenza. Siamo entrati per dirvi di non “vedere”, di girarvi dall’altra parte… Ma a voi chi ve lo fa fare?”. Queste persone sono ottuse, con l’aggravante di possedere un cuore arido. La società civile cerca di creare ponti, di stabilire una comunicazione con queste persone, ma oggi, come sempre, abbiamo bisogno delle Forze dell’Ordine, della loro presenza, maggiormente di quanto già non la assicurino per mantenere in piedi questi ponti e relazioni di fiducia costruiti nel tempo con difficoltà.

La comunità di Brancaccio è stata scossa da questo atto vile. Ora è bene scuotere l’altra parte della comunità, quella ottusa e dal cuore arido, quella che esercita la violenza per farsi ragione e continuare a far crescere adepti da affiliare alle organizzazioni mafiose e malavitose… Piccoli adepti che si formano alla malavita e alla delinquenza nelle taverne e nelle sale gioco abusive del quartiere.

Ancora oggi per le vie di Brancaccio si scorge tanta illegalità, con attività commerciali illecite che neanche si sforzano di nascondersi e vengono svolte alla luce del sole, come con il favore delle tenebre… Non può funzionare più, almeno a Brancaccio e con riferimento a questo atto, il motto che sono delle piccole attività che consentono di “sbarcare il lunario”. E’ necessario un ulteriore cambiamento: ciò che è illegale va eliminato ed estirpato e ciò che è legale va aiutato e sostenuto. È grazie all’azione del Centro di Accoglienza Padre Nostro se Brancaccio nel tempo ha trasformato il proprio volto, se è stato promosso il cambiamento di molte famiglie che si sostenevano con delle attività illegali. Lo dobbiamo proprio a loro questo ulteriore cambiamento, a loro che hanno trovato la forza di superare il condizionamento esterno che diviene resistenza interna, che li vuole sempre schiavi del bisogno, e di superare il pregiudizio che non apre mai le porte a chi ha sbagliato e si trova ad aver scontato o a scontare una pena detentiva.

La parte malata della Comunità di Brancaccio e questa società ci vorrebbe abituare al fatto che questi atti vili in fondo solo delle ragazzate, anche se ragazzate non sono. Sino a quando avremo il coraggio di indignarci e la forza di reagire noi continueremo a stupirci, meravigliarci ed indignarci di questa deriva morale che sembra, in maniera silenziosa e subdola, diffondersi più del Covid-19.

Pertanto, noi continueremo a rimanere lì, a Brancaccio, dove il Beato Giuseppe Puglisi ci ha voluto e continueremo ad essere un presidio di legalità e giustizia… Basta poco… basta che ognuno faccia la propria parte.